Come abbiamo potuto avere un governo non eletto?

mercoledì 18 marzo 2015


Non è questione di Matteo “giusto” o “sbagliato” (Renzi/Salvini), è questione di democrazia. Non si sta né con quello giusto né con quello sbagliato. Si sta e si governa, se si viene eletti e, poi, se lo si ritiene, con un Matteo, uno o l’altro, purché eletti.

Il discrimen tra la situazione politica illegittima in cui ci troviamo e la legittimità di una situazione politica è dato solo e unicamente dal rispetto della democrazia e delle regole democratiche che ci siamo dati. Tali regole prevedono che si governi dopo essere stati eletti. E che non si governi, e che per questo si tratti di governi illegittimi, ove non eletti. I governi Monti, Letta e Renzi non sono stati eletti, sono contro e in violazione delle nostre regole democratiche. Sono illegittimi. Questo è il vero problema del governo in carica e dei due precedenti, tutti e tre frutti della sospensione della democrazia orchestrata da Giorgio Napolitano, al momento sottrattosi e nascostosi nella speranza che una visione lucida da parte degli italiani lo chiami a rispondere riguardo a ciò di cui è responsabile. Anche Renzi, così come Letta e Monti, è stato imposto agli italiani da Napolitano, coadiuvato, contro gli interessi dell’Italia, dall’Europa tedesca della Merkel.

Quello che bisogna chiedersi davvero è come si siano potuti avere tre governi illegittimi, governi non eletti con un Parlamento dichiarato illegittimo in quanto dichiarato anche incostituzionale, così come ha scritto lo stesso attuale nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella sua sentenza redatta da giudice costituzionale. Con la violazione di ogni regola democratica abbiamo oggi il debito pubblico italiano aumentato rispetto a prima, essendosi posizionato molto vicino al suo massimo storico. Gli italiani sono tuttora sempre più vessati da tasse e da una pressione fiscale alle stelle, tanto che, non nutrendo più alcuna fiducia non spendono per il terrore di non riuscire a pagare le tasse che sono fuori misura, e pronta l’Agenzia delle entrate a vessarli con processi e galera. La giustizia italiana è più che mai fuori e senza controllo, nel senso che ci sono i giudici all’assalto del potere politico e legislativo (Grasso, Cantone, De Magistris, Di Matteo, e poi nei ministeri, eccetera), forti del fatto che la crisi non ha intaccato le loro tasche in quanto, a fine mese, paga Pantalone (cioè sempre noi). E Renzi, non eletto, tassa, ritassa e stratassa. Fa ridere chi prende per i fondelli gli italiani sostenendo che la “politica” di tasse e di aumento costante della spesa pubblica non sia di sinistra, dato che è la sinistra, e innanzitutto questa attuale miope quanto incapace, a tassare e addossare sul groppone della collettività, una spesa pubblica insostenibile.

Rispetto della democrazia, molte meno tasse, molta meno spesa pubblica, totale revisione dei costi pubblici e dell’apparato istituzionale, burocratico amministrativo, riforma della giustizia, liberalizzazioni, mercato, concorrenza e molte privatizzazioni, (a cominciare dalla Rai), solo questo tipo di impostazione politica può oggi ricondurre il disastro nazionale sotto gli occhi di tutti nella direzione più conveniente per tutti. Si deve cominciare con il voto al più presto, cioè con il ripristino della prima regola democratica, e si proseguirà con le riforme nella direzione dovuta, innanzitutto con la riduzione della tassazione e il contestuale riordino, esame e drastico contenimento della spesa pubblica.

Solo con il rispetto della democrazia si avranno parlamenti e governi in grado di intraprendere il cammino conveniente per l’Italia. Così come siamo, non si va da nessuna parte. Si veda, anche solo, da ultimo, l’inasprimento del trattamento del falso in bilancio per le società quotate, normativa resa stoltamente ancora più cruenta di quelle esistenti in tutta Europa. Il risultato è che, con essa, dovremo dire tutti, ancora di più rispetto ad oggi, addio a qualsivoglia investimento estero in Italia. E si aggiunga a ciò il tipo di giustizia/non giustizia che abbiamo, e che fa già scappare da sola chiunque e qualsivoglia affare economico da noi. E, già che ci siamo, diciamo anche ciao ciao a tutti i nostri imprenditori, già in fuga dal nostro Paese. Ciao ciao.

Così non funziona niente, perché non può funzionare alcunché. E non può funzionare perché non sono state rispettate le regole della democrazia. La libertà e la democrazia sono nelle urne, non nelle imposizioni di governi né nei furti di governo con imbroglio, scasso e destrezza. Bisogna cambiare. È necessario votare per riformare.


di Cesare Alfieri