venerdì 14 agosto 2015
L’accordo tecnico del terzo salvataggio della Grecia prevede 35 azioni cosiddette prioritarie. La Germania, autoelettasi a capo dell’Europa, dubita che la Grecia abbia intenzione di procedere con le riforme concordate/imposte, perché ritiene che la Grecia sia oggi solamente all’incasso della prima cospicua parte di aiuti, pari a 25 miliardi di euro degli 80 supposti. Il parlamento greco dovrà esprimersi e il governo del populista Alexis Tsipras teme di essere mandato a casa, dopo le sempre più pressanti richieste di elezioni anticipate. Il leader di Syriza difatti ha fatto e chiesto l’esatto contrario di quanto predicato e per cui è stato eletto, e il popolo greco ha constatato che ha sottoscritto per loro un programma di austerità tradendo completamente il mandato. Piegato alla Germania, firma la sottomissione alla Troika.
I conti che il politico di sinistra greco non è stato in grado di regolare con questa Europa, tuttavia sono stati solo rimandati. La cancelliera Angela Merkel attaccherà la medesima solfa con il prossimo malcapitato e via così fino al pan-germanesimo dell’Europa colonizzata. Nata con l’ideale dell’Unione solidale tra i popoli dell’Occidente, per fare blocco e appunto “Unione” a fronte dei blocchi statunitense, russo e asiatico, in una sparuta manciata di anni della storia è stata ridotta a mero conto della serva, per l’arricchimento e supremazia di uno solo. Il tutto mentre gli altri Stati membri, presto o tardi colonizzati, ancora sperano di averla scampata (quelli ad Est dopo averci lucrato abbondantemente sopra).
In altre parole, le riforme imposte alla Grecia, nel progetto originario europeo, non avrebbero dovuto essere imposte dall’Europa tedesca, e nemmeno dall’Europa unita, ma dalla politica economica elaborata e decisa autonomamente da ciascun Paese membro. Al contrario oggi, tramite Regolamenti e atti tipo Fiscal compact privi di valore, valenza e consenso propri dei Trattati, l’intero sistema è stato pericolosamente accentrato, e in sostanza decide il Führer per tutti. Soldi e sopravvivenza in cambio di palese umiliazione e teste chine. Questa è l’Europa della Merkel, non altro. “È un accordo decisivo. Questa dovrà essere la base per i prossimi anni. Gli obiettivi saranno la crescita e la capacità di attrarre nuovi investimenti”, ecco cosa dice oggi il vice ministro delle Finanze tedesco. La sottomissione e la contestuale annessione della Grecia è infatti il successo di Berlino e della Germania.
Non c’è rimedio. È molto tardi per riordinare questa Europa in cui crede solo chi la occupa a proprio vantaggio. Forse l’unica possibilità potrebbe essere, prima di venire ulteriormente colonizzati (il gruppo Pesenti oramai tedesco, eccetera), investire cortesemente e mandare a lavorare negli uffici dell’Eurogruppo soggetti capaci, tipo Antonio Martino e Paolo Savona, i quali, non solo per l’Italia ma per l’intero blocco europeo, comincino ad intessere la tela del futuro, consci del progetto originario, a nome di tutta l’Europa unita del futuro. Diversa da questa.
di Francesca Romana Fantetti