E c’ha ragione D’Alema

venerdì 3 aprile 2015


C’ha ragione quando dice che “la giustizia non può avere come fine quello di sputtanare le persone, ma deve avere come fine la ricerca dei responsabili dei reati”. Come si può dargli torto? E c’ha vieppiù ragione quando dichiara di sentirsi, come cittadino, “offeso ed indignato per essere stato chiamato in causa in una vicenda nella quale sono del tutto estraneo”.

Poi l’apoteosi che non può non strappare il nostro applauso, anzi quasi una standing ovation: “la diffusione di notizie e intercettazioni che non hanno alcuna attinenza con le vicende di cui si occupa la Procura di Napoli è scandalosa e offensiva”. A chi, come noi, è da sempre garantista ma non mette in dubbio l’utilità delle intercettazioni telefoniche bensì il loro strumentale utilizzo; a chi, come noi, ancora ricorda la pubblicazione sui giornali dell’sms d’amore che Stefano Ricucci inviò all’allora sua fiamma Anna Falchi, che ben poco c’entrava con l’inchiesta che riguardava l’imprenditore; a chi, come noi, ha espresso da tempo diversi dubbi sulla regolamentazione delle intercettazioni telefoniche (soprattutto quando effettuate “a strascico”) così come è ora; ecco, soprattutto a chi la pensa come noi, il presidente D’Alema dovrebbe far sapere soltanto una piccola cosa: si è accorto solo in questi giorni che la diffusione del contenuto di certe intercettazioni “è scandalosa e offensiva” per chi se la ritrova sui giornali?

Perché delle due l’una: o l’ex ministro è stato distratto fino ad oggi (e non si è “accorto” di casi simili a quello che lo ha visto coinvolto) o è in profonda malafede. In entrambi i casi, almeno dal nostro punto di vista, è comunque pericoloso e, quasi quasi, si comprende la voglia di Matteo Renzi di rottamare un siffatto personaggio.

 


di Gianluca Perricone