Chi troppo vuole nulla stringe!

martedì 16 dicembre 2014


Il combinato disposto dovuto all’ossessione fiscale sovrapposta alla valanga di scandali vergognosi che la politica compie ai danni dei cittadini, sta portando il Paese dritto dritto verso la rivolta fiscale. Il fatto poi che si annunci, come grande successo, il non aumento dell’attuale carico impositivo, insopportabile per qualsiasi produttore di reddito, è addirittura ridicolo. Stanno scherzando con il fuoco e fanno finta di niente, ma l’aria che tira in giro in Italia è davvero pessima, la stessa aria che si annusa prima di un uragano, o sulle vette prima di una valanga, o in mare prima di una tempesta. Basterebbe parlare con i commercialisti, non quelli che lisciano il Governo, ma quelli che tutti i giorni si occupano di fare i conti dei normali cittadini : commercianti, artigiani, pensionati, liberi professionisti, dipendenti, piccoli proprietari di case o terreni, famiglie che hanno investito i risparmi di una vita per la propria abitazione, per capire quanto non se ne possa più.

La casa è stata massacrata di imposte indecenti e incostituzionali, Tasi, Imu e quanto altro, rappresentano uno sfacciato vitalizio da pagare allo Stato che grida scandalo, non parliamo poi della tassa sui risparmi, delle addizionali che spudoratamente si moltiplicano come i pani e i pesci, dei mille balzelli che ci perseguitano dal momento in cui si viene al mondo. In questi giorni, con chiunque si parli, si avverte la pericolosa esasperazione di un popolo che è stremato dalle troppe tasse, cartelle, ingiunzioni, bollettini equitalia, contenziosi e ricorsi, la vita di tutti è invasa e devastata da tutto questo, come neanche un virus letale avrebbe potuto fare.

Non c’è pace fiscale e nemmeno fisco amico, c’è solo avidità e insaziabilità di una amministrazione che divora, brucia, sperpera, dissipa, sulle spalle della gente. Senza una vera e profonda riforma fiscale che parta da una pacificazione totale e ragionevole non se ne esce, tra crisi e timori, non si spende e non si consuma nulla che non sia il minimo vitale.

Anni e anni di politica fiscale demenziale e persecutoria, hanno creato e stratificato una situazione ormai insostenibile, aver rincorso il debito con l’aumento delle imposte, i consumi con lo spesometro, gli acquisti con il redditometro, i buchi degli enti locali con le addizionali, gli investimenti con le clausole di salvaguardia, è servito non a migliorare i conti, ma a esasperare un conflitto ormai totale fra Stato e contribuenti. Se non si capisce quanto il limite sia prossimo, quanto serva un rasserenamento, quanto la corda stia per rompersi, saranno guai, uno sciopero fiscale della gente farebbe saltare tutto come un fuoco d’artificio.

La casa, a partire dalla prima, va liberata da ogni gravame, i risparmi di una vita premiati, anziché colpiti e gli enti locali, vera fornace di sprechi e ruberie, presi per le orecchie e ricondotti all’onestà contabile, altro che addizionali. Per mantenere una macchina pubblica fuori controllo, incapace di offrire servizi decenti, tronfia verso i cittadini, avida nelle richieste, inutile per la soluzione dei problemi, abbiamo massacrato un paese di tasse precipitandolo nel peggiore dei gironi infernali, questo è il motivo vero per cui l’Italia sprofonda dentro un mare di debiti.

Scandali e ruberie hanno sottratto alla crescita cifre colossali, numeri da paura che nessuno ha il coraggio di totalizzare, un apparato statale da paese comunista che ha piegato e inginocchiato quello privato, con la peggiore delle miopie economiche e fiscali. Insistere così porterà alla rovina senza il minimo dubbio, prima o poi il sistema salterà e la colpa porterà un nome e un cognome, politica e politici, spavaldeggiarci intorno come fa il Governo è davvero incredibile, non rendersi conto che il collasso fiscale è dietro l’angolo, imperdonabile. Stanno facendo vincere l’ipocrisia o almeno ci provano, occhio, gli italiani stavolta difficilmente abbozzeranno.


di Elide Rossi e Alfredo Mosca