mercoledì 24 dicembre 2014
La notizia è ormai nota: "Sono 21 milioni 994mila le persone di 6 anni e più che nel 2014 non utilizzano Internet, il 38,3% della popolazione residente in Italia". E’ quanto rileva l’Istat, sottolineando che le quote maggiori di non utenti si concentrano nelle fasce di età più anziane e di uscita dal mondo del lavoro: la percentuale di non utenti tra i 65-74 anni è del 74,8% e sale al 93,4% tra gli over settantacinquenni. Alte anche le quote di non utenti tra i giovanissimi (1 milione 518mila tra i 6-10 anni) che, seppure definiti "nativi digitali", per più del 50% non utilizzano la rete”. Le considerazioni vengono da sé: da tempo si dibatte sul futuro dell’informazione on-line, sul peso del web nelle campagne politiche, è stato coniato il termine “il popolo del web”, gli esperti (?) del settore hanno analizzato l’impatto del Movimento 5 stelle spulciando pagine e pagine di siti e blog, ma di fronte ai dati sopra riportati una sola ed ultima considerazione viene naturale, ovvero che tutte le precedenti poggino su enunciati e teorie di carta velina.
Che 22 milioni di italiani non navighino non è un problema di democrazia e partecipazione, ma di produttività: i nostri cassetti e le nostre scrivanie restano invase da carte e lettere, documenti e ricevute, comunicazioni spesso spedite dall’enorme apparato burocratico che accompagna quotidianamente la vita italiana e che è difficilmente approcciabile per via mediatica, tra disservizi, lentezza dei server, link che rimandando ad altri siti ingombrando lo schermo dell’utente e che richiedono ad ogni click di ricaricare la pagina e di inserire nuovamente i dati personali dell’utente. Se già l’offerta è scadente, è quantomeno inutile pretendere di riscontrare una domanda.
Poi c’è il resto: in 22 milioni non si affacciano in rete, il resto che invece lo frequenta è più analfabeta di chi non sa come digitare un indirizzo o scaricare un’immagine. Rivolgiamo così gli auguri di buon Natale ai complottisti, agli animalisti, ai fanatici della medicina alternativa, agli osservatori di scie chimiche, ai creduloni delle bufale, ai terroristi vegani e vegetariani, ai sostenitori dei diritti di uguaglianza che discriminano chi non condivide il loro pensiero, a quelli che credono che lo shampoo faccia crescere sul collo il fior di loto, perché almeno il 25 dicembre si uniscano agli altri 22 milioni di italiani e rimangano in religioso silenzio.
Tratto da Notapolitica
di Dario Mazzocchi