giovedì 10 luglio 2014
“Mai più sola”. Non è lo spot di una rubrica estiva per cuori solitari in cerca dell’anima gemella, ma la felice sintesi di un servizio di alta utilità sociale anti violenza sulle donne che fa capo all’associazione Acmid-Donna. Un servizio unico in Italia, disponibile in lingua araba, oltre che in italiano, francese, inglese e nei dialetti arabi, che tutela le donne immigrate di cultura islamica vittime di violenza dentro le mura domestiche e che funziona anche grazie al contributo della Fondazione Nando Peretti.
L’iniziativa è nata anni fa dalla geniale intuizione e dallo spirito combattivo in difesa dei diritti umani e delle donne in particolare di Souad Sbai, presidente dell’associazione Acmid. L’associazione ha come finalità la promozione dell’incontro delle culture mediterranee e la diffusione di quella marocchina, occupandosi di fornire un primo aiuto alle donne immigrate per uscire dal dramma dell’analfabetismo, informandole sui loro diritti e doveri.
Tutto questo da un’associazione di donne? E lo Stato, le istituzioni locali?
L’idea che mi sono fatto è quella di una voluta latitanza e mi ritornano in mente le parole di un grande Vescovo del secolo scorso, impegnato in prima linea in una delle tante frontiere d’Italia: “Si può morire anche perché vedi un popolo disorientato, quasi smarrito. Si resta senza forze perché cerchi di guardare oltre, ma noti l’assenza di chi dovrebbe aiutarti a farlo”.
Un macigno che pesa su chi dovrebbe fare ma non vuole fare il proprio dovere sociale e lasciano bussare alla porta senza dare alcuna risposta donando, attenzione al verbo, “solo un sasso a chi ti chiede un tozzo di pane”. L’assenza dello Stato si delinea in un quadro grave, nel quale emergono i limiti e le inadeguatezze delle politiche sociali a sostegno delle fasce deboli della popolazione, così come di politiche per il lavoro, la casa, la salute e la tutela delle donne. Sì, proprio quelle donne che chiedono tutela a 360 gradi; dall’uso dell’immagine e del corpo femminile nei media, alle discriminazioni ed agli stereotipi di genere, dalla promozione delle pari opportunità in politica e nel mondo del lavoro, alla violenza sulle donne, all’attenzione alla tutela della salute.
La presentazione del rapporto del numero verde “Mai più sola” in una Sala della Camera dei deputati, non nascondo che mi ha lasciato l’amaro in bocca per la totale assenza delle Istituzioni. Conosco bene il lavoro di questo servizio e, credete, mi ha fatto molto male non vedere lo Stato, il Comune di Roma e la Regione Lazio, ingiustificatamente assenti. C’erano però tante persone che credono all’iniziativa e che ogni giorno si adoperano perché questa non muoia. Dall’altro capo del telefono, quando questo squilla, bisogna ricordare che c’è sempre una donna che è stata “violata”.
I discorsi, le premiazioni, gli applausi appartengono alla cronaca. Ad appartenerci deve essere solo la consapevolezza di aver cercato di fare tutto per alleggerire le pene di questa dolente umanità. Memento!
di Beppe Cipolla