Un’elezione di troppo

mercoledì 11 marzo 2015


L’insolito valzer sulla data delle prossime regionali (dopo la ventilata data del 10 si torna a parlare del 24 o, addirittura, del 31 maggio) descrive appieno quanto indigesto ed inopportuno risulti per tutti -Renzi e PD compresi- il prossimo voto. Altro che toccasana. Altro che bagno di democrazia. Le prossime elezioni rischiano di trasformarsi in un autentico “bagno di sangue” per molti (se non per tutti).

A rischio sono le riforme, con il “voltafaccia” obbligato di una Forza Italia ai minimi storici, dilaniata tra filo-leghisti, nazzareni, filo-centristi e fittiani. A rischio è il Governo con un’area popolare tricefala (pro-renziani, indipendentisti o tosiani e pro-berlusconiani) ed una sinistra PD ansiosa di vendetta. A rischio c’è la tenuta dei conti, proprio alla vigila della tanto auspicata ed attesa ripresa. Forse mai, come in questo caso, le elezioni rischiano di essere controproducenti per il Paese. Un Paese che ha bisogno di tutto tranne che di divisioni, contrapposizioni ideologiche, strappi, scissioni e crisi di Governo.

Mentre il prossimo voto sembra prospettare proprio e solo questo: disgregazione del centrodestra con forti ripercussioni sull’Esecutivo e, per contro, l’insabbiamento delle riforme come rappresaglia della minoranza democratica. Persino le europee, programmate ad appena qualche mese dall’insediamento dell’ex Sindaco, non furono traumatiche (neppure nella fase preliminare) come promettono di essere le regionali.

In appena un anno di vita l’esecutivo Renzi, che nessuno ha eletto, ha dovuto fronteggiare - paradosso nel paradosso - già due tornate di voto. Bizzarrie di una democrazia sempre sotto esame ma davvero poco incline a prove di autentica “maturità”.


di Daniele Marchetti