martedì 16 dicembre 2014
Mafia Capitale....Cooperative 'glamour' che si garantiscono un futuro sereno sulla pelle degli immigrati.... Mercanti di carne umana.... Approfittatori sociali.....
Sono costretto a scomodare ancora una volta l'Opera o ancora meglio a scomodare Giuseppe Verdi o meglio ancora 'Rigoletto' per dire che: 'Questa o quella per me pari sono' perché, già parecchi anni or sono la sensazione, visitando al seguito del Comitato parlamentare Schengen i tanti Centri d'accoglienza per immigrati sparsi per l'Italia, era quella che una qualche organizzazione occulta era al lavoro, con grande attenzione, per lucrare, sugli arrivi dei clandestini ogni qualvolta uno di questi centri si svuotava. Nell'esercizio del Diritto è nell'adempimento del dovere vi è anche la possibilità dell'abuso. Una volta un tale mi ha chiesto a cosa serva il potere se non se ne abusa. Risposi: “C'è chi agisce 'de lucro captando' (all'attacco), e chi agisce 'de damno vitando' (di non perdere ciò che ha) ma bisogna sempre rispondere alla propria coscienza anche se questa è nera, sforzandosi di cercare una guarigione dal suo malessere attraverso molteplici tentativi a volte assurdi o che portano a effetti controproducenti.
Curare però la predisposizione dell'individuo allo sfruttamento e al il mercimonio di carne umana non solo è un esercizio barbaro ma soprattutto molto ma molto spregevole. Il problema non è condannare o meno, urlare più forte o meno, stracciarsi le vesti o meno ma affermare senza se e senza ma, con la forza di chi crede nel Diritto e non all’utilizzo dell’immigrato come sistema di lucro.
Sappiamo benissimo e sarebbe meglio che tutti fossero coscienti quali siano le cifre che girano intorno a questo triste fenomeno. Basti pensare che cento immigrati fruttano un lordo di 1 milione e 200mila euro alla cooperativa sociale che si aggiudica l’appalto, che al netto delle spese incassa in un triennio 1 milione e mezzo di euro. Questa non è accoglienza e non è solidarietà: tutto questo è semplicemente lucrare sulla pelle e sulla disgrazia di tanta gente e anche su chi crede veramente nella solidarietà, nella cristianità e nei principi morali di una società fondata non solo sul diritto ma anche sul dovere. Poi, Mafia Capitale, accoglienza a Roma, suvvia. Fate un viaggio dentro questo problema in Sicilia, in Calabria o dove volete e raccontatelo, fatelo per amore della umanità e delle cose buone per capire che il grande affare dell’accoglienza degli immigrati e dei rom è una preoccupante realtà che va scandagliata, a tutti i livelli e che non di mafia si deve parlare, anche in onore delle sue vittime, ma di una società di cattivissimo costume che rispecchia la più becera criminalità organizzata.
Si sentono e si vedono cose terribili messe in atto da tante lobby territoriali trasversali che hanno fatto dell'accoglienza un affare a tutti i costi. Accoglienza organizzata senza eccessive cautele dove l’entusiasmo delle imprese caritatevoli è uno dei più succosi e lucrativi business mai esistiti. Entusiasmo senza alcuna gelosia che ha visto sorgere come funghi associazioni, cooperative, iniziative dedicate alla accoglienza di immigrati con un occhio di riguardo, anzi tutt'e due, ai soldi che se ne ricavano. Ora non tutto è marcio perché esistono anche sparute situazioni del tutto compatibili e oneste ma come in ogni vicenda umana, si fanno spazio, senza sgomitare sempre più le cose peggiori che le cose più civili e oneste. L’opinione pubblica deve prendere coscienza e con la forza delle idee e con la libertà che alberga in ognuno di noi, deve alzare delle paratie di contenimento di questo cerchio magico che assedia il Paese.
Dobbiamo non solo capire ma anche denunciare come sia diventato possibile pensare di fare affari e fregare soldi su queste cose, di derogare pesantemente dai requisiti strutturali previsti dal da qualunque decreto o legge, di assumere spesso il volto di affaristi spregiudicati, di equivocare contratti di lavoro soprattutto per il ruolo dei volontari e valicare brutalmente i limiti numerici degli ospiti assegnati rispetto alle possibilità delle strutture di accoglienza, di violare norme sanitarie fondamentali, di utilizzare in maniera generalizzata alimenti di enti caritatevoli anche per gli immigrati che sono utenti paganti.
Bisogna uscire dalla logica 'niente regole per madama la marchesa' per evitare che la mongolfiera della carità s'infranga sulle secche dell’affarismo. Agire per evitare di cadere noi stessi vittime di questo intreccio mefistofelico di buone intenzioni ma di losco affarismo. Mafia Capitale? Affarismo cooperative di solidarietà? No, non sono un problema circoscritto ma un problema nazionale.
di Beppe Cipolla