martedì 15 settembre 2015
Il direttore de “Il Giornale”, Alessandro Sallusti, dice che per lui Renzi è un’occasione persa, invece per noi da quando c'è Renzi, di perso c'è stato solo il tempo. E se proprio volessimo parlare di occasione, quella sicuramente il Premier l'ha colta per se stesso e per i suoi amici, non certo per il Paese. Ha colto l'errore di Giorgio Napolitano prima e di Berlusconi dopo, quello di Bersani e di D'Alema che lo hanno sottovalutato, quello degli elettori che hanno abboccato al bluff degli 80 euro, in questo e per questo Renzi è stato scaltro.
Del resto a parte la furbizia che di lui era nota, l'ex sindaco non aveva dato alcun motivo per distinguersi nella politica e dalla politica, a meno che non si voglia dare alla parola rottamazione il significato di un segno magico di comando che non ha e né potrebbe avere. Da sola la rottamazione nulla vuol dire se non distruggere, sfasciare, buttare via, ma niente significa se non è accompagnata da un progetto serio di cambiamento profondo, alternativo e sostitutivo. Non solo, ma anche qui Renzi ha bluffato perché nei posti che contano davvero in Italia, restano ancora i nomi di sempre, basterebbe guardare per capire.
Come se non bastasse, pensarlo un socialdemocratico vero e moderno, è stato un abbaglio gigantesco, Renzi è solo il più classico dei cattocomunisti, magari con più trucco e più cerone, ma nulla di diverso e di nuovo. Innanzitutto, un socialdemocratico autentico non avrebbe mai accettato di andare a palazzo senza il voto del popolo, così come non avrebbe tenuto in piedi la legge Fornero, né erogato 80 euro a chi lavora tenendo fuori disoccupati e pensionati, ma poi e soprattutto, avrebbe offerto ai Cinque Stelle le più importanti presidenze di commissione e magari indicato Giuliano Amato piuttosto che Sergio Mattarella al colle. Matteo Renzi non è di sinistra, non è di destra, non è liberale, è semplicemente cattocomunista, diciamo new style, è autoreferenziale, troppo fanatico e arrivista per essere qualcosa di veramente diverso.
Chi in un momento come questo sarebbe volato spendendo i soldi di tutti in America per applaudire la bravissima coppia di tenniste italiane? Chi avrebbe usato aereo ed elicottero per andare a sciare con la famiglia a Courmayeur? Chi avrebbe ordinato un airbus stratosferico per gli spostamenti planetari? Un socialdemocratico? Un liberale? No, noi crediamo che solo un personaggio così avrebbe potuto farlo, Renzi. E non si parli poi delle riforme, di che colore sono? Nessuno lo sa dire tanto sono confuse, indecifrabili per quanto inutili, ben altro avrebbe fatto un socialdemocratico piuttosto che un liberale, a partire dalla giustizia, dal fisco, dal presidenzialismo.
Per questo non condividiamo l'idea di Sallusti, Renzi è stato uno sbaglio per gli italiani e una opportunità per se stesso e per la sua parrocchia, ce ne accorgeremo più avanti. Che poi il Presidente del Consiglio sia scaltro considerata l'italica platea non c'é dubbio, Sa usare l'informazione sia quella scritta che quella proiettata, sa stare dove i riflettori brillano e i bicchieri di champagne tintinnano, sa viaggiare ovunque e comodamente, sa chiacchierare a modo e fare promesse, che in Italia pagano sempre e da sempre. Ma per carità lasciamo stare l'occasione persa, quella semmai l'ha persa Berlusconi quando si è fidato ed infilato nel Patto che mai avrebbe dovuto accettare per come lo ha accettato.
Un uomo geniale come Berlusconi che è riuscito a togliere di mano il Paese ai postcomunisti, che ha inventato il bipolarismo, un impero aziendale mondiale, una miscela politica unica con Forza Italia, non doveva farsi illudere mai da Matteo Renzi. Ecco perché il centrodestra si è sgretolato, l'opzione liberale si è di nuovo sotterrata e il cattocomunismo ha continuato la sua strada. Serve come il pane di comporre un'area liberal-democratica, riformista e presidenzialista, che cambi in Italia la giustizia, il fisco, la burocrazia e il mercato del lavoro e del credito.
Serve uno Stato fuori dalle cose che non deve e non sa fare, servono garanzie sociali vere e sostenibili, serve un'Italia che conti in Europa. Serve pacificare fisco e contribuenti, piuttosto che salvare chi ha trafugato milioni all'estero, è la miriade di persone che vive drammi con Equitalia per 30, 40mila euro, che va pacificata e non quei pochi malfattori che hanno inguattato i soldi nei paradisi. Gli 80 euro vanno dati a chi non lavora e vive di pensioni da fame, gli esodati o quelli che non trovano occupazione e neanche l'accesso alla pensione vanno aiutati e non le banche con il bail-in. Il garantismo va usato per come è nato nella matrice più nobile e non per salvare cialtroni o affaristi e piuttosto che le grandi lobby vanno sostenute le piccole aziende, gli artigiani, i giovani talenti.
Questo serve al Paese, così come socialdemocratico o liberale che sia, servirebbe un vero e grande statista che pensasse alla sua terra, alla sua gente con un laico senso dell'amor patrio. Prima o poi si voterà cari amici, ricordiamocelo bene e davvero, dunque, non perdiamo l'occasione.
di Elide Rossi e Alfredo Mosca