Cavaliere, attenzione al pifferaio fiorentino

venerdì 11 luglio 2014


Assolto Pier Silvio Berlusconi, così come Confalonieri, da Strasburgo si invoca giustizia per annullare, o meglio, per rendere inefficace il giudicato contro il Cavaliere, poiché i due processi sono stati celebrati sul medesimo capo di imputazione. Si sostiene, pertanto, che la magistratura non funziona solo a orologeria, ma che è anche influenzata dalla politica quando l’indagato o l’imputato è Silvio Berlusconi.

In effetti il ragionamento contiene un sillogismo. Bisogna eliminare dalla vita politica il nemico giurato, che in tanti anni - dal 1994 a oggi, tranne qualche breve parentesi - non ha mai consentito di governare alla macchina da guerra della sinistra. La maggioranza degli italiani ha sempre premiato il Cavaliere per le promesse liberali fatte e non tutte purtroppo mantenute.

Poi c’è la celebrazione di un processo penale per frode fiscale e allontanamento dalle istituzioni. Ci si chiede perché il tribunale di Milano, per lo stesso reato, cioè frode fiscale, si sia accanito contro Silvio Berlusconi, fra l’altro estraneo alle cariche sociali di Fininvest, o Mediaset, mentre ha assolto il presidente Confalonieri e il vice, Pier Silvio Berlusconi. La risposta è ovvia: il Collegio nel secondo caso era composto da magistrati sereni ed equilibrati, come ve ne sono tanti. Ragione per la quale, lo ripeto per l’ennesima volta, la riforma più importante da fare al momento è quella della giustizia se si vuole che l’Italia ritorni ad essere un Paese civile che attrae investimenti non solo per il suo patrimonio artistico e culturale, ma principalmente per il corretto funzionamento delle sue istituzioni.

Ci si sta preoccupando in questi giorni della riforma del Senato, giusta e necessaria per eliminare le pastoie burocratiche del bicameralismo perfetto. Ma Berlusconi, che non vuole in alcun modo minare il patto con Renzi, si è chiesto se la possibilità che il Consiglio Superiore della Magistratura sia composto da nominati delle segreterie dei partiti a loro volta collegati con l’Associazione nazionale magistrati (Anm) la cui corrente dominante è “Magistratura Democratica”, possa essere un bene per rispettare quel patto in tutto e per tutto?

I suoi consiglieri che cosa ne pensano? Usano le strategie fallimentari di sempre, oppure, fulminati sulla via di Arcore, lo indurranno a mutare strategia con la pretesa di riformare l’ordinamento giudiziario?

Disciplinata la carriera dei magistrati con il criterio della meritocrazia al posto dello sciagurato criterio del trascorrere del tempo, avremmo una giustizia non solo più celere ma anche più giusta. L’abbraccio mortale con il “pifferaio fiorentino”, che ha determinato un crollo verticale di Forza Italia nei sondaggi, può avere conseguenze minori se si insisterà non solo sulla riforma del Senato ma anche sull’indispensabile riforma dell’ordinamento giudiziario e su quella che prevede l’elezione diretta del capo dello Stato.

È facile immaginare cosa nei prossimi anni potremmo essere costretti a sopportare con i personaggi che proporrà la sinistra, dimenticando per sempre l’idea liberale e di Patria con le quali siamo cresciuti.

Infine, una considerazione calcistica sui Mondiali. La Germania ha asfaltato il Brasile che non perdeva in casa sua dagli anni Settanta e che era considerata la favorita. Se avesse incontrato l’Italia disastrata di Prandelli, quale sarebbe stato il risultato e quante risate si sarebbe fatta la Merkel incontrando Renzi? Tante, davvero tante.


di Titta Sgromo