Arrivano calci al Partito democratico

martedì 14 luglio 2015


Chissà perché Emiliano viene contestato sì rabbiosamente a Taranto dai tarantini. Un ragazzo ha tentato di prenderlo a calci e il novello governatore ha detto che sa “che questa è una città che soffre, siamo qui per questo”. “Siamo” insieme con la factotum amante compagna di vita nominata prontamente a incarico pubblico a spese nostre? Michele Emiliano infatti ha immediatamente nominato senza concorso e con uno stipendio annuo di circa centomila euro pagato dai contribuenti quale addetta stampa in Regione, cioè pagata da noi, la sua compagna nonché portavoce e consigliera Elena Laterza. Ha “motivato” la scelta giustificandosi con l’affermazione “non cambio il miglior addetto stampa che abbia mai avuto e che lavora per me da 11 anni solo perché ci siamo innamorati. Non sarebbe giusto”. E a noi caro novello governatore che ci frega che lei si è innamorato? Perchè dobbiamo pagare noi per il suo innamoramento? Faccia la prova, raccomandi e mandi a lavorare la sua amante in un’impresa privata, vedrà che, ammesso la prendano tanto lei dice sia brava (a fare cosa?), alla società privata non la pagherebbero certo perché lei si è innamorato, non la prendono proprio. Provare per credere. E’ il solito fastidioso “principio” della diversità morale di cui la sinistra comunista italiana è maestra, in base alla quale gli esponenti del partito democratico, specie se provenienti dalla magistratura, fanno cose che se fatte da esponenti di altri partiti gli salterebbero addosso, per sbranarli, perché sono cose sbagliate da farsi. Un calcione è ancora una carezzina.

Alla prefettura di Taranto, si erano radunate circa 250 persone in occasione della prima riunione della nuova giunta regionale pugliese presieduta dal pd Emiliano e proprio all’arrivo è scattata la contestazione, alcune persone hanno esposto striscioni e scandito slogan, la tensione era alta, un gruppo ha tentato di entrare, ma gli è stato impedito l’accesso dalla polizia in tenuta anti-sommossa, che ha fatto muro con gli scudi. “Emiliano aveva detto che l’incontro era aperto a tutti, per questo siamo venuti”; sugli striscioni all’esterno c’era scritto “Emiliano, ora prima di tutto il lavoro”, “L’altoforno che uccide va fermato, il lavoro operaio va tutelato”, “Ilva di Riva Ilva di Stato operai ammazzati cittadini inquinati”. L’Ilva è stata distrutta dallo Stato italiano, dai giudici. Va riaperta e fatta funzionare rendendola conforme alle norme ambientali. Alla riunione di giunta dell’insediamento di Emiliano è stato financo applaudito, a indicare il detestabile, urticante quanto significativo, totale scollamento tra fuori e dentro.


di Vladimiro Iuliano