giovedì 12 febbraio 2015
Il nostro Paese non potrà mai diventare una democrazia compiuta, del tipo di una democrazia liberale d’occidente perché si è progressivamente esaurito il bipolarismo centrodestra/centrosinistra che avrebbe potuto fare da presupposto alla nascita di un bipartitismo con la destra moderata tendenza liberale da una parte e la sinistra moderata tendenza socialista dall’altra. Con il governo imbroglio Renzi, tendenza fallita partito unico della nazione, si è mostrata in tutta evidenza la totale inconciliabilità delle opposte concezioni politiche. Pure imbrogliando, si è riusciti a venirne a capo.
Sarebbe necessario un moto spontaneo e disperato che, dopo l’illegittimità di Renzi, del Parlamento, del Presidente della Repubblica, faccia da rottura e da presupposto al superamento delle condizioni in cui ci troviamo, che tuttora vincolano in toto il Paese, rendendo impossibile anche la possibilità stessa di riformarlo. Il comunismo è crollato dappertutto nel mondo e solo in Italia, ridicolmente agli occhi del mondo, l’ironia della storia ha imposto lo strascico del disegno di Gramsci addirittura, della conquista del potere da parte della sinistra comunista. Non c’era riuscito il partito comunista italiano pagato dall’Urss, c’è riuscito il substrato risalente alla retroguardia post comunista per mani di un novantenne alla presidenza Giorgio Napolitano soggiogato e in balìa degli uomini e delle donne italiane pregni di quella cultura.
La sinistra di incapaci e inetti oggi al potere politico è arrivata dopo che l’intero Paese è stato preventivamente “occupato” nei suoi avamposti strategici quali le scuole pubbliche, la magistratura pubblica, lo stesso sistema informativo. L’“occupazione” ha spostato l’impostazione stessa della nostra società su “binari” e “soluzioni” di tipo collettivistico, burocratico e illiberale. Non siamo divenuti un Paese di socialismo reale ma, dopo essere stati per lungo tempo una democrazia zoppicante e debole, oggi siamo una non democrazia, con un governo non eletto, un presidente della repubblica illegittimo perché scelto da un non eletto e un parlamento illegittimo in base alla sentenza della corte costituzionale. In altre parole l’Italia è una democrazia fragile e complessa, oggi illegittima, esposta a comportamenti decisioni e scelte antidemocratiche, a crisi di governo frequenti, conseguenze dalla inconciliabilità di opposti, che rendono impossibile una qualsivoglia stabilità e, meno che mai, lo stesso nostro sviluppo economico.
L’Italia è scivolata senza rendersene conto sulla più pericolosa china illiberale, verso una specie di vero e proprio regime, che si fonda e sostanzia politicamente su una unanimità beota e, amministrativamente, su una burocrazia diffusa e espansa, insofferenti alla competizione e ai conflitti tra concezioni diverse dei modi di governare. E tali diversità, come insegnava Luigi Einaudi, sono invece il terreno su cui si concreterebbe e si sviluppa la democrazia liberale. Le “revisioni” in corso da parte del “direttorio Renzi” stanno mettendo in pericolo le nostre stesse libertà politiche escludendo gli italiani dal voto e dalla rappresentanza diretta, condannandoci alla miseria economica e sociale.
Ci stanno condannando agli assalti di una magistratura politicizzata e fuori controllo e a non poterci in futuro difendere in base a principi della democrazia perché oggi è “gestita” in maniera tale da potere essere domani negata. L’affastellamento delle leggi sempre più numerose, tutte queste leggi su leggi che alimentano la burocrazia sempre più esosa ed esondante, hanno l’effetto di limitare la nostra capacità di iniziativa e di agire di cittadini, rendendo impossibili gli investimenti dall'estero. L’attuale regime collettivista e illiberale si manifesta cioè con tutta questa legislazione che pretende di regolare ogni cosa, in maniera sistematica e dettagliatissima.
La corruzione dell’apparato pubblico italiano è dovuta e trae la propria ninfa vitale proprio da questo eccesso di regolamentazione, proprio per le occasioni create da questa stessa legislazione che vorrebbe combatterla. Il popolo italiano non è il più corrotto del mondo, anzi, ma è quello che di più deve fare i conti con licenze, divieti, atti amministrativi e burocratici che riducono ogni forma di libertà sociale ed economica, libertà grazie a cui sono nate, si sono sviluppate e prosperano le libertà occidentali. Renzi l’imbroglione di sinistra al potere rubato avrebbe dovuto occuparsi di delegiferare e deregolamentare se fosse stato mai un riformista, impossibile per la misera “caratura” della persona.
Non lo ha fatto perché non lo sa nè pensare nè fare, perché è nato ed è assoggettato, connivente e solidale, alle corporazioni/ caste che infestano il nostro Paese, tanto per cominciare alle burocrazie, giudiziali e non, centrali e periferiche. Mani Pulite nel 1992 e l’abolizione nel 1993 della autorizzazione a procedere nelle indagini sui parlamentari hanno dato la stura in Italia ad un colpo di Stato, oggi perfezionatosi, a distanza di una generazione, con la sinistra politica al potere. La procura della repubblica di Milano, allora, non ha solo commesso il reato di attentato agli organi costituzionali di cui all’art. 289 del codice penale, ma un colpo di stato di cui all’art. 287, con strascichi e seguito “di successo”, perfezionamento, adesso con i governi illegittimi di sinistra al potere, previa destituzione del governo di centrodestra Berlusconi democraticamente eletto.
Insomma i giudici d’assalto venticinque anni fa hanno aperto e spianato la strada a ciò cui si è temporaneamente opposto, scendendo in politica, Berlusconi, e oggi, da tre anni, la sinistra politica, rimasta volutamente intoccata da Mani pulite allora, “grazie” alle manovre illegittime e antidemocratiche di Napolitano, barando e non eletta, ha preso il potere. Il Paese è fermo oggi, perché gli è stato messo lo stop illiberale. Democrazia, voto, libera iniziativa, competizione e mercato sono gli elementi della via maestra per uscirne.
di Francesca Romana Fantetti