Predominio Agnelli nel mondo editoriale

giovedì 7 agosto 2014


Inizia una nuova stagione per l’editoria italiana. Tutto nasce e si sviluppa sotto il cerchio del mondo Fiat-Agnelli. Nel giro di alcuni mesi non solo nascerà un nuovo polo o meglio un nuovo protagonista del panorama editoriale italiano ma si conosceranno gli sviluppi della fusione tra La Stampa di Torino e il Secolo XIX di Genova e della successione di Ferruccio de Bortoli al Corriere della sera che avverrà nella primavera del 2015.

Le incognite sono molte ma è ormai chiaro che il gruppo del Lingotto, soprattutto dopo la fusione Fiat-Chrysler Automobiles , intenda giocare un ruolo internazionale anche nel campo dei media. Per Johnn Elkann dopo aver realizzato “ il sogno americano” del nonno Giovanni Agnelli l’obiettivo è ambizioso nel campo delle comunicazione. Il controllo del quasi 20% del gruppo Rcs che edita il Corriere della sera e la Gazzetta dello sport, il 5% che la holding Exor possiede dell’Economist, la presenza nel Consiglio di amministrazione della NewsCorp dell’australiano Rupert Murdoch, l’integrazione delle attività dei due maggiori quotidiani del Nord-Ovest ( 242 giornalisti, di cui 165 della Stampa e 77 del Secolo), l’unificazione della raccolta della pubblicità mettono nelle mani del nipote di Agnelli un potere superiore a quello di Luca Cordero di Montezemolo quando la famiglia gli affidò nel 2004 le redini in un momento in cui il gruppo automobilistico era a rischio di sopravvivenza.

Dieci anni dopo sistemato il settore industriale ( la Fca ha ottenuto il voto favorevole dell’84% degli azionisti, tra cui il 2% dei cinesi di Peole’s Bank of China, che la porteranno ad ottobre ad essere quotata a Wall Street, quartiere generale a Londra, sede legale ad Amsterdam, obiettivo 7 milioni di vetture nel 2018) la famiglia non poteva uscire da Torino dopo 115 anni senza un bilanciamento mediatico che dimostrasse il suo radicamento nel territorio.

L’occasione l’ha offerta la grande crisi dell’editoria. Il crollo delle entrate pubblicitarie con conseguenze drammatiche per i bilanci dei gruppi grandi e piccoli ( chiusura dell’Unità) e delle vendite ( l’avanzare del web) hanno spinto John Elkann e Carlo Perrone a creare, per la prima volta in Italia, un polo capace di affrontare con maggiori risorse le sfide legate alla trasformazione del settore. La rivoluzione tecnologica portata dal digitale è strutturale nella quale è coinvolta anche la Rai ed altre testate radiotelevisive.

I due quotidiani continueranno ad uscire separatamente in edicola ma la loro autonomia sarà più di forma che di sostanza. E qui s’intreccia la futura direzione del Corriere della Sera. Dopo 12 anni consentivi Ferruccio de Bortoli esce di scena a via Solforino. “ Non c’erano le condizioni di un nuovo inizio e quindi, ha dichiarato, ho accettato la proposta di uscita che mi è stata fatta dall’azienda. Non mi sono dimesso”. Parteciperà alla scelta del suo successore. Si apre così tra l’autunno e la primavera 2015 lo scenario di un nuovo assetto dell’editoria italiana, sempre più legata dalle scelte dell’editore di riferimento: la Fiat, anzi Fca.

I contrasti di De Bortoli con l’amministratore delegato Pietro Scott Jovine sono durati mesi soprattutto su alcune scelte fondamentali come la vendita della sede di via Solferino, la gestione con il gruppo spagnolo, la bocciatura del bonus ai manager dopo il taglio dei costi per il personale e i prepensionamenti dei giornalisti. In questo quadro entra di nuovo in gioco Andrea della Valle con il suo 9% del gruppo Rcs.


di Sergio Menicucci