giovedì 5 novembre 2015
Leggi l’articolo di Luca Telese su Libero di domenica scorsa e si viene a sapere che, nelle indagini per l'omicidio di Yara Gambirasio, pur di confermare la tesi accusatoria contro l'unico imputato (Massimo Bossetti) e creare nell'opinione pubblica la certezza della colpevolezza del manovale, è stato 'assemblato' un filmato (che "stranamente" però non compare nel fascicolo processuale) nel quale si poteva vedere il furgone di Bossetti passare più volte dalle parti della palestra di Brambate la sera in cui scomparve la giovane.
In udienza, però, viene fuori la triste novità: solo un fotogramma di quel filmato raffigura il furgone di Bossetti, mentre gli altri sono di altri furgoni molto simili a quello dell'accusato. Deprimente la risposta di Giampiero Lago dei Ris alla domanda del difensore dell'imputato: «Questo video - ha detto in aula il graduato dei Cc - è stato concordato con la procura a fronte di pressanti e numerose richieste di chiarimenti della circostanza che era emersa. È stato fatto per esigenze di comunicazione. È stato dato alla stampa».
Insomma, sembra quasi che, tramite le immagini delle televisioni e non soltanto, la procura abbia tentato (in parte, purtroppo, riuscendoci) di aumentare nell’opinione pubblica la convinzione delle malefatte compiute dal manovale: il problema, non di poco conto, è che agli organi di informazione sia stato però fornito un filmato sostanzialmente farlocco.
Quelle immagini dovevano, nelle intenzioni degli inquirenti, confermare che Massimo Bossetti era “il predatore che si mette in caccia della sua preda”; invece dimostrano che, chi sta indagando su quell’orribile delitto, stia cercando di “costruire” il colpevole e, per farlo, ha scelto quel muratore nel ruolo di vittima sacrificale.
di Gianluca Perricone