Renzi, colui che non si spacca la schiena

mercoledì 10 settembre 2014


Renzi dice che il suo governo sta con chi si spacca la schiena e crea lavoro. Non certo lui! Perché Renzi non si spacca certo la schiena, né l’ha mai fatto. Né lui, né sua moglie (subito a casa al posto di lavorare per la scuola da precaria), né i componenti del suo governo, per lo più ex disoccupati o individui che vivacchiavano a ridosso e a carico dello Stato. Per non parlare di tutti quelli che ha immesso nello Stato, soggetti simil/disoccupati che hanno preso e colto l’occasione del posto statale come una manna insperata dal cielo. Lui stesso, il caro Renzi, “lavorava” non certo sfiancandosi in Provincia, ancor prima di prendere un altro stipendio pubblico, da sindaco.

E la stessa pensione se l’è costruita a carico nostro, barando e trasformandosi da dipendente di suo padre, a ricevente la pensione dallo Stato italiano, cioè noi. Tornando alle famose province da abolire che Renzi ha sbandierato a destra e a manca di avere abolito, la verità è che non sono state abolite affatto, perché, grazie al decreto Delrio sfornato ad aprile 2014, già adesso a settembre, sono state indette le elezioni e si sta andando a votare per presidenti e assessori delle province medesime. Proprio così, si vota per presidenti e assessori di alcune province d’Italia, lungi dall’averle abolite.

Le province sono esemplificative del “soggetto Renzi”: parla a vanvera, si agita e sbraita e, nei fatti, fa le infornate stataliste tali e quali alle peggiori politiche vetero comuniste e dirigiste della storia. Renzi è l’epilogo di un Paese, il nostro, la catastrofe dell’economia italiana. Un profittatore illusionista sul groppone e a sberleffo dello Stato italiano, Napolitano docet. Ecco perché bisogna cambiare di corsa, per invertire l’intero indirizzo di politica, non solo economica del Paese. Grazie al governo Napolitano/Renzi gli agricoltori, gli albergatori, gli industriali e gli imprenditori italiani hanno visto ridotti drasticamente i propri magri guadagni e risentito fortemente delle sconsiderate e scellerate sanzioni contro la Russia. Sono stati tutti danneggiati e la stessa deflazione è stata provocata dalla riduzione degli scambi dell’Italia con la Russia.

L’Italia ha i suoi principali mercati verso est. E adesso sarà il turno del gas. Grazie a quegli incompetenti che si pavoneggiano in Europa, un’ Europa amaramente a guida tedesca, grazie al caso dell’Ucraina, cui si sono promessi mari e monti “europei” non potendole in realtà dare o offrire niente, tantomeno una politica comune coerente, meno che mai efficace e tempestiva, grazie a loro, quando in inverno non ci sarà il gas per il riscaldamento né luce per l’illuminazione, i trasporti industriali e la produzione, ringrazieremo tutti Renzi/Napolitano/Mogherini, e ci scalderemo con le loro scellerate parole perché non hanno altro, i nostri bellimbusti rappresentanti d’Europa. Il caro Renzi non va a parlare con gli industriali a Cernobbio perché non ha niente fondamentalmente da dire e si sono (ci siamo) tutti stufati dei suoi insulsi e inutili show da disco balera toscana.

Napolitano deve averlo ben chiaro ( dovendo fare pubblica ammenda): Silvio Berlusconi aveva costruito ottimi rapporti con Putin, e anche con gli americani e con i leader nordafricani (dopo Gheddafi, cosa è successo?) ed è riuscito a svolgere un ruolo attivo prezioso per il Paese. Napolitano & Company (1°Monti, 2°Letta, 3°Renzi) che ruolo attivo hanno o sono stati in grado di svolgere, oltre quello dell’incasso dei soldi italiani a fine mese? Come giustificano i soldi che gli elargiamo? Che cosa hanno fatto? Che cosa stanno facendo? Oltre che apporre la loro firma alla catastrofe economica italiana?

Renzi ha messo ai posti che contano nei rapporti italiani con Russia, Libia, Medio oriente e Usa degli emeriti incompetenti toscani, che non hanno nessun tipo di rapporto privilegiato con chicchessia. L’Italia rimpiange amaramente le goliardate di Berlusconi con Putin, Gheddafi eccetera, punta d’iceberg di una politica internazionale economica utile al Paese. Sanzioni sono sinonimo di protezionismo, contro il libero scambio e la cooperazione tra i popoli. Politiche nefaste dirigiste comuniste contro politiche liberali capitaliste. Guerra, freddo, povertà, decrescita contro pace, calore, ricchezza e benessere. Andatevene tutti a casa. Con vergogna e disonore.Via!


di Francesca Romana Fantetti