Costruire la nuova Europa senza paura

mercoledì 15 ottobre 2014


L’Europa sotto gli occhi di tutti è andata nella direzione contraria a quella concepita e voluta dai padri fondatori. Oggetto degli accordi contenuti nei Trattati europei siglati dagli Stati membri era l’eguaglianza, il benessere, la pace e, al contrario, con regolamenti e atti come il fiscal compact autoproclamatosi trattato, gli obiettivi originari sono stati violati. I padri fondatori avevano voluto e pensato un’Europa unita e democratica, non certo della miseria e degli Stati membri in conflitto. E volevano, avendone posto le basi, la costruzione di un’Unione politica. Oggi siamo un mercato comune ma non un’unione politica europea.

Servono nuove alleanze internazionali per l’Italia. Germania e Francia rimangono legate a stretto filo tra loro perché l’una ha bisogno dell’altra (e l’una non mollerà mai l’altra). L’Italia deve perseguire allora la costruzione di un governo politico europeo ponendo in atto una vera e propria prova di forza in grado di “spaventare” l’Europa e gli Stati membri. Il nostro Paese deve smetterla di dire che rispetterà i patti, e condurre una prova di forza simile a quella che mutatis mutandis Putin ha attuato in Crimea, o gli Stati Uniti contro l’Isis, o in corso nella Siria di Assad.

Le prove di forza non sono altro che lo sbocco naturale di conflitti latenti. L’Italia deve minacciare di uscire dall’Europa o dall’ eurozona, dopo avere siglato un’alleanza politica in grado di “coprire” tale operazione. Le alleanze utili in tal senso l’Italia non può trovarle nel mondo occidentale, ma in Cina ad esempio, in Paesi cioè che, grazie alle proprie enormi risorse, siano in grado di svolgere le funzioni che dovrebbe eventualmente svolgere la banca centrale europea nel caso di attacco speculativo contro il debito pubblico italiano. Si ricordi che il nostro debito pubblico ha dietro di sè un patrimonio sufficiente per potere essere rimborsato e in generale i sospetti di un non rimborso servono unicamente a mantenere elevato il tasso di interesse atto a fare guadagnare la finanza internazionale e interna.

L’Italia non deve pertanto avere paura di “minacciare” e di portare avanti una politica in tal senso, soprattutto alla luce della situazione in cui ci si trova, e che rimanendo quale è, sta già facendo sì che l’Italia aggredisca financo le rendite dei risparmi degli italiani. Se il cambio è bloccato, come è, si è cioè inevitabilmente costretti ad “aggiustare” il costo lavoro, riducendolo, e si crea disoccupazione, né si può intervenire sulla finanza pubblica perché già con gli 80 euro di Renzi lo Stato italiano è stato di fatto paralizzato, paralizzando ogni propria azione o attività, e attualmente si stanno aggredendo i risparmi, la ricchezza immobiliare e la ricchezza finanziaria, aumentando ulteriormente le tasse.

Gli italiani devono capire cioè che il costo che pagheranno per stare nell’euro e in Europa, il costo futuro sarà carissimo, insopportabile. Ci si deve rendere conto che sarà di una disoccupazione giovanile ben oltre il 50 per cento, di ripresa dell’emigrazione e di crollo del potere di acquisto delle famiglie, già significativamente ridotto. Così le cose non funzionano. Roosevelt diceva che quando le cose non funzionano, esse devono cambiare.

La politica economica della Banca centrale europea, nata da un’istituzione quale è la Banca stessa priva delle molteplici funzioni date alle banche centrali (la banca centrale europea può solo finanziare le banche), sta in sostanza facendo miracoli di equilibrismo, ma si trova nella competizione internazionale con le mani legate. E’ necessario quindi stipulare un’alleanza politica con la Cina perchè difenda il debito pubblico italiano acquistandolo in parte, in modo da cambiare gli equilibri mondiali e potere porre il problema in Europa e all’Europa perché cambi, o in caso contrario cambierà l’Italia. L’assetto dato oggi è lo stesso che, con il Piano Funk , era stato immaginato da Funk stesso, governatore della Reichsbank oggi Bundesbank, da perseguire manu militari nel 1936 che prevedeva una Germania in testa all’ Europa, con le banche che avrebbero seguito quella tedesca, e un’industria unicamente in Germania, poco in Francia, ed un’Italia (Grecia, Spagna, eccetera) dedite all’agricoltura e al turismo per il piacere dei turisti tedeschi, lo stesso piano lo si sta raggiungendo con via economica.

Il nuovo governo eletto dal popolo italiano (non designato da Napolitano), deve agire in tal senso e porre la questione in Europa. Senza paura, perché la paura è come un cane, se scappi, morde.


di Francesca Romana Fantetti