Padova al voto, la sfida a Rossi

giovedì 8 maggio 2014


Nel Veneto dei tanti piccoli comuni con la guida di esponenti della Lega Nord e del centrodestra fa eccezione la città del Santo. A Padova il potere si concentra nell’orbita dell’ex ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato e sul suo delfino-successore a Palazzo Moroni, Ivo Rossi. Per il bis del vicesindaco reggente, 55 anni, esponente del Partito Democratico, la scommessa è quella di una nuova partenza del ciclo economico partendo dal rilancio della zona industriale per fare da traino ai territori del nord-est. In sinergia con la Camera di Commercio e “start-up” per l’artigianato. Nel programma di centrosinistra è prevista la creazione di uno sportello per attrarre capitali soprattutto stranieri e un servizio per burocratizzare i rapporti con il Comune. In questa operazione è coinvolta la lista civica con esponenti del mondo della manifattura, del commercio, dei servizi e del terziario avanzato.

Il Comune, osserva Ivo Rossi (che guida una coalizione con Idv e Rifondazione comunista), pur non avendo competenze specifiche può fornire risposte interessanti sul fronte del lavoro creando condizioni strutturali favorevoli: l’obiettivo è la creazione di 5mila nuovi posti di lavoro in 5 anni. La realtà è ben diversa dalle promesse elettorali, precisano le opposizioni. Dall’inizio dell’anno i dati economici evidenziano che a Padova si sono perduti 726 posti di lavoro e che la tensione sociale è molto forte anche per la concorrenza di un crescente numero di stranieri. A lanciare la sfida a Rossi c’è il 53enne broker assicurativo Nicola Lodi, che è stato ufficializzato candidato a sindaco per il centrodestra dopo un incontro ad Arcore con Silvio Berlusconi, il coordinatore di Forza Italia del Veneto Marco Marin e il senatore Niccolò Ghedini. Un centrodestra diviso in due tronconi perché la Lega Nord ha proposto come candidato sindaco Massimo Bitonci (ex sindaco di Cittadella e capogruppo del Carroccio al Senato), per il quale il problema principale di Padova “è la sicurezza della città, invasa dagli immigrati”. Lodi e Bitonci hanno tuttavia precisato che il loro “progetto è alternativo alla sinistra, di cui siamo avversari” e si sono dichiarati disponibili ad allargare la coalizione a tutti colori che vogliono mettere la parola fine al binomio Zanonato-Rossi che ha governato (male) Padova negli ultimi dieci anni.

La carriera di Rossi, 58 anni, negli ultimi cinque anni è stata tutta nell’ombra di Flavio Zanonato, ex ministro con il Governo Letta e prima sindaco della città quando al ballottaggio ottenne il 52% con 56mila voti (battendo Marco Marin con il 48% e 51mila voti). Molto criticati i suoi manifesti 6x3 che hanno un costo elevato con il candidato Maurizio Saia che ha assoldato il vignettista Fred per una striscia denominata “Ivo Combinaguai”

A Padova, quando i tesserati del Pd sono stati chiamati a scegliere come segretario tra Matteo Renzi e Gianni Cuperlo, hanno preferito la mozione del triestino (2.133 voti) a quella dell’ex sindaco di Firenze ( 838 voti). Tra i tre s’inserisce il candidato del Movimento 5 Stelle, il giovane Giuliano Altavilla, che si definisce “padovano doc, nato e cresciuto in città” con lo slogan “basta essere sudditi di una politica che non ci rappresenta”. Al suo fianco Jacopo Berti, “per riportare i cittadini nelle stanze del potere della città”. I grillini cavalcano l’antipolitica e cercano di fare breccia sugli indecisi. Nel Veneto dovranno essere rinnovati 345 sindaci su un totale di 579 Comuni.


di Sergio Menicucci