Il calcio italiano: armotizzatore sociale

mercoledì 14 maggio 2014


La Juventus ha espugnato anche l’Olimpico. La Roma è in festa comunque perché con diversi milioni di euro il suo presidente italoamericano, James Pallotta, si è assicurato la prestazione del calciatore bosniaco Miralem Pjanic. La Lazio, dopo aver subìto una sonora sconfitta a Milano con l’Inter, ha festeggiato all’Olimpico i quarant’anni dal primo scudetto della banda Maestrelli. Pertanto tutti i romani (romanisti e laziali) che non conciliano il pranzo con la cena a causa della mancanza di lavoro o per gli stipendi da fame, sono contenti.

Nel frattempo l’imbonitore Matteo Renzi, che ha promesso a dieci milioni di italiani (tutti dipendenti pubblici) i famosi ottanta euro nella busta paga di maggio, gira per il Paese a millantare credito profittando anche dell’annuale “Festa degli alpini”, uno dei pochissimi eventi nei quali, a causa della partecipazione di quegli alpini dall’età avanzata, si sente il profumo dell’amor patrio a tal punto da ricordare ad un personaggio che l’amor patrio non sa che cosa sia che i marò da più di due anni sono prigionieri di un Paese tribale nei sentimenti, anche se cresciuto a dismisura economicamente. Ma che cos’è l’Italia dei nostri giorni rispetto all’India o a qualsivoglia altro Stato del mondo se non il Paese dove domina la mafia o meglio la ‘ndrangheta, che dà luogo alle varie cupole che controllano gli appalti o dove la corruzione la fa da padrona anche in prossimità di un evento come l’Expo che dovrebbe rilanciare l’economia del Paese?

Ma, scoppiato l’ennesimo scandalo, che cosa fa l’imbonitore, conferma il commissario Giuseppe Sala e per correre ai ripari si rivolge alla magistratura per dimostrare che nominando un magistrato (Raffaele Cantone) si potrà combattere la corruzione. Il tutto è a dir poco ridicolo se non fosse davvero drammatico e preoccupante, in presenza dei drammi giornalieri che la gente che lavora seriamente, non sa come affrontare, a causa di tasse esose e balzelli vari che determinano la chiusura di un numero considerevole di esercizi commerciali e di piccole e medie imprese. Eppure l’imbonitore e le sue donnine protagoniste giornalieri dei media, comprese le reti Mediaset, parlano di spiragli di crescita e di iniezioni di fiducia e speranza che il Governo sta dando ai cittadini.

Parlano inoltre di giustizia sociale e nel frattempo trascurano le partite Iva, costituite da imprese medio piccole, lavoratori autonomi, professionisti che chiudono i loro studi o licenziano i collaboratori, a causa principalmente dell’iniqua imposta sul lavoro, l’odiosa Irap. Il calcio fa da ammortizzatore sociale, gli scandali servono per consentire al potere giudiziario di sostituire il potere politico nell’amministrazione del bene pubblico, specie se gli scandali che sono generalizzati pongono in evidenza i personaggi non molto amati dalla sinistra e sempre in prossimità di una competizione elettorale.

Ma gli scandali vi saranno sempre proprio perché l’apparato costituzionale è vecchio e non è in grado di preservare l’amministrazione del bene pubblico dalla corruzione. L’imbonitore promette riforme in tal senso sperando nell’aiuto del suo avversario politico, Silvio Berlusconi, che viceversa per la gran parte dei deputati e senatori del Pd è il nemico numero uno che non si riesce ad eliminare dalla scena politica. Forse hanno ragione i tifosi di Roma e Lazio che si consolano con l’amore verso la propria squadra, ma la consolazione dura solo un momento, passato il quale, si chiederanno perché il Paese più ricco del mondo per beni artistici è visitato da una massa di gente di molto inferiore a quella che visita Londra o Parigi. La risposta sta proprio nel degrado delle nostre istituzioni, che fanno sì che i più diffusi giornali del mondo descrivono l’Italia come il Paese dove il malaffare la fa da padrone, con particolare riferimento al reato di truffa.

Comprendo che la Gioconda di Leonardo è un gran capolavoro che giustifica la visita al Museo del Louvre, ma il Colosseo a Roma o il David di Donatello a Firenze o le straordinarie opere pittoriche del Tiziano o del Tintoretto a Venezia, per non parlare dei tantissimi tesori che occupano i tanti musei italiani, dovrebbero avere il primato assoluto dei visitatori. Invece si difendono al quinto posto i Musei Vaticani, con una precisazione, non sono in Italia ma nella Città del Vaticano! Che ne pensate?


di Titta Sgromo