Il Belpaese da rivoltare come un calzino

martedì 10 febbraio 2015


Ma perché guardando un telegiornale qualsiasi siamo costretti a vedere Silvio Berlusconi, anche quando in un momento di lucidità si accorge di aver sbagliato tutto, accompagnato dal disastroso cerimoniere Gianni Letta e dal faccendiere Denis Verdini, e non in compagnia del grande piccolo uomo Renato Brunetta, piuttosto che da Raffaele Fitto, o da Michaela Biancofiore, o da Daniela Santanchè. È davvero un supplizio, al pari di quello che ritrae la bella Maria Elena Boschi o l’Alessandra Moretti o la friulana Debora Serracchiani che rinnega il dramma delle Foibe, che traendo spunto dal risveglio improvviso dell’ex Cavaliere, non perdono neanche un attimo per manifestare con espressioni usate ed abusate, l’autosufficienza di Matteo Renzi e del Partito Democratico per l’approvazione delle riforme.

Le tre signore, o signorine, possono benissimo manifestare tracotanza dopo il davvero tristissimo spettacolo dell’elezione del Capo dello Stato che è servito soltanto a ricompattare un partito intorno al cattocomunista di turno ed in spregio alla maggioranza del popolo italiano che, se fosse stato chiamato a votare per l’elezione diretta, non gli avrebbe concesso neanche un centinaio di voti. Viceversa, come ormai accade da tre anni, Sergio Mattarella è stato eletto dai parlamentari che sono stati eletti per designazione delle segreterie di partito, con una legge, il Porcellum, dichiarata incostituzionale dall’apposita corte della quale faceva parte il neo capo dello Stato e per iniziativa del capo del governo, neanche lui eletto dal popolo bensì chiamato a presiedere il potere esecutivo dal monarca Giorgio Napolitano che ha abdicato senza designare il suo erede. Se a ciò aggiungiamo lo squallido ed indecoroso spettacolo dei deputati di Scelta Civica che, senza neanche interpellare il loro capo Mario Monti, senatore a vita nominato da re Giorgio capo del governo, il più disastroso che la repubblica abbia mai avuto, sono sbarcati nell’isola felice del Pd. E se per un attimo, non di più, ci soffermiamo sullo spettacolo altrettanto avvilente ed indecoroso del Nuovo Centrodestra il cui capo viene definito da Renzi tappetino, o peggio ancora zerbino, perché ha osato criticare il metodo della designazione di Mattarella. Che cosa aspettiamo ancora per pretendere che nel nostro amato Paese venga ripristinata la democrazia rappresentativa non di un popolo inerme e disilluso ma di un popolo consapevole della sua importanza non solo storica?

A tal proposito è bella l’immagine di Vladimir Putin che riceve nel salottino del Cremlino, Angela Merkel e François Hollande e non altri, avendo l’Italia, che non è seconda a nessuno, assunto la dimensione renziana che altro non è che una dimensione residuale al pari degli altri Paesi di Europa. D’altro canto chi va a trattare con Putin sulla delicata questione dell’Ucraina, Matteo Renzi o Federica Mogherini? Ma non scherziamo proprio. E per finire, occupiamoci per un attimo di giurisdizione per significare l’esercizio della stessa nel Paese, una volta descritto come la patria del diritto, è davvero disastroso se un pregiudicato rumeno accoltella un poliziotto e dopo ventiquattro ore è in libertà, mentre, se avesse usato il poliziotto la pistola di ordinanza per difendere se e gli altri, sarebbe stato processato per lesioni volontarie o peggio, in caso di morte del pregiudicato, per omicidio volontario. Ma che cosa aspettiamo ancora per riappropriarci del nostro orgoglio nazionale, liberandoci una volta per sempre dei signori della politica che, attaccati alle poltrone non pensano ad altro che arricchirsi alle spalle degli italiani che lavorano?

Rivoltiamo l’Italia!


di Titta Sgromo