mercoledì 18 marzo 2015
Ha perfettamente ragione Panebianco che sul Corriere della sera, con il suo stile asciutto e acuto, si domanda a cosa serva votare se poi i votati se ne infischiano. A dirla tutta, caro Panebianco, in Italia questo ipocrita vizio è piuttosto antico e porta addosso almeno venti anni. Dal 1994 con il governo Berlusconi, si è aperto il vergognoso carosello dei ribaltoni e del sovvertimento della volontà popolare.
Come se non bastasse, la mancanza del vincolo di mandato ha fatto il resto e dunque spesso, votare non è servito a niente. La possibilità, infatti, che un parlamentare eletto da una parte possa buggerarsene finendo da quell’altra, è di per sé una testimonianza della falsificazione e della inutilità del voto. Non ci sorprende dunque Tripas, che dopo una campagna fatta tutta contro l’euro finisca a danzare con la Merkel, cosa vuole che sia caro Panebianco, da noi è successo di molto peggio. Da noi non solo i ribaltoni hanno segnato, ferito e sbeffeggiato la democrazia, ma è stato fatto di più, insediando a palazzo Chigi con Renzi, tre Presidenti del Consiglio, non eletti e non votati. Se non è questa una ipocrita derisione del voto popolare cosa vuole che sia? Una moda? Una tendenza? Un fatto trendy e radical chic? No, Panebianco, no, è solo la conferma di quanto alla politica del pensiero della gente non gliene freghi un tubo. Da sottolineare poi, che tutto questo è accaduto con l’avallo del Capo dello Stato, che della sovranità popolare dovrebbe essere garante, dunque, caro Panebianco, che cosa ci può sorprendere?...... Ormai proprio nulla.
Il voto è diventato un optional da noi, sarà per questo che fanno così, sarà per questo che per cambiare la costituzione anziché farci votare una costituente, utilizzano il grimaldello dell’art.138. Quell’articolo Panebianco, lei lo conosce bene, fu messo apposta dai Padri Costituenti non per riscrivere e stravolgere la carta, ma per consentire solo pochi aggiustamenti, gli estensori infatti, davano per scontato che la volontà di capovolgere la legge fondamentale, sarebbe passata per una nuova assemblea. Eppure in Italia oggi, se ne fregano, con l’articolo 138 e a colpi di risicata maggioranza cambiano tutto, che ne pensa lei di questo caro professore? Per noi è semplicemente una vergogna e non ci basta certo l’idea del referendum, perché sappiamo bene come funzionino le consultazioni popolari nel nostro Paese, che vengono fissate troppo spesso in un giorno unico, magari estivo e domenicale, alla faccia della sovranità popolare.
Del resto è noto che, circa una ventina di anni fa, in una gita in barca tra un gruppo di potenti, fu disegnato il destino del Paese sopra la testa di tutti gli italiani. In Italia siamo sudditi da tempo, siamo il dindarolo del potere, ci spremono di tasse togliendoci di tutto e poi ci accusano pure di evasione, roba da matti, hanno distrutto e rovinato una nazione e per tappare i buchi spolpano a noi. A questo punto cosa vuole che sia il voto per loro caro Panebianco, ci mandano in cabina poi fanno il patto del Nazareno, prendono i voti da destra e se ne vanno al governo di sinistra, si fanno eleggere e poi spariscono, per noi è uno schifo, non sappiamo per lei.
Stiamo male caro professore, molto male i nostri nonni e padri hanno lottato per la libertà, per la conquista dello stato di diritto e questi poi ci hanno schiavizzati, siamo spiati, controllati, accertati, spulciati e perquisiti come fossimo mozzi della filibusta. Ci hanno imposto l’euro e non ce lo hanno chiesto, ci invadono di gente e non ci ascoltano, fanno le guerre e non ci interpellano, non solo, ma quando in qualche referendum diciamo la nostra, se ne fregano e trovano il modo per non rispettarlo. Una democrazia malata, zoppa e ferita a morte, per questo andiamo male, balliamo sui carboni ardenti e la gente è furibonda, eppure continuano spavaldi.
Il Premier sorride e la sua corte batte le mani contenta e compiaciuta, ma che Paese siamo? Si muore per un posto che manca in ospedale, per un delinquente che dovrebbe stare dentro, per una banca che non ti presta i soldi, per equitalia che ti pignora tutto e il Premier sorride e con il Falcon va a sciare a Courmayeur. Si sono divisi tutto il cioccolato e a noi hanno lasciato la posata sporca e da lavare, a questo punto caro Panebianco, cosa vuole che sia votare e rispettare la democrazia, una illusione , un trompe- l’oeil. Trilussa diceva:” Er sole è tonno, ma si fosse ovale se chiamerebbe sole tale e quale!”
di Elide Rossi e Alfredo Mosca