giovedì 17 settembre 2015
Il grande imbroglio istituzionale ordito da Giorgio Napolitano ha nell’abolizione del Senato, avanzata in Parlamento dall’illegittimo governo Renzi, il suo culmine. La riforma elettorale, l’Italicum e costituzionale, l’abolizione del Senato, corrisponde di fatto ad una riscrittura della Carta costituzionale che soltanto una nuova Costituente può affrontare.
In pratica in Italia, con i governi non eletti, illegittimi, imposti da Napolitano si sta ponendo lo stravolgimento della Carta, uno stravolgimento che non ha precedenti nella storia della nostra Repubblica. A parte la legge-truffa del 1952 voluta da De Gasperi che, comunque, prevedeva un premio di maggioranza alla coalizione o al partito che avesse superato il 50 per cento dei consensi. “Con l’alibi della governabilità e della stabilità prima arrivò la legge fascista Acerbo e poi ci furono i tentativi autoritari del generale De Lorenzo e del capo della P2, Ligio Gelli”, ha ricordato Paolo Cirino Pomicino, che ha fatto appello oggi alla rivolta in aula all’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Occorre cioè risalire alla legge Acerbo di “mussoliniana memoria” per trovare qual cosa di peggio del progetto scassa-costituzione suggerito dal dittatorello toscano.
Si tratta oggi di una riscrittura delle principali nostre regole democratiche, ad personam, con un uomo solo al comando, Renzi, una situazione che fa rabbrividire non soltanto i costituzionalisti ma gli stessi veterocomunisti ove coerenti, quale non è Napolitano che per nove anni ha occupato più male che bene il Quirinale.
“Riforme intoccabili”, ha continuato difatti a ripetere Napolitano spedendo lettere a mo’ di ultimatum alle istituzioni e ai partiti: ”un punto fermo è stato ormai posto”; “non è pensabile si torni indietro”. Veri e propri diktat improponibili, da parte del creatore dell’ aborto istituzionale del governo Renzi, prima anche di Enrico Letta per poi scaricarlo e rimpiazzarlo con lo scassa Costituzione Renzi. E’ Napolitano il ero esecutore dell’ascesa antidemocratica a palazzo Chigi dell’imbroglione Renzi senza alcun passaggio parlamentare.
Il disastro attuale in Italia è dovuto e imputabile a Giorgio Napolitano. L’Italia deve pretendere i danni. Giorgio Napolitano ha violato le regole democratiche del nostro Paese mettendo al governo soggetti non eletti dal popolo italiano. Monti, Letta e Renzi infatti non sono mai stati eletti in Italia ed hanno governato e governano tuttora illegittimamente senza alcun titolo, privi di mandato legittimo popolare, illegittimi. Il Paese deve chiedere conseguentemente i danni a Giorgio Napolitano per le manovre, le intromissioni, gli errori gravi e le forzature con cui ha deturpato, stravolgendola, la Carta Costituzionale italiana ed il suo dettato. Gli italiani devono chiedere i danni a Giorgio Napolitano anche per avere imposto all’Italia la guerra in Libia, e avere così causato la catastrofe umana, politica, economica e sociale che attualmente colpisce il nostro Paese con l’invasione del popolo libico dalle coste e dell’Isis. Giorgio Napolitano deve risarcire gli italiani per avere tramato con l’Europa fallimentare tedesca della Merkel e di Hollande contro il governo allora legittimamente eletto dagli italiani, quello di Berlusconi, e per avere inflitto a noi cittadini europei miseria e caos democratico, politico ed economico. Giorgio Napolitano deve rispondere del fatto che, tramite l’utilizzo della magistratura faziosa e di parte, ha dapprima, con Tangentopoli, fatto radere al suolo ogni parte politica diversa e altra rispetto al partito comunista italiano, facendola inquisire e perseguire e lasciando intatti comunisti, pci, ds, margherita, e pd, e più di recente, tramite la presidenza del Csm da presidente della Repubblica, ha indirizzato inchieste e vere e proprie persecuzioni inquisitorie giudiziali contro le parti politicamente avverse alla propria, la sinistra comunista.
A Giorgio Napolitano deve imputato l’avere determinato il disastro attuale europeo allo stesso modo con cui ha storicamente chiuso gli occhi di fronte agli orrori staliniani di cui ancora di recente ha rivendicato l’eredità biascicando che “i valori di quell’esperienza sono di persistente attualità”. Vale a dire che per Napolitano sono di “persistente attualità” le purghe comuniste, il gulag, il terrore e la fame, la miseria dati dal comunismo, così come la distruzione delle persone e delle culture. Tutto ciò che è stato drammaticamente sconfitto dalla storia è per Napolitano “attuale” e “persistente”. Nel lontano 1956 ha difeso i carri armati sovietici che hanno stritolato l’Ungheria decimandola, cosa di cui da ultimo ha chiesto solo scusa, mentre gli altri, gli ungheresi, sono morti, oggi ancora errori e disastri umani, politici, economici e sociali. E’ necessario per la storia, a futura memoria, chiedere ed esigere il risarcimento dei danni politici economici e sociali provocati da Napolitano, perché nessuno possa arrogarsi più in futuro il potere, o anche solo la voglia di riprovarci.
di Cesare Alfieri