Rottamare anche la spesa della politica

mercoledì 4 novembre 2015


Visto che, con Matteo Renzi, l’Italia ha messo in soffitta la democrazia, di fatto commissariata e rottamata, perché non abolire la politica e innanzitutto la spesa che essa comporta e grava sugli italiani? Renzi sta mettendo prefetti, magistrati, uomini catapultati da altrove, tutto che dalla politica, burocrati, revisori dei conti, tappabuchi in genere non provenienti, appartenenti né sognanti di appartenere alla politica; dunque, perché non ci disfiamo ed alleggeriamo dalla politica? Cosa sono Sala, Tronca, Gabrielli, Cantone, Sabelli? Renzi stesso è stato posto illegittimamente da Napolitano al terzo governo di sinistra non eletto dagli italiani. Dunque, a che serve la politica? Risparmiamo agli italiani il pesante carico economico che, tra stipendi e vitalizi, oltre tutto il dispendioso resto, li infligge ed affligge.

Oggi in Italia la politica non esiste. Insieme alla democrazia. È un bluff, una presa per i fondelli, il modo per distribuire assegni immeritati, e vanamente, inutilmente corrisposti. Non c’è alcuna utilità a pagare oggi la politica, perché non sceglie e non fa scegliere nulla. Prefetti, burocrati, revisori dei conti, professori o magistrati rappresentano e sono la sospensione della democrazia italiana. Si invoca il deus ex machina che non esiste, il dittatore o tiranno di turno perché faccia a nome di tutti, per un intero Paese, la cui popolazione è stata esclusa del tutto da ogni decisione, elezione, rappresentanza, scelta. “Se non mangiate la sbobba riformista vi porto alle urne”, è l’ignobile minaccia di Napolitano/Renzi. Come se le urne fossero una minaccia, invece che ciò che sono: l’espressione della democrazia. Eccoli i manager ed i prefetti a commissariare la politica. Il mai eletto Renzi impone soggetti mai votati dai cittadini italiani, soggetti che non hanno appartenenza. La politica esautorata, inutile, perché inesistente sul territorio, ha lasciato il posto al dittatorello qualsiasi che decide per tutti gli italiani.

Gli italiani sono stati defraudati, derubati della possibilità di scegliere, di farsi sentire, di decidere. Il popolo non è affatto sovrano in Italia. Il popolo è escluso da tutto, innanzitutto dal sistema democratico che avrebbe dato nei secoli a se medesimo. Niente elezioni, impedite a Roma come in Italia. Niente voto, il Senato è stato consegnato dal solo Renzi, illegittimo al governo di sinistra mai eletto dagli italiani, alle Regioni idrovore della cosa pubblica; i senatori non sono più scelti da nessun italiano. Nessun controllo, sono tutti non responsabili verso alcunché, nessuno è chiamato a rispondere di niente. Napolitano che dice dal suo riposo dorato, come è stata d’altra parte tutta la sua vita a ridosso delle tasche degli italiani? È stato lui, da Tangentopoli, a “covare” e “lavorare”, o meglio a tramare e imbrogliare per imporre al Paese Monti, Letta e Renzi, in violazione e contro ogni nostra regola democratica. Renzi e il suo governo illegittimo è oggi l’esecutore o meglio la testa-di-legno di Napolitano. E non risponde di niente. Fa disastri, lascia il deserto democratico prima ancora che istituzionale dietro di sé, e non risponde di niente, non risponderà dello sfacelo generato. E gli italiani pagano. Tartassati, pagano.

Quando la finiamo? Si va ad elezioni di corsa, si deve andare al voto democratico e ristabilire il rapporto diretto e cogente eletto/elettore, e si stabilisce per legge la responsabilità politica, economica del rappresentante che sgarra. L’Italia non può rimanere in balìa della non democrazia, delle scelte impedite e negate da Napolitano/Renzi e compagni. È necessario stabilire la responsabilità, rispondere di ciò che si fa, in quanto legati a filo doppio all’elettorato, agli italiani. Possibilmente non con il cappio a testa in giù, ma con regole scritte, con la legge. Oggi gli italiani non scelgono, non votano. Nessuno paga per ciò che combina, fondamentalmente non rischia nulla. Perde solo l’Italia.


di Cesare Alfieri