Razzismo?

giovedì 18 giugno 2015


Partiamo dal freddo dato dei numeri (fonte: Corriere della Sera) relativo agli sbarchi nel nostro Paese: nel 2010 sono stati 4.406, 64.261 nel 2011, 13.267 nel 2012, 42.925 nel 2013, e poi lo sbalzo a 170.100 nel 2014. Il dato a metà giugno di quest’anno parla di 57.019 unitá.

Di fronte a questi dati, è razzista preoccuparsi ed avere qualche perplessità sull’improvviso picco di sbarchi? È razzista restare basiti ed indignati di fronte allo spettacolo macabro che si sta verificando in questi giorni in alcune stazioni ferroviarie italiane? È davvero razzista denunciare che molte strade e marciapiedi sono diventate “terre di nessuno” in mano a soggetti (spesso neppure identificati) pronti a tutto perché nulla hanno da perdere? È razzista ritenere che un buonismo di facciata sta portando ad una forma di accoglienza d’accatto di esseri umani (trasformati, si è anche scoperto, in guadagno ad personam)?

Davvero si ritiene che sia razzista chi chiede l’identificazione (magari anche tramite le impronte digitali) di chi entra nel nostro territorio nazionale senza lasciare invece, come accade adesso, la scelta al diretto interessato che, nella maggior parte dei casi, rifiuta di far sapere chi esso sia? Perché dovrebbe essere definito razzista chi vorrebbe passeggiare tranquillo per le strade della propria città senza incontrare gente che defeca, che scippa, che dá vita a risse o che alloggia sui marciapiedi? È forse razzista chi ritiene che i sei mesi di Presidenza europea di Renzi, in materia di immigrazione, siano stati più inutili di una bottiglia vuota di acqua minerale in mano ad un assetato nel deserto? Ed è forse razzista chi si chiede “Mogherini chi?” e lo fa pensando magari a Massimo D’Alema?

Ecco, di fronte a questi quesiti, se c’è qualcuno che risponde “sì, razzista”, sappia che il Paese sta sempre più condividendo le esigenze di questi che poi tanto “razzisti" non sono.


di Gianluca Perricone