Le pagliacciate di fine anno...

mercoledì 24 dicembre 2014


Le pagliacciate di Beppe Grillo non sono meno eclatanti di quelle che giornalmente ci propone Matteo Renzi, ovviamente assecondato da Re Giorgio, che sembra fare un gran favore agli italiani rimanendo sul trono ancora per pochi giorni. Comunque debbo riconoscere che Grillo, pur nella sua rozzezza, ha etichettato, giustamente “Ladri che rubano di notte” i parlamentari che hanno approvato al Senato la legge di stabilità in presenza di una dichiarazione del vice ministro Enrico Morando che ammetteva in aula di non conoscere i termini del maxi emendamento presentato dal Governo e che per evitare sorprese aveva posto la fiducia, strumento questo al quale tutti, spesso e volentieri, ricorrono per rimanere saldi al potere. In effetti solo i ladri ricorrono ad espedienti simili e sempre di notte.

Mi chiedo, come molti si chiedono anche se non manifestano intenzioni serie di reazione, che popolo è il nostro che sopporta, almeno dal 2011, che i parlamentari vengano eletti in forza di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, e che un Governo espressione del voto popolare venga spazzato via da un complotto ordito da Angela Merkel e da Nicolas Sarkosì in sintonia con Re Giorgio che nomina Mario Monti senatore a vita per poi dargli l’incarico di dar vita ad un Governo tecnico che ha distrutto sotto ogni profilo, interno ed internazionale, l’Italia. In quel momento però bisognava defenestrare Silvio Berlusconi reo di aver infastidito i “Poteri Forti”, gestiti dai burocrati europei ed al contempo consentire alla politica di sinistra di impadronirsi del potere. Ma sciolte le camere Re Giorgio, preso atto del fallimento del Governo tecnico, indìce nuove elezioni che ovviamente pongono in minoranza il Popolo della Libertà con la vittoria risicata della coalizione di sinistra che da luogo alle cosiddette larghe intese, non avendo il Movimento 5 Stelle, secondo partito, accettato le proposte del comunista Pier Luigi Bersani.

Il resto è storia recente che abbiamo più volte commentato, ma un dato è certo per più di tre anni si è violata la Costituzione e la si continua a violare con l’esperienza renziana e con la complicità diretta dei voltagabbana di alfaniana attualità e dell’ex Cavaliere che nonostante sia stato ingiustamente allontanato dalle istituzioni ha stretto patti con il nemico, mascherati dalla necessità di riforme certo indispensabili ma difficili da attuare se non pasticciate come quella che riguarda il Senato.

Ma v’è di più, i soliti consiglieri dell’ex Cavaliere sono sempre all’opera e nel toto nomine riguardante il Capo dello Stato chi compare se non il cerimoniere Gianni Letta o il solito Giuliano Amato, come se il Centrodestra non sia in grado di proporre altri nomi che non appartengano alla nomenclatura democristiana o socialista di tendenza craxiana. A me senza fare alcuno sforzo viene subito un nome di grande prestigio e portatore dell’idea liberale, Antonio Martino, grande amico di Berlusconi ma da questo trascurato a tal punto da dar vita ad un movimento, “Rivolta l’Italia” del quale nessuno più parla. Intanto le persone sono alla fame ed alla disperazione per causa della tassazione insopportabile, non mitigata neanche dal calo verticale del prezzo del petrolio, a causa delle accise. E che cosa fa il “Pifferaio fiorentino”? Si vanta di aver ridotto le tasse con particolare riferimento all’odiosa Irap e di confermare il bonus di ottanta euro, certo com’è della rassegnazione di quei pochi italiani che useranno il bonus stesso per non rimanere senza luce e senza gas. E che dire dei lavoratori autonomi e dei professionisti quali gli avvocati, gli ingeneri ed i medici che dal benessere sono precipitati nella povertà? Si pensi che il 30 per cento degli avvocati non sono più in grado di assicurare due pasti al giorno ai propri figli e che i notai, professione florida fino a qualche anno fa hanno ridotto del 50per cento i loro introiti con conseguenze drammatiche per i dipendenti dei relativi studi.

Non esiste proprio nulla più per alimentare una qualche speranza di ripresa e Re Giorgio che ne è perfettamente consapevole lascia il trono volentieri ad altri, certo com’è che per lui e la sua famiglia tutto andrà sempre bene. Ma il colmo è che molti italiani lo rimpiangeranno nonostante i disastri provocati, ma questa, lo ripeto ancora una volta, è l’Italia, la cui unità è stata il frutto dell’abilità diplomatica di Camillo Benso Conte di Cavour e del brigantaggio di un avventuriero, Giuseppe Garibaldi.


di Titta Sgromo