Renzi è inadatto a “cambiare verso”

domenica 11 gennaio 2015


Ci fossero stati dei dubbi sul dilettantismo di Matteo Renzi, l’ultima vicenda li ha letteralmente spazzati via dato che la ‘pezza’ successiva non cancella la reazione a caldo del premier tesa a dimostrare la propria capacità decisionista senza, però, avere certezza di come realmente andrà a finire. Quel che è certo è che una delle parole d’ordine usate dal giovane premier fiorentino qual’era quella del ‘cambiar verso all’Italia’ sembra finita nella pattumiera. Eppure era quella che stava alla base dell’incontro al Nazzareno con la quale si intendeva chiudere la stagione del confronto con l’opposizione, fino ad allora, condizionato dal plurisecolare scontro tra guelfi e ghibellini.

Su questo obiettivo Renzi mandò, allora, a quel paese i Mineo, i Casson e gli Epifani, proclamando ai quattro venti che il confronto con l’opposizione non poteva essere uno scontro ‘a prescindere’, ma doveva essere solo e soltanto politico. Ma tra il dire al fare c’è sempre di mezzo qualcos’altro. Infatti è bastato che una norma fosse artatamente interpretata come possibile aiuto a Berlusconi per scatenare un putiferio con protagonisti i maggiori giornali italiani tutti impegnati a sparare a zero contro la norma pro Cavaliere. Il dilettante allo sbaraglio, terrorizzato dal fuoco di sbarramento, che ha anche rimesso in piedi gli istinti sanguinari della sua minoranza di partito, non ha trovato di meglio che piegarsi ai diktat mediatici intimando al suo staff di non trasmettere il provvedimento fiscale alla Camera per poterlo rivedere e correggere nel Consiglio dei Ministri.

Va subito detto che quel codicillo, frutto di decisioni assunte, negli anni passati dal Parlamento, rispondeva ad una scelta parlamentare non ignorabile da parte del Governo. Ma va anche ricordato che oggi mancano poco meno di due mesi per chiudere, la vicenda giudiziaria di Berlusconi, che certamente non punta a ‘saltare’ i due mesi mancanti alla conclusione dei servizi sociali a cui è stato adibito e che comunque verranno ridotti per la buona condotta. Il Cav punta, e non ne ha fatto mai mistero, con il ricorso alla Corte Europea, ad avere cancellata totalmente la ‘condanna feriale’ e contemporaneamente la vergogna di una condanna comminata per ‘un reato’ commesso quando la cosiddetta legge Severino non era ancora in vigore ma gironzolava nelle menti insane di coloro che intendevano farla partorire per chiudere definitivamente la partita con Berlusconi. Classica legge contra personam che solo i grandi scienziati della sinistra potevano ideare.

La pavidità politica del baldanzoso premier fiorentino è emersa, comunque, pienamente quando gli argomenti a sostegno del buonsenso della norma, di sicuro scodellati dai suoi più stretti collaboratori, lo hanno convinto ad assumersi ogni responsabilità dell’accaduto rinviando tutta la partita al prossimo 20 febbraio. Ma è quà che emerge, anche, l’altra faccia del piccolo Peron fiorentino perché, dandosi le arie dell’uomo coraggioso che passa al contrattacco, sposta il tiro dai media, che gongolavano col classico “è la stampa, bellezza”, (e che gli son sembrati difficili da rintuzzare) ai propri nemici interni che ne volevano approfittare per far saltare il Patto del Nazzareno e prendersi qualche rivincita. E lo ha fatto a muso duro: “Mi assumo tutta la responsabilità del 19 bis” (il codicillo incriminato); “Il governo approverà i decreti tributari il 20 febbraio” (data entro la quale dovrebbe essere eletto il nuovo Capo dello Stato) capovolgendo la richiesta dei giapponesi del suo partito.

Siamo lontani, però, da una ’Italia che cambia verso’, perché in essa continuano a dettar legge le corazzate mediatiche e i poteri forti e Renzi si dimostra inadatto a prendere il toro per le corna se addirittura rinvia in autunno i decreti fiscali e, sulle sue scelte, sembra pesare il parere dell’ex Ministro delle Finanze, il PD Vincenzo Visco, che rilancia il carcere anche per le piccole evasioni con l’affermazione: “Se la sanzione, anziché solo pecuniaria, è anche penale e detentiva, l’effetto di deterrenza è ovviamente maggiore”. Visco almeno ha l’onestà di non tirare in ballo Berlusconi dato che il suo obiettivo è un regime fiscale realmente e totalmente oppressivo.


di Giovanni Alvaro