La favola della spesa pubblica improduttiva

giovedì 25 giugno 2015


Nel corso dell’ultima puntata di Ballarò, si è ampiamente discusso della tagliola fiscale di fine anno delle cosiddette clausole di salvaguardia e dei possibili tagli alla spesa pubblica per poterle scongiurare. Su questo piano abbiamo assistito ad un dibattito surreale tra la grillina Barbara Lezzi e la democratica Paola De Micheli, sottosegretario all’Economia.

Ovviamente nessuna delle due, vuoi per profonda incomprensione dei nostri problemi sistemici e vuoi per puro calcolo politico, ha sfiorato il nodo centrale della questione; ossia la necessità vitale di ridurre il peso di uno Stato ladro che costa ben oltre i limiti della sostenibilità economica. E se per la esagitata esponente del M5S tutto si risolverebbe eliminando i famosi caccia F-35, il cui taglio sembra divenuto il rifugio intellettuale di qualunque analfabeta economico, a parere della sua interlocutrice di Governo occorrerebbe invece lavorare sui costi standard, riducendo gli sprechi. Dunque, razionalizzare la spesa pubblica, senza ridurre di un centimetro la pervasività della sfera politico-burocratica, sembra essere questa l’ultima frontiera propagandistica di un Esecutivo oramai col fiato corto.

In realtà ci vorrebbe ben altro per impedire che a fine anno arrivi la doppia mazzata dell’aumento dell’Iva, di ben due punti, e delle accise sui carburanti, con un prelievo aggiuntivo di oltre 10 centesimi per litro. Non è certamente con le centrali uniche di acquisto, che rappresentano una delle tante chimere del renzismo parolaio, che sembra possibile reperire nei pochi mesi che restano gli oltre 10 miliardi di euro che servono. Occorrerebbe invece abbattere la cosiddetta spesa corrente, composta nella massima parte dei tre capitoli elettoralmente più sensibili: previdenza, sanità e pubblico impiego. Capitoli di spesa che nessuna forza politicamente organizzata ha il coraggio di sfiorare, tantomeno i signorini soddisfatti che occupano la stanza dei bottoni, pressati come sono dal populismo demagogico dell’opposizione e della minoranza interna. E se tanto mi dà tanto, tra un delirio legato agli F-35 ed un altro concernente i risparmi sulle garze e i cerotti, è quasi certo che la tanto temute clausole di salvaguardia finiranno sul groppone del sempre più esausto Pantalone.

 


di Claudio Romiti