A Roma si fronteggiano due opposizioni

giovedì 18 giugno 2015


In questi giorni a Roma si susseguono manifestazioni contro la giunta Marino, per le sue inadempienze e la sua inadeguatezza. Certamente governare Roma non è mai stato facile, è una città complessa, ricca di contraddizioni urbanistiche e sociali. Su di essa insistono l’essere la Capitale del Paese e la capitale della cristianità, ma fondamentalmente risente di anni di malgoverno sia del centro sinistra che del centro destra. Per quanto sia inopportuna la definizione di Mafia Capitale (perché la mafia purtroppo è ben altro, ma tale definizione ha comunque permesso alla magistratura di usare strumenti di indagine altrimenti non proponibili), l’indagine ha messo in luce un sistema di corruzione diffuso nella pubblica amministrazione con profondi addentellati nel sistema politico e criminale.

Le divisioni politiche tra destra e sinistra esasperate nei mass-media sono solo diversivi per illudere i cittadini, poi di notte si spartivano il bottino. È interessante quello che emerge in un’intercettazione di Salvatore Buzzi (presidente della coop incriminata) parlando dei capogruppi del consiglio comunale: “quelli della maggioranza sono tutti presi quelli dell’opposizione mi manca solo Ghera Fratelli d’Italia, ed Onorato lista Marchini”. Per cui possiamo dedure che anche le altre opposizione erano in qualche modo solidali? Una stranezza che nessun quotidiano ha messo in risalto e cioè che in qualche modo anche il Movimento 5 Stelle era solidale oppure il Buzzi ha pensato che sono ininfluenti? Sicuramente un pentastellato avrebbe interpretato in modo diverso, e cioè che con loro neanche ci ha minimamente pensato, visto che hanno il difetto dei comunisti che basta essere del M5S per essere onesti.

Si scambia un valore personale a ideologico, per cui l’onesta non dipende dalla persona ma è una qualità che elargisce il movimento, dunque se si è del M5S si è onesti e chi sta fuori è disonesto a priori; cosi come nel 1992 diceva il vecchio Partito Comunista Italiano durante le manifestazioni a supporto di Mani pulite. Nella manifestazione di ieri nella piazza si fronteggiavano due opposizioni nel chiedere le dimissioni del Sindaco di Roma, da un lato la lista Marchini e dall’altro il Movimento 5 Stelle con un insieme di movimenti della sinistra protestataria, dai sindacati di base, i cobas e pure Nunzio D’Erme noto per le occupazioni abusive di case, e poi parlano di onestà. Due opposizioni così diverse, una che si presenta rumorosa con facili parole d’ordine vecchie spacciate per nuove in virtù della loro presunta onestà e l’altra per quanto rumorosa un’opposizione di proposta.

Non è un caso che all’approvazione del bilancio 2014 solo la lista Marchini votò contro le spese fuori bilancio (cioè le spese che hanno permesso al sindaco gli affidamenti diretti); e lo scandalo della svendita del patrimonio pubblico al centro storico è stato sollevato da 2 consiglieri della lista Marchini. Anche gli slogan nella piazza del Campidoglio tra i due movimenti segnavano una profonda differenza, da un lato gli M5S che gridavano “onestà”, l’altra gridava “dignità”. La differenza non è solo semantica ma sostanziale: mentre l’onestà appartiene a tutti i cittadini fino a prova contraria, e per quanto anche la lista Marchini chiede le dimissioni del Sindaco, non si sostituisce alla magistratura ma chiede le dimissioni per incapacità politica della giunta, per manifesta indegnità morale nell’affrontare le tematiche cittadine e cerca il consenso sociale sia sulle denunce delle loro incompetenze che sulle proposte politiche; gli M5S, invece, invocando il termine “onestà” manifestano il loro furore giustizialista, sostituendosi al ruolo della magistratura e facendo del giustizialismo la loro arma letale come lo fu il movimento Di Pietro.

Gli M5S vantano una copertura mediatica nazionale con la quale cercano di appropriarsi delle battaglie altrui e coprire la loro nullità politica, ma la vera novità che potrà avere conseguenze politiche di lungo respiro è proprio la scelta laica e non ideologica della lista Marchini: il superamento della falsa ed esasperata dicotomia tra destra e sinistra che è stato un modo per evitare il confronto di merito e trasformare la politica in tifoseria. Questa trasformazione della politica in tifoseria è stata funzionale per vincere facile per entrambi gli schieramenti, catapultando in politica personaggi di dubbia capacità e competenza e modificando una partecipazione attiva dei cittadini in passiva, si è votato per appartenenza e non per competenza e valori.

Mafia Capitale non è altro che la logica conseguenza di questa falsa democrazia senza una vera alternanza in cui la vecchia logica compromissoria degli interessi si è trasformata in cattiva politica, ma il governo Monti, che doveva essere nelle intenzioni un governo di unità nazionale per superare la crisi, ha svelato la falsa alternanza tra i due schieramenti, realizzando il peggior governo della repubblica e la peggior politica economica che ha mai avuto il nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle entra in scena in questa crisi di credibilità dei due schieramenti, offrendo all’elettorato una presunta nuova offerta politica, che è quella miscela esplosiva fatta di qualunquistica rabbia sociale e giustizialismo.

La loro forte esposizione mediale è funzionale al vecchio sistema in decomposizione, e lo abbiamo visto alle scorse elezioni europee dove il vero scontro era tra Beppe Grillo e Matteo Renzi e gli italiani scelsero, turandosi il naso, Renzi. L’autosospensione dei due consiglieri della lista Marchini è un segno chiaro e forte di non ritorno e di non dare più alibi a questa giunta, cosa che il M5S si guarda bene da fare. A Roma il Partito Democratico è in caduta libera, la sua concezione ideologica gli impedisce di comprendere i loro sbagli, come il perseverare di continuare a governare la città con una giunta incapace di ascoltare e di comprendere il profondo disaggio che ormai in modo esausto vivono quotidianamente tutti i ceti sociali della città.

Mafia Capitale è la ciliegina che ha tolto anche quel minimo pudore all’abbandono e all’incuria in cui versa Roma, le dimissioni di questa giunta sono ormai all’ordine del giorno e rappresentano un’urgenza nazionale per chiudere una stagione maleodorante di pessima politica. Pensando agli uomini di questa classe politica di maggioranza ma anche di opposizione se penso al M5S, mi sovvengono le parole del Faust: “L’uomo è quell’animale che si serve della ragione per comportarsi in modo più bestiale delle bestie”.


di Roberto Giuliano