sabato 31 maggio 2014
Vorrei, da convinto sponsor del Tribunale Dreyfus che ha assunto la davvero importante iniziativa di presentare l’esposto alla Procura della Repubblica tendente ad accertare i gravissimi e preoccupanti fatti relativi al complotto internazionale, e non solo, ordito contro Silvio Berlusconi ed il Governo da lui presieduto, richiamare all’attenzione di tutti il concetto vero di democrazia, con particolare riferimento a quella rappresentativa.
Il concetto dovrebbe essere chiaro solo se si faccia riferimento all’etimologia della parola ereditata dai Greci. È bene ricordare che la parola democrazia trae la sua origine da démos: popolo e cràtos: potere, in altre parole, governo del popolo. Se così è, allo stato attuale c’è un Governo non eletto dal popolo. Si possono imbastire programmi nei quali l’intellighenzia italiana si sbizzarrisce nel tentativo di dare una qualsivoglia legittimità democratica al Governo Renzi, quest’ultimo non eletto dal popolo, bensì prima individuato attraverso le Primarie di un partito, il Partito democratico, e successivamente incaricato dal Presidente della Repubblica che lo ha legittimato.
Se a ciò aggiungiamo che la Costituzione in essere (pur vecchia ed insufficiente) prevede un sistema di democrazia rappresentativa, la misura è davvero colma. Non solo gli antichi Greci si sono occupati del tema ma anche splendidi personaggi del Medioevo e del Rinascimento hanno cercato di individuare il tema, dando giustificazione al sistema democratico anche in presenza di imperatori e re. Dante Alighieri nel libro “De Monarchia” poneva l’accento in modo anacronistico sul fatto che una società in cui uno solo, l’imperatore, doveva decidere per tutti, evidenziando che senza il decisivo contributo popolare non vi può essere democrazia. Se a ciò aggiungiamo che fino a non molto tempo fa, non solo in Italia ma anche in tanti Paesi di Europa, vi era il gravissimo problema della mancanza della rappresentatività di genere riferita alle donne, ci rendiamo conto del gravissimo vulnus che la democrazia rappresentativa ha subìto in Italia negli ultimi tre anni.
Alle recenti elezioni europee la democrazia rappresentativa possiamo tranquillamente definirla inesistente, se l’esercizio del voto tra astensione e voto dato ai partiti che non hanno raggiunto la soglia del 4% e schede bianche o nulle, non è assolutamente conforme alla maggioranza degli aventi diritto. Pensate che sommando questi dati si potrebbe avere addirittura un movimento di notevole consistenza. Ma stiamo parlando di Europee ed Amministrative e non di elezioni politiche, che sono le uniche che possono legittimare un Governo democratico e rappresentativo. Allo stato attuale, l’Italia ha un Governo il cui capo è stato scelto dal partito di appartenenza senza che il soggetto sia stato eletto in Parlamento. Già da tanto tempo in Italia sotto l’egida della democrazia garantita dalla Costituzione, ma interpretata ad usum Delphini, si sono succeduti tanti Governi che non hanno avuto la legittimità popolare. Gli ultimi casi, davvero eclatanti: Governo di Mario Monti legittimato da re Giorgio, che prima di insediarlo lo ha nominato senatore a vita; e Governo Renzi (con il breve intervallo del Governo Letta, fatto fuori dal suo compagno di partito).
Tutto è andato bene “madama la marchesa” fino a quando un giornalista americano, prima, ed il segretario del Tesoro americano (Presidente Obama), poi, non scoprono che vi sarebbe stato un complotto per far cadere il Governo Berlusconi, inviso ad Angela Merkel ed al ridicolo Nicolas Sarkozy, il tutto con la consapevole ma tacita collaborazione del Presidente della Repubblica. Apriti cielo! Come si sono permessi questi squallidi personaggi di chiamare in causa re Giorgio, che si è subito affrettato a smentire tutto sostenendo che il tanto amato Silvio Berlusconi si è dimesso spontaneamente per consentire la salvezza dell’Italia che stava facendo la fine della Grecia.
Il Tribunale Dreyfus ha assunto l’iniziativa per fare chiarezza sul gravissimo episodio, che, se accertato in sede giudiziaria, dovrebbe avere come conseguenza la decadenza di tutte le cariche istituzionali, occupate da persone non legittimate dal voto popolare. Ma attenzione, la responsabilità sia pure indiretta di tale sfacelo istituzionale finirà per ricadere sui cittadini che a tempo debito, con l’astensione e con il voto frastagliato e con le schede bianche, hanno consentito la violazione del principio essenziale per la democrazia: il pluralismo, che viene interpretato in modo distorto. Pluralismo vuol dire dialogo tra persone che la pensano diversamente, non rissa tra nemici, come spesso i parlamentari italiani dimostrano in Parlamento; ed azione di Governo vuol dire svolgere compiti istituzionali in sintonia con i bisogni della gente, senza differenza di classe ed appartenenza. Viceversa, in Italia assistiamo giornalmente alla decadenza delle istituzioni e quindi della libertà in un regime democratico. In Italia, se le cose non cambieranno, non sarà possibile dar vita a partiti politici veramente alternativi, come ancora accade a Cuba o in Cina.
Mi si consenta infine di essere d’accordo con Piero Ostellino (al quale rimprovero sempre e comunque la sua determinazione di non andare a votare da trent’anni), che sostiene che nel nostro Paese, non essendo stati compresi dai cittadini i principi liberali, è padrona la pubblica amministrazione intrisa di burocrazia. Ho tenuto una conferenza sulla democrazia e la rappresentanza confrontandomi con altri relatori di elevatissimo livello culturale, ma al contrario di Ostellino non abbandonerò mai la speranza di vedere un’Italia democratica e liberale prima di morire.
di Titta Sgromo