martedì 17 febbraio 2015
La Svizzera deve sentirsi molto al di fuori dell’Europa anche per quel che riguarda il pericolo dei terroristi islamici “fai da te”. Che colpiscono ormai quasi tutti i giorni in Francia, in Belgio, in Germania, da ultimo in Danimarca e dio non voglia, minacciano di farlo anche in Italia. Tanto è vero che il partito comunista locale non si indigna per il fatto che con il pretesto dell’islam c’è chi minaccia la nostra sicurezza e il nostro modo di vivere, che allegramente se ne frega tanto del sacro quanto del profano. Senza eccezione alcuna. In compenso si indigna per la presenza di Israele, di autori cinematografici israeliani, nell’edizione del 2015 del festival di Locarno. Che proprio nlle prossime settimane vrrà presentata anche a Roma.
La notizia, veicolata da “Ticinonews”, ce la dà Emanuele Baroz attraverso il “progetto Dreyfus”, che poi è quello che monitora l’informazione, buona o più facilmente cattiva, su Israele e dintorni. Nota Baroz che sarà “..Israele il Paese protagonista di Carte Blanche, iniziativa che si tiene nell’ambito del Festival del film di Locarno, in programma dal 5 al 15 agosto 2015 nella cittadina svizzera, decisione che non è andata giù a tale Massimiliano Ay, segretario politico del Partito Comunista della Svizzera Italiana”.
Il quale, “in un durissimo e delirante comunicato contro l’attuale presidente del Festival, e pieno di falsità sullo Stato di Israele, ha dichiarato quanto segue: Marco Solari prima sbatte le porte in faccia ai russi, poi le spalanca ai sionisti! Dopo aver rifiutato – quasi fossimo ancora in piena guerra fredda – l’offerta della Russia di una vera cooperazione con il Gosfilmofond, cioè la più grande cineteca del mondo, il Festival del film di Locarno comunica che l’edizione 2015, la 68esima dell’importante evento culturale locarnese, sarà caratterizzata da un partenariato con l’Israel Film Fund, emanazione del governo di Tel Aviv.”
Insomma daje Putin e abbasso Nethanyahu. Senza sapere, il malcapitato, che i due premier in questione hanno quanto meno una cosa che li rende diplomaticamente omogenei: avere dichiarato guerra al terrorismo islamico dentr e fuori dai rispettivi confini senza alcun infingimento al politically correct. Tanto è vero che molteplici sono stati i contatti diplomatici tra i due esecutivi nelle scorse settimane e negli scorsi due anni in genere. E tanto Putin quanto Nethanyahu ultimamente darebbero un brutto dispiacere a questo compagno dal cervello che ragiona ancora per vecchi schemi: la causa palestinese con l’Isis che incombe si è andata a farsi benedire.
Anche perché Hamas sembra come al solito militare dalla parte sbagliata. E gli svizzeri farebbero bene anche loro ad allertare la propria intelligence invece che a dare spazio a queste polemiche un po’ ridicole oltre che datate.
@buffadimitri
di Dimitri Buffa