È tutto come prima, che Dio salvi l’Italia!

venerdì 14 novembre 2014


Nonostante la dimensione dei titoli, sul Nazareno nessuna minima novità, Renzi e Berlusconi continuano e continueranno fedeli all’impegno. Resta il fatto che, mentre per Renzi la convenienza è evidente, per il Cavaliere no. Certamente deve essere importante, perché se Berlusconi ha deciso di sostenere il Premier al prezzo del disfacimento della sua base elettorale, c’è da credere che abbia certezza di straordinari vantaggi.

La vicinanza al primo ministro e il sostanziale appoggio, scontano infatti per Forza Italia, un progressivo allontanamento degli elettori, certificato dai sondaggi che parlano chiaro. Del resto la politica economica di questo Governo, così come dei due precedenti, nulla sta ottenendo se non di portare il Paese alla rivolta fiscale che, a forza di vagheggiarla, finirà con l’arrivare, perché davvero siamo oltre la vergogna, l’insopportabile, l’inaccettabile. Dunque, nessun elettore del Cavaliere, per quanto affezionato, può evitare di fare i conti con il portafoglio, con Equitalia, con l’Agenzia delle Entrate e la difficoltà a resistere oltre. Come se non bastasse, è sempre più diffusa nel Paese la consapevolezza che, prima o poi, qualche cosa succederà sui mercati e che le persecuzioni fiscali patite e patende a nulla saranno servite.

L’inspiegabile, infatti, è la perseveranza demenziale con la quale si continua a tartassare la gente, esiste cioè una folle ipocrisia fiscale che spinge a non considerare il divorzio fra Stato e contribuenti, la dimensione del contenzioso, l’incapacità evidente di farcela a pagare l’enormità di imposte che Stato e Enti locali ci addossano. Per non tenere conto, che alcuni settori fondamentali dell’economia sono stati letteralmente uccisi dalla fiscalità, vedi la casa, che pure scelleratamente continua ad essere fatta oggetto di attenzione tassative spacciate per vergognosi interventi di equità, come se la gente fosse stupida. La gente è tutt’altro che stupida, anzi è stufa, sazia, ricolma di rabbia e continuare a giocare con il fuoco, è davvero pericoloso.

I cittadini non hanno in cima ai loro pensieri le riforme, che sono tutta una presa in giro, visto che chiacchiere a parte, tutte quelle fatte prima di Renzi, (perché di riforme ce ne sono state), a guardare bene, non hanno portato nessun cambiamento positivo. Ci avviamo nel peggiore dei modi alla fine dell’anno, l’ennesimo orribile, scricchiola tutto ed il peggio deve venire, dunque se sarà, come sembra certo, un nuovo Presidente della Repubblica, dovrà anche essere nuovo tutto il resto, a partire dal Governo e dal Parlamento. Quello attuale è un fallimento, parliamo solo del Governo e del Parlamento, un flop di parole in libertà e deliri di onnipotenza, che fra un decreto e l’altro ci sprofondano sempre più giù. Serve altro, serve che tutto sia diverso, serve che la gente ricominci a dormire, sperare, lavorare, soprattutto serve di sentirla questa gente, serve di lasciarla esprimere con o senza l’Italicum.

In Spagna, in Grecia, ma anche in Francia e persino in America, le elezioni hanno fatto capire tante cose che si cercava di sottacere, da noi è esattamente lo stesso, serve che il popolo dica la sua perché si capisca la realtà del Paese. Dunque, con un eventuale nuovo Presidente della Repubblica, si passerà il Rubicone, alea iacta est, bisognerà sciogliere le Camere e tornare alle urne, comunque vada sarà stata la gente a volerlo e deciderlo. Non può più essere che nel chiuso di una stanza, di un consiglio, di una riunione fra pochi, si decidano le sorti di un Paese come il nostro, che sta sul ciglio del burrone. Non può più essere con questo debole e confuso parlamento, non può più essere con questo Governo fallimentare e non può più essere con un Paese così teso e stressato come il nostro. In America ogni presidente termina, nei momenti difficili, i suoi discorsi con una frase che più che mai oggi vale anche per noi : God save America, God bless America… che Dio salvi l’Italia, che Dio benedica l’Italia!


di Elide Rossi e Alfredo Mosca