Pagliacciata renziana

martedì 30 dicembre 2014


In attesa dell’ultima pagliacciata renziana del 30 Dicembre 2014, vorremmo chiarire al “pifferaio fiorentino” le idee su Niccolò Copernico, posto che la pasticciata ed inutile riforma sul lavoro viene definita “Rivoluzione Copernicana”. Copernico era uno scienziato, matematico, giurista ed anche umanista che ha contrassegnato due secoli (1473-1543) per la cosiddetta teoria eliocentrica, in parole povere e quindi comprensibili anche a Matteo Renzi, fu colui che, ripudiando la concezione tolemaica, ha posto il sole al centro del sistema planetario affermando che la terra ed i pianeti gli ruotano intorno. Capisco che il leggendario art. 18 dello statuto dei lavoratori, voluto dai comunisti che all’epoca si sono autodefiniti salvatori della patria e tutori del mondo del lavoro quando invece altri non erano che i servitori dell’Unione Sovietica alla quale, tramite Palmiro Togliatti, volevano annettere l’Italia, ha rappresentato il baluardo ideologico della sinistra ma, per una modifica pasticciata e chiaramente illegittima ed incostituzionale della norma, richiamare Copernico è davvero troppo.

Nel frattempo non sfuggirà all’attenzione degli italiani, quelli veri e consapevoli dell’importanza di appartenere al Paese più prestigioso del mondo, che le imposte sono ormai giunte ad un livello insopportabile e le tasse, quelle odiosissime che si pagano per ottenere la tutela in campo giurisdizionale dei propri interessi senza trascurare i tempi davvero biblici della giustizia, da non potere essere onorate per mancanza di disponibilità finanziarie. Ciò comporterà nel nuovo anno, anche per un popolo inerme e disilluso qual’é quello italiano, il sorgere di movimenti di protesta che non si limiteranno alle manifestazioni di piazza.

La classe politica attuale è in uno stato che definire confusionale è davvero poco, posto che un’interpretazione dei decreti attuativi dell’epica riforma fatta propria dal premier Renzi e dal ministro del Lavoro esclude che la nuova disciplina possa essere applicata ai dipendenti della pubblica amministrazione, come se questi ultimi, in gran parte fannulloni ,fossero diversi dai dipendenti delle strutture private e degli imprenditori privati. E pensare che Confindustria gioisce e si congratula per la riforma, mentre i manager di Stato, in presenza di palese disinteresse per il lavoro da parte dei lavoratori dipendenti, che lucrano stipendi da favola, nulla possono fare in presenza del medesimo problema.

Ma di che cosa ci si meraviglia ancora se pare che Silvio Berlusconi, consigliato sempre bene, sia favorevole all’elezione di Romano Prodi a Presidente della disastrata Repubblica, e se pare che qualcuno vorrebbe candidare addirittura Dario Franceschini, per sentirsi dire da Angela Merkel o da David Cameron “Ma chi è costui?”. Per non parlare del residuo democristiano Pier Ferdinando Casini, come se in Italia, Paese dove i geni abbondano non vi sia qualcuno con il retaggio storico-culturale, idoneo a ricoprire l’alto incarico. Ma di che cosa ci meravigliamo ancora se pare che la maggioranza degli italiani rimpiangerà Re Giorgio che stanco abbandonerà il Colle. Diamo l’addio a questo anno nefasto e disastroso, ma penso, visto l’andazzo, che il 2015, nonostante gli scongiuri, sia ancora peggio!


di Titta Sgromo