sabato 15 agosto 2015
Col dovuto rispetto per il reale significato di parrocchia quale insieme di fedeli di una porzione di diocesi cristiana, la locuzione “uomini di parrocchia” è un modo retorico per intendere gli uomini di squadra o del giro o del clan o del capo. Anche in questo caso esistono le varie giurisdizioni territoriali, come espresso nel nostro schema delle tre linee. Gli uomini di parrocchia sono ovunque e la loro ambigua azione è sancita e regolata dai partiti politici.
Ti racconto la politica n. 3 (Gli uomini di parrocchia)
Il semplice schema disegnato nelle prime puntate, riporta tre linee che abbiamo chiamato "Partito", "Istituzione" e "Sottobosco". Abbiamo detto poco della linea “Istituzione” ma intanto ci limitiamo ad affermare che è anche una sorta di magazzino, di parcheggio e perfino di hotel di lusso nel quale si “sistemano” gli addetti ai lavori. Abbiamo invece appreso che la linea “Sottobosco” non ama mettersi in evidenza e che la linea “Partito " detiene ogni potere decisionale sulle altre due.
Perché?
Beh, a questo punto occorre parlare dei cosiddetti “uomini di parrocchia”. Fino ai primi anni Ottanta del secolo scorso, essi erano proseliti, attivisti, amici, compagni e via discorrendo; si trattava di persone di antica e sincera fede politica, mosse da alti sentimenti. Poi, almeno una quindicina d’anni prima del sopraggiungere della cosiddetta seconda Repubblica, hanno preso a trasformarsi un po’ per volta in “uomini di parrocchia”, cioè in quel popolo tra il popolo che svende il popolo. La locuzione “potere politico” è logora e antica, ma rende l’idea di cosa voglia dire, dunque, non cercheremo alcun analogismo più moderno. Il potere politico punta a piazzare "uomini di parrocchia" in ogni possibile realtà che generi interessi, anche la più piccola o remota, fino a creare appositi burocratismi qualora non fossero già stati previsti.
Si tratta di una sorta di strategia d’invasione e di controllo che ha genesi nei partiti politici. Per interessi, s’intendono affari, controlli di persone, di quattrini, di regole, di notizie, di voti e di potere. Sui poteri dello Stato - quello Stato che dicono che siamo noi ma che non è vero - si fa molta confusione. I poteri istituzionali dello Stato sono tre: il legislativo, l’esecutivo e il giudiziario; ne parleremo, dunque, non facciamo confusione e ricordiamolo! L’accennato piazzamento degli uomini di parrocchia, si decide nelle sedi dei partiti politici e si gioca nelle tre le linee che abbiamo disegnato; essi, infatti, oltre che nelle istituzioni e nel sottobosco, vengono piazzati anche direttamente nei partiti. Il nostro viaggio nella politica e nei partiti è appena iniziato; nel prossimo capitolo vedremo con quali criteri si piazzano queste decine e decine di migliaia di parrocchiani “sui generis”.
di Giannantonio Spotorno