Niente di nuovo sotto il cielo grillino

martedì 20 ottobre 2015


Il grande raduno pentastellato di Imola, con la presenza dell’intero establishment del M5S, Grillo e Casaleggio in testa, ha ribadito l’intenzione di questa gente di governare il Paese sulla linea oltranzista dell’onestà autocertificata. Rinverdendo con ciò i fasti comunisti della famigerata diversità cromosomica, al di là delle deliranti chiacchiere espresse da Beppe Grillo davanti ad una folla osannante, questo movimento cresciuto dal nulla continua a far leva su un aspetto culturale, a mio avviso democraticamente involutivo, assai presente nella nostra confusa società post-moderna. In estrema sintesi, il messaggio politico dei pentastellati si rivolge essenzialmente a quella vasta platea di cittadini i quale, in tutto o in parte, immaginano la democrazia come una enorme cassaforte di ricchezze presenti in natura. Ricchezze che devono essere solo equamente redistribuite da una classe politica, per l’appunto, onesta. Da qui il riferimento espresso proprio da Grillo ad Imola dei cento miliardi stimati che si perderebbero a causa della corruzione e che, dunque, solo un governo pentastellato di integerrimi amministratori sarebbe in grado di recuperare e rendere al popolo, magari sotto forma di reddito di cittadinanza per tutti.

Ovviamente si tratta di una colossale e pericolosa illusione che non tiene minimamente conto del legame che esiste tra l’eccesso dell’intervento pubblico e la corruzione medesima (ed è per questo che la nostra sparuta pattuglia liberale continua a perorare la causa persa del cosiddetto Stato minimo). Ma Grillo, Casaleggio & company hanno oramai sposato la linea dell’onestà che salva il pianeta e su questa hanno inchiodato la loro battaglia per la conquista del potere. Una linea dell’onestà a 360 gradi che, pur basandosi su una irrealistica semplificazione politica, in Italia rischia realmente di far arrivare nella stanza dei bottoni un non partito come il M5S, visto che l’unica offerta politica in grado –almeno per ora -di tamponare l’irresponsabile populismo grillino è rappresentata dal renzismo declinante. Ossia una sorta di grillismo più civile che faceva della rottamazione una sorta di autorigenerazione della cosiddetta vecchia classe politica. Tuttavia, preso atto del sostanziale fallimento economico di chi amministra il Paese da oltre un anno e mezzo, a questo punto solo la costruzione di una alternativa moderata, basata sul senso della responsabilità individuale, a mio avviso ancora presente in Italia, potrebbe salvarci dai pericolosi avventurismi politici di questi ultimi anni.


di Claudio Romiti