mercoledì 11 giugno 2014
Siccome pare essere diventato lo sport nazionale, sceglieremo come al solito di stare in minoranza. Alessandro Cattaneo ha perso le elezioni a Pavia da meno di 48 ore e già gli aspiranti politologi del centrodestra stanno provando a ipotizzare le ragioni, vere o presunte, della formattazione del formattatore. L’accusa principale è di non aver “osato” a sufficienza, qualche tempo fa, e di essere rimasto eccessivamente legato a Berlusconi: lì, secondo i più, è maturata la sconfitta. Per purezza del ragionamento va ricordato che, mediamente, chi muove questa accusa sostiene anche Angelino Alfano un “traditore” perché, al contrario di Cattaneo, ha “osato” sin troppo.
La verità è molto più semplice: Cattaneo c’entra molto poco e quel che doveva fare lo aveva già fatto al primo turno. Se nello stesso giorno si vota per Europee e Comunali è abbastanza facile confrontare il comportamento dell’elettorato. Il centrodestra (Forza Italia, Ncd, Lega Nord, Fratelli d’Italia) raccoglie alle Europee il 37%, con il Pd che da solo porta a casa il 42% dei consensi. Alle coincidenti elezioni comunali il verdetto si ribalta: Cattaneo sfiora il 47%, Forza Italia vale nello stesso giorno 3 punti in più (da 17,5% a 20,9%), la lista civica del candidato raccoglie l’11%. Non ci sono numeri più chiari per dire che un effetto Cattaneo c’è stato, è visibile e assume una rilevanza ancor più netta se pensiamo al quadro complessivo di un centrodestra in caduta verticale.
Il ballottaggio, si sa, è un’altra corsa. Si riparte da zero a zero e, soprattutto, il vero nemico è l’astensione. Qui il fronte moderato toppa come al solito l’appuntamento con il voto. La Lega Nord si mobilita solo quando ci sono suoi candidati (ha un senso un’alleanza così sbilanciata in cui si coalizzano le perdite e si “leghizzano” gli utili?) e soprattutto manca completamente un benché minimo straccio di struttura in grado di individuare, monitorare, mobilitare l’elettorato sul territorio. Cattaneo aveva portato la coalizione a 4 punti percentuali dalla vittoria, recuperando uno svantaggio politico di 8 punti (la differenza “europea” tra centrodestra e centrosinistra) e accumulando un vantaggio di 10 lunghezze, con un risultato netto di ben 18 punti. Credo onestamente non abbia eguali in Italia.
Attorno a Cattaneo si erano raccolti un buon numero di giovani, amministratori locali, dirigenti di partito. Hanno commesso degli errori? E’ probabile. Ma chi oggi esulta per la sconfitta di Cattaneo commette un doppio errore: si dimentica di uno che un suo consenso personale ancora ce l’ha (e i numeri questo dicono) e pretendono di ricostruire il centrodestra iniziando con le esclusioni dei “meno amici”. E’ un modo diverso per continuare a perdere.
Tratto da http://notapolitica.it/
di Simone Bressan