Festa 2 Giugno, parata ipocrita

mercoledì 4 giugno 2014


Trionfo renziano, bagno di folla alla presenza di re Giorgio, Grasso, Boldrini e chi più ne ha più ne metta, il tutto condito dal tricolore e dalle stupende “Frecce”. L’editoriale su “Il Tempo” che parla della parata dell’ipocrisia, è azzeccato. Debbo davvero complimentarmi con il direttore.

Infatti, festeggiare la Repubblica Italiana in questi giorni dove lo sfacelo delle Istituzioni è sotto gli occhi di tutti e dichiarare da parte dell’inimitabile Napolitano che finalmente si vede l’attaccamento ai valori nazionali, con la speranza tutta renziana di rivedere la luce dopo tanti anni di buio totale, più che di ipocrisia trattasi di sfacciataggine. Senonché, la parte migliore dell’Italia non partecipava alla manifestazione utile ai soliti “idioti”, stava a casa o riposava al mare o in campagna, stretta col sentimento nazionale, questa volta vero, con i due Marò, prigionieri da più di due anni in India. Latorre e Girone che proprio non c’è l’hanno fatta più a tacere, manifestando sia pure con grande dignità la loro rabbia ed il loro disappunto nei confronti di uno Stato che pur di mantenere rapporti commerciali con l’India, trascura o meglio non fa nulla per affermare la propria sovranità, violata nel caso, in modo palese.

I due marò, gridando la propria innocenza rivendicano la loro appartenenza ad una Nazione richiamando il principio dell’obbedienza che hanno rispettato, quando qualcuno li ha rispediti in India. Ricordate il ministro degli Esteri Terzi che si dimise protestando contro l’inerzia del Governo del quale faceva parte e non solo. Quelle dimissioni furono ovviamente accolte dal tecnocrate Monti, che pensò bene di inviare in India un sottosegretario il cui nome è meglio ignorare, allo scopo non di rivendicare quella sovranità calpestata da un Paese che molti definiscono evoluto economicamente, ma che io definisco tribale. Caduto Monti, celebrate le elezioni politiche con un sistema elettorale definito illegittimo dalla Corte Costituzionale, si dà vita al Governo delle larghe intese, appoggiato dal Pd e dal Pdl, Letta presidente, e viene nominata ministro la signora Radicale Emma Bonino, ma nulla succede, tranne la magra soddisfazione di ottenere dalla corte indiana la non applicazione delle norme sul terrorismo, che prevedono la pena di morte, per il reato ascritto ai due marò.

Con l’ennesimo colpo di mano viene azzerato dal giovane Renzi il Governo Letta e formato un Esecutivo all’insegna delle belle donne (tra le quale si annovera la signora Mogherini quale ministro degli Affari esteri), con i risultati che tutti conosciamo e che hanno provocato la reazione legittima quanto dignitosa dei due eroi, perché così debbono essere definiti Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Il popolo italiano nella sua grande maggioranza non è quello che ha assistito alla parata del 2 giugno alla presenza di quei rappresentanti delle Istituzioni che un tempo calpestavano il tricolore preferendo il rosso con la falce e martello o al massimo il Biancofiore. Peccato che per celebrare la fatidica data non si poteva fare a meno delle forze armate che, come spesso avviene, pensate ai bersaglieri, vengono strumentalizzate per decretare l’ipocrita trionfo di popolo.


di Titta Sgromo