venerdì 8 maggio 2015
Benvenuti nel magico mondo di Padoan. Il ministro soi disant economico del governo non eletto Renzi. Nel Paese delle meraviglie di Padoan la realtà appartiene ad un altro mondo.
Padoan innanzitutto, quando parla, non sa lui stesso se fa parte o meno del governo mai eletto dagli italiani di cui nella realtà fa parte, ne parla con distanza, come di qualcosa altro da sé che fa presumere che, al dunque, non si riterrà responsabile di alcunchè scaricando il barile pesante delle responsabilità gravi a chi di dovere, cioè agli altri correi, cioè non su di sé. Il governo mai eletto nella realtà vera è da cacciare perchè fa acqua da tutte le parti, su tutti i fronti, dal jobs act al bonus da 80 euro, dalla gestione dell'immigrazione a, buon ultimo, l’Italicum ma egli non se ne cura e cale. Quisquilie, roba lontana mille miglia dal regno dei sogni, il suo. Che il giudizio di tutti gli italiani sia sempre più negativo su Renzi, non lo ritiene importante, tanto saranno cavoli suoi, non i propri. Ai numeri choc sulla disoccupazione cui aggiungere la mazzata del rimborso delle pensioni che manderà in fumo l’inesistente "tesoretto" da 1,5 miliardi, è roba ultronea. Errori di Renzi, per Padoan, perché avrà probabilmente dissipato dieci miliardi l'anno e per i prossimi due con la regalia elettoralistica degli 80 euro mensili infischiandosene di destinare quella cifra al pi utile taglio del cuneo fiscale – Irap -. Che non ci siano quindi le risorse finanziarie necessarie, egli non se ne cura. Che il jact non abbia avuto né abbia tuttora alcuna incidenza sull'occupazione in Italia, o che la legge elettorale porti dritti dritti all’esclusione degli italiani dal voto, non se ne cale. Non importa che il premio di maggioranza al partito che supererà il quaranta per cento o che vincerà il ballottaggio premierà una esigua minoranza effettiva degli elettori italiani, e che trasformerà i deputati in soldatini/schiavi e la “governabilità” ottenuta con i numeri sarà mera formula rozza e fallace. Non importa se con l'Italicum ci sarà un allontanamento dal nostro sistema democratico in favore del solo potere personale di uno, cioè di chi conquisterà la carica di primo ministro trasformando in maggioranza dei seggi la minoranza più forte o che anche dopo l'eventuale ballottaggio si creerà una maggioranza che potrà non essere tale e che per di più darà luogo ad un governo monocolore. Non importa e non se ne cale. Ciò che è importante è che dal Paese delle meraviglie fuoriescano pseudo“riforme”, non condivise e dilanianti l’intero Paese, ad usum della Germania europea, vera “padrona” di Padoan.
E’ infatti sull’Europa che dà il massimo in termini di fantasia e irrealtà. L’Europa della Merkel gli ha concesso l’obolo della flessibilità a tempo, dunque lui la sventola qua e là soddisfatto perché così avvalora e potrà dare forza al piano/sòla, creativo finanziariamente quanto illusorio, di Juncker che quella birichina della Banca europea per gli investimenti non vuole supportare perché, ne è convinto Padoan, non si accorge della crisi. E se non se ne è accorta dal 2008 ad oggi, difficile caro ministro illegittimo, se ne accorga. Dunque l’Unione politica deve aspettare perché c’è un problema di “fiducia”, la chiama così, della Germania verso gli altri Paesi europei. Avete capito bene, il problema di Padoan è che non riesce a fare nutrire un po’ di fiducia alla Germania verso gli altri Stati membri, quelli stessi che la Germania ha fregato in lungo e in largo lucrando a loro spese un mega surplus e non volendo fare niente, adesso né mai, in loro favore. Ma una cosa turba Padoan financo dal Paese delle meraviglie, e cioè che la brutta stampa italiana attacchi la sua vetusta pupilla Maria Cannata, alla quale lui sostiene tutti abbiano dato tanti premi e che adesso, di fronte alle legittime richieste di trasparenza sui nostri soldi da parte di noi italiani, stante i reali “casini” che ha combinato e di cui non intende rispondere in alcun modo, non vuole dire niente circa la sua gestione fallimentare quanto segreta della massa di miliardi in derivati. Oibò. Quanti pensieri dal Paese immaginifico delle meraviglie di Padoan. Tutto è così “perfetto” che dispiace quasi fare qualche cifra o riportare qualche dato dall’Istat a collegamento con la realtà, quella vera. Mentre Renzi non capisce la realtà, con Padoan si è da un’altra parte, perché neanche la immagina. Lui vive nel Paese delle Meraviglie. L’Italia purtroppo non è lì.
di Cesare Alfieri