sabato 14 novembre 2015
Inchieste, scandali e disastri. Questi sono i “risultati” sotto gli occhi di tutti delle giunte guidate dal Pd, una peggiore dell’altra. Dalla Campania di De Luca passando per il Piemonte di Chiamparino fino alla Sicilia di Crocetta, sono solo buchi di bilancio e inchieste giudiziarie.
Spese irregolari per riempirsi le tasche, “rimborsi” degli amministratori Pd altrettanto irregolari. Quelle in Sardegna di Francesca Barracciu, di Renzi, rinviata a giudizio per peculato, ex consigliere regionale Pd ed ex candidata democratica addirittura alla presidenza della povera isola sarda. Disastri e guai in Molise e in Calabria. A Roma s’è visto il disastro Marino anche lui preso col “sorcio in bocca” come si dice a Roma. Ma non sono solo ladri di polli, cioè non rubano solo, fanno parte e sono esponenti di un vero e proprio sistema delinquenziale che è targato Pd. Cosa dire della giudice Scognamiglio, oggi solo rimossa e mandata a delinquere di fatto da un’altra parte perché all’interno della “giustizia”, in Italia, non si manda a casa nessuno, si viene blandamente “trasferiti a danneggiare altri, cosa dire dell’accordo illecito che ha previsto una sorta di scambio tra la sentenza favorevole della giudice a De Luca e una nomina del di lei marito Manna ad un posto pubblico retribuito prestigiosamente nella sanità campana.
Che dire se non che chissà quali e quante discrezionalità ed ingiustizie avrà posto in essere, da giudice, per perseguire i propri interessi particolari. “Beccata” a cercare di fare lavorare il marito in una Asl campana, il suo caso dimostra ancora una volta, come la Saguto in Sicilia, che c’è uno strettissimo nesso tra la magistratura Pd e l’occupazione dell’amministrazione pubblica, il posto pubblico, e che per il partito democratico, o meglio per i partiti tutti della sinistra è diventato ed è sistema criminal delinquenziale.
“Io voglio questa cazzo d’indennità! A me di fare le commissioni non me ne fotte niente, io voglio l’indennità”, ecco cosa si dicono e fanno i consiglieri Pd nei Comuni, intascano per sé, non altro. La pubblica amministrazione, cioè province mai abolite, comuni, regioni, presidenza del Consiglio e parlamento, tutto per intascare e fare intascare alla sinistra, e chi se ne frega degli immani danni per tutti gli italiani costretti sempre e solo a pagare, l’importante per il Pd, o Ds, o Margherita o Pci, è occupare per intascare per sé. Come dimostra il marito della giudice Scognamiglio che nella vita formalmente diceva di fare l’avvocato, è molto più facile nel nostro Paese ricevere l’assegno statale a fine mese che sudarsi lo stipendio lavorando davvero, in un mercato competitivo che, in Italia, di fatto non esiste. E sia detto qui per inciso, le parole della Scognamiglio al marito che lei sostiene essere suo ex marito, non paiono tanto da separato in casa, al contrario, dato che testualmente per telefono gli ha detto: “abbiamo finito, è fatta”, riferendosi alla sentenza che aveva appena firmato imbrogliando e “se dovesse essere quello, te ne vai in ferie e parti. Speriamo bene”, dice la Scognamiglio riguardo al posto in Regione dato al marito augurandogli di andare subito in vacanza.
Il nostro è il Paese del non lavoro nella Pubblica amministrazione (che fanno nei ministeri ad esempio?) e dello stipendio erogato dallo Stato a fine mese, e pagato con le tasse sempre più esose e sempre in crescita imposte dai governi di sinistra di Monti, Letta, Renzi, al potere rubato, cioè mai eletti.
Ed ecco quindi i conti in rosso, gli assessori indagati, le giunte delle ruberie e degli scandali a ripetizione. La Campania del caso De Luca è solo un pezzo di un puzzle molto più grande e composito, composto da dozzine di casi corrotti facenti capo al Pd. In Piemonte la regione guidata da Sergio Chiamparino è sotto inchiesta per le firme false delle liste con cui il Pd stesso ha sostenuto di avere vinto le regionali, rubando falsificando ed imbrogliando, con dieci rinvii a giudizio e contestuale processo alle amministrative del 2016.
In più c’è il mega buco del bilancio regionale, il disavanzo salito alla cifra monstre di 6 miliardi di euro che ha fatto confessare addirittura a Chiamparino che dovrebbe “amministrarla” che si tratta di una regione “sull’orlo del precipizio”. E che fa il governo di sinistra? Che fa Renzi? Sta cercando di fare passare un emendamento salva - Piemonte nella legge di Stabilità, per fare pagare a noi tutti l’incapacità e malversazione Pd. Cioè fa pagare e mette in carico a tutti gli italiani l’incapacità e la corruzione del Pd.
E che dire di Crocetta alla regione Sicilia arrivato nel giro di una manciata di anni alla quarta giunta, il Crocetta quater, con più di quaranta (quaranta) assessori cambiati nel frattempo, un record mondiale. Ma non si tratta “solo” dell’instabilità del governo siciliano, ma dei suoi disastrosi e disastrati conti che fanno della regione Sicilia di Crocetta, una regione di fatto in default. Si pensi solo che per pagare gli oneri delle aziende sanitarie la regione Sicilia si è indebitata fino al 2045 di 2,4 miliardi di debiti. Ed è sempre la Sicilia la regione di cui l’ex sindaco di Messina nonché deputato Pd, Francantonio Genovese, è finito in galera per truffa e frode fiscale nell’ inchiesta sulla non “formazione” regionale.
Poi ci sono le spese per se stessi, come Marino insegna, e le indagini sui rimborsi degli amministratori Pd tra cene, viaggi, gratta e vinci e spettacoli pure di lap dance tutti a sbafo delle finanze pubbliche, dei nostri soldi, in ogni giunta occupata manu militari dalla sinistra, dal nord al sud Italia. Si pensi alla Calabria, dove gli assessori Pd sono tutti indagati, due finiti agli arresti, e il “governatore” piddino Mario Oliverio è stato sospeso dall’Anticorruzione per la nomina a guida della Azienda sanitaria di Reggio Calabria di un ex candidato sindaco del Pd, fatto che viola le norme sulla trasparenza degli incarichi pubblici; il tutto mentre il sindaco Pd di San Ferdinando in Reggio Calabria, Domenico Madafferi, è finito in galera per una maxi- operazione anti ‘ndrangheta. E sempre per associazioni alle cosche calabresi, ma più a nord, è stato arrestato di recente un consigliere comunale Pd a Lecco.
Nel Comune di Roma dell’ex sindaco Marino è stato travolto dall’inchiesta su Mafia Capitale, alla Regione Lazio, anche il capogruppo Pd Marco Vincenzi, amico di Renzi, accusato da Buzzi di essersi adoperato per far ottenere fondi al municipio di Ostia sciolto per infiltrazioni criminali, mentre l’ex capo di gabinetto del governatore laziale Zingaretti, Maurizio Venafro, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di turbativa d’asta per un gara d’appalto. In Molise, i guai targati Pd hanno il nome e cognome di Massimiliano Scarabeo, assessore regionale alle Attività “produttive” arrestato con l’accusa di frode fiscale e truffa ai danni della regione Molise e sospeso dal Consiglio regionale. Il presidente Pd della Regione, Paolo Frattura, è indagato per una dubbia compravendita di una villa sul mare e a Pescara l’assessore del Pd, Paola Marchegiani, si è fatta finanziare dalla Regione Abruzzo la ristrutturazione di tutta la sua casa con 150mila euro pubblici, cioè nostri, soldi di tutti noi per la casa dell’assessore Pd.
Renzi tuttora si nasconde, come e uguale a Schettino.
di Andrea De Stefano