Invertire la rotta: privato, non pubblico

giovedì 5 novembre 2015


Ecco la nuova imbarcata nella scuola, di ben 63.700 nuovi posti. Chi li paga? Gli italiani con le tasse che Renzi aumenta.

Non c’è stato neanche il tempo di archiviare la pratica delle maxi-assunzioni che Renzi e governo prevedono per la scuola un nuovo “concorsone”. Il ministero dell’Istruzione con Stefania Giannini ha chiesto formalmente l’autorizzazione al ministero dell’Economia di Pier Carlo Padoan di bandire, per il triennio 2016-2018, la selezione per 63.700 cattedre riservate ai docenti abilitati. A cui si aggiungeranno, sempre nei prossimi tre anni, le 30mila stabilizzazioni di altrettanti precari delle GaE (graduatoria ad esaurimento) che sono rimasti fuori dal piano di quest’anno, tra questi 23mila maestri della scuola dell’infanzia.

Il “concorsone” è l’ultimo atto con cui lo Stato italiano addossa ai cittadini italiani, sulle loro tasse, 180mila posti tra il 2015 e il 2018. Lo scorso settembre Napolitano-Renzi-Giannini hanno immesso a nostro carico 38mila insegnanti e nelle prossime settimane toccherà ad altri 50mila della cosiddetta Fase C, cioè ai docenti aggiuntivi che arriveranno alle scuole e “serviranno per potenziare servizi e attività didattiche”. Intanto il ministro Napolitano-Renzi-Madia tuona contro gli assenteisti statali non sapendo che la legge a riguardo già c’è ma solo lei, da ministro, non lo sa. Marianna Madia, ex fidanzata del figlio di Napolitano, quello in cattedra con il trucco sempre a ridosso degli italiani, ha tuonato: “licenziare i dipendenti che falsificano le presenze", cosa che è, come il resto, tutto un bluff, perché la legge c’è già, ed è precisamente la Legge n.150 del 2009 voluta da Renato Brunetta “in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle Pubbliche amministrazioni” e che prevede il licenziamento in caso di falsa attestazione della presenza in servizio.

La Madia non sa esista la legge, non conosce le norme della Pubblica amminitrazione di cui Napolitano/Renzi l’hanno resa ministro, a spese di noi italiani ovviamente. Eppure lì, proprio in quella legge è già previsto, all’articolo 69, il licenziamento dei fannulloni. Madia, come Giannini e lo stesso Renzi, fanno tutti parte del medesimo governo mai eletto dagli italiani, illegittimo di sinistra e imposto a noi tutti da Napolitano, dopo quello di Monti e di Letta, soggetti catapultati senza merito alcuno al potere, privi di legittimazione alcuna da parte di nessun italiano. Difatti fanno disastri, non conoscono le leggi dei settori che amministrano, imbrogliano e cincischiano, truffando gli italiani che non li hanno mai né votati né eletti. E fanno danni, sbagliano, applicando la politica economica sbagliata al Paese invece di traghettarlo verso il mercato, verso la crescita, il profitto e il benessere; lo stanno caricando e “zavorrando”, caricando a più non posso la Pubblica amministrazione.

Chi paga? Chi pagherà? Sempre gli italiani con le tasse che con Renzi sono sempre crescenti e, ove mai possibile, sempre più esose. Cosa dire della Madia che, oltre a “caricare” del suo stesso assegno la Pubblica amministrazione, aggiunge i soldi pubblici che Dario Franceschini sfila agli italiani e sborsa a suo marito per fare cinema e film di sinistra, i quali, com’è a tutti noto, nessuno va a guardare e fanno il deserto nelle sale cinematografiche italiane, ormai vuote. E invece Franceschini, del governo illegittimo di sinistra, sfila e dà i nostri soldi, in un coacervo tale e quale a Mafia Capitale e coop di cui si nutre anch’egli, alla “cultura” sinistra. Si tratta di soldi pubblici nostri dati agli incapaci della sinistra a titolo gratuito, immeritati, ingiustificati, assistenziali, non utili e non produttivi se non per le loro tasche.

Oggi è necessaria la politica economica esattamente opposta a quella fatta dagli illegittimi al potere rubato, e cioè è indispensabile spostare il peso e l’intero carico delle tasse degli italiani e della spesa pubblica incanalandoli verso investimenti produttivi, che diano lavoro e occupazione e non verso persone e cose, in genere sinistrorse, improduttive e assistenzialistiche come sono i nuovi posti pubblici nella Pubblica amministrazione italiana. Quelli vanno traghettati, progressivamente quanto inesorabilmente, nel settore privato, mediante una strategia politica di lungo respiro. In Italia è necessaria la politica economica di liberalizzazioni e privatizzazioni, invece abbiamo mediocri statalisti di sinistra, allo sbando ed incapaci per di più al governo rubato con l’imbroglio di Napolitano. Ecco come siamo messi in Italia. Ed è per questo che bisogna correre alle elezioni, a votare, costi quel che costi, non solo per scrollarci di dosso gli imbroglioni illegittimi ma sostanzialmente per, inserendoci nella legittimità democratica, avviare il processo di cui l’Italia, volente o nolente, necessita.


di Cesare Alfieri