Ricordando El Alamein

giovedì 5 novembre 2015


“La Festa della Vittoria” istituita nel 1919 e celebrata il 4 novembre, successivamente abolita, nel corso degli anni ha avuto diversi significati, vuoi quello della vittoria della guerra 1915/18, vuoi quello che la maggior parte degli italiani forse neanche conoscono, il giorno della sconfitta delle forze dell’Asse ad El Alamein (4 novembre 1942), descritto da par suo da quel grande uomo di cultura che è Gianni Bisiach.

È proprio su quest’ultimo evento che voglio richiamare l’attenzione di tutti per ricordare a noi stessi la grandezza di quel popolo, il popolo italiano, in contrapposizione alla meschinità chiara al mondo intero che contraddistingue il popolo italiano di oggi. La battaglia di El Alamein ebbe quali protagonisti ben diciassettemila italiani, novemila tedeschi e tredicimila e cinquecento inglesi, tutti morti. Una battaglia quindi cruenta ma svoltasi nel rispetto delle regole, a tal punto da indurre Winston Churchill a rendere omaggio - dinanzi alla Camera dei Comuni - ai paracadutisti della Folgore, protagonisti di atti di eroismo senza precedenti. Eppure quanti di noi hanno avuto modo o voglia di visitare quel sacrario sito nel deserto egiziano; proprio pochi, e quelli che hanno avuto quell’onore, raccontano, piangendo, la grandezza e l’eroismo di quei soldati caduti eroicamente per la Patria.

Oggi quanto finora scritto ed evidenziato non interessa nessuno, per la semplice ragione che non è possibile neanche immaginare un minimo confronto con i comportamenti tutt’altro che eroici degli italiani, oggi preoccupati per la gran parte di essi di trovare il modo di sbarcare il lunario, mentre in pochi sono intenti a conservare privilegi certamente non meritati o a commettere reati per frodare non solo le istituzioni ma anche quei cittadini per bene che pur lavorando alacramente sono vessati dal fisco cannibale o strozzati dalla banche, che non solo non fanno le banche ma che applicano condizioni ed interessi usurari come è certificato dalle migliaia dei giudizi pendenti, la gran parte dei quali si concludono con sentenze favorevoli ai cittadini.

Ma il popolo italiano attuale non ha tempo da perdere con i ricordi e le commemorazioni, preoccupato com’è anche dal pessimo esercizio della giurisdizione, non solo per le lungaggini insopportabili e per i costi ma anche e principalmente per la carenza di preparazione dei magistrati, la cui serenità di giudizio è compromessa dalla politica alla quale sono sempre di più attaccati. Insomma, un vero disastro che fa pensare a che cosa è servito il sacrificio di quei cinquemila paracadutisti che eroicamente hanno dato la vita per la nostra Patria, o questa parola è diventata impronunciabile, pena la condanna sicura in carcere per apologia del Fascismo! 


di Titta Sgromo