giovedì 12 febbraio 2015
Da Renzi e dal Governo è partita la grancassa sul 2015, anno felix, grandi sorprese, Pil oltre le attese, ripresa e successi. Ovviamente la squadra del Premier, non solo è un indistinto monocolore renziano, ma è stata opportunatamente addestrata ad obbedire ed a esaltare le iniziative del capo. Il fatto poi che in concomitanza con l’annuncio del quantative easing, della vittoria di Tripas in Grecia e dei road show su Expo 2015, il coro abbia alzato i toni ed abbia chiamato a raccolta tutta l’informazione amica, la dice lunga sui timori del contrario. Il Premier infatti, sa bene che la propensione ai consumi, oltreché dal portafoglio dipende dalla testa e dunque suggestionare la gente sul ritorno di crescita, benessere e soldi in quantità, fa la differenza.
Del resto che gli italiani siano sensibili alle promesse è testimoniato dai successi del PD e dai consensi al Premier, è questo purtroppo un limite nazionale pagato da sempre a caro prezzo, gli italiani sono creduloni e tendono ad abboccare facilmente. Se così non fosse stato, da noi in tanti anni altro che rivoluzioni si sarebbero verificate, basterebbe per questo pensare agli scandali, ai comportamenti ai limiti del costituzionale, alle prese in giro, alle estorsioni fiscali, per capire quanta pazienza e faciloneria ci sia in giro. In tutto ciò, Renzi che di scaltrezza è maestro, ci azzuppa il pane e raddoppia con le sparate ad effetto, i trionfalismi e le promesse di un Impero……… Ovviamente non è così, la realtà è un’altra e l’Italia è sotto esame per i suoi conti, per la sostenibilità del debito, per i limiti di deficit. Non esiste infatti, nessuna certezza sia sulla ripresa e sia sul ritorno del sereno, tanto è vero che la stessa legge di stabilità è stata infarcita di salvaguardie fiscali, per il timore di non farcela.
Sugli effetti poi del quantative easing, è tutto da vedere, a partire dall’utilizzo dei circa 130 miliardi di euro che dovrebbero spettarci, il progetto infatti, di una bad bank garantita dallo Stato pronta a rilevare le sofferenze bancarie che, guarda caso, assommano proprio a 130 miliardi di euro, puzza di bruciato. Sia come sia, il festival delle ipocrisie è cresciuto in questi giorni in modo insopportabile e quando il diavolo blandisce cerca l’anima. I numeri, quelli veri, dicono altro, aumenterà la pressione fiscale e con essa la persecuzione di equitalia, con la riforma del catasto le case saremo costretti a venderle, con i tagli ai comuni le addizionali pioveranno a catinelle, tutti sintomi opposti a quelli di ripresa.
Quando infatti si spreme oltre ogni limite, è perché i soldi mancano e non abbondano, altro che chiacchiere, per stimolare l’espansione, l’economia spinge a ridurre gli obblighi e non ad aumentarli. E’ proprio questa la testimonianza dell’illusione mediatica partita in questi giorni, Renzi non potendo ridurre niente, alza l’unica cosa che può alzare, le sparate, le spavalderie, le promesse, in questo il trinchetto fiorentino è davvero bravo. Come se non bastasse, l’esito del debito greco, l’eventualità che il centrodestra si ricompatti e i prossimi esami della UE sui nostri conti, per il Premier fanno novanta e proprio perché lui lo sa bene, raddoppia il bluff.
Svegliamoci signori, di poco si vive di niente si muore, deve pur esserci il momento del basta, un sussulto d’orgoglio, una presa di posizione e se questa partisse dalla riconciliazione fra Berlusconi e Salvini ben venga e che sia benedetta, aiutiamola con tutto il sostegno. Certo che Berlusconi poteva e doveva capire, certo che fidarsi di Renzi è stato grave, certo tutto, però meglio tardi che mai e perdersi sul poteva essere, sarebbe per il centrosinistra un regalo folle ed esiziale. Ci aspettano tempi difficili e sulla possibilità che il centrodestra rinasca e si compatti ne diranno di tutti i colori e faranno ogni cosa per illuderci e dividerci, non caschiamoci, non caschiamoci più, se lo facessimo sarebbe solo colpa nostra!
di Elide Rossi e Alfredo Mosca