Disfida liberale a Beppe Grillo

martedì 8 aprile 2014


Caro Beppe, ti scrivo. Lucio Dalla era sicuramente più bravo di me, ma io ci provo lo stesso. Il tuo modello di “Democrazia diretta” lo trovo un po’ riduttivo, e quindi ti copio, ti amplifico e ti miglioro (presuntuoso per presuntuoso). Lo faccio in considerazione del fatto che quei trentamila e rotti indirizzi Ip (il tuo popolo, la tua base diretta di consenso) ti hanno effettivamente aiutato a conquistare molti milioni di voti. Dicono che non te li sei meritati o, meglio, che li hai volutamente messi nel congelatore. Io invece non lo credo. Ti attesto la chiara intenzione di voler far marcire definitivamente il sistema, per poi, semplicemente, orientarne i resti nelle discariche della Storia.

Visto che destra e sinistra fanno a gara, nei fatti, per darti ragione, io provo a crearti un insieme politico “complementare” (che comprenda, in altre parole, tutto ciò che politicamente non sta nel tuo contenitore M5S). Vorrei fare in modo, cioè, di moltiplicare per mille la tua “incazzatura”, che è anche la mia. Anche perché mi pare che le soluzioni che proponi (molta più spesa pubblica, per fronteggiare il malessere della crisi) siano, oggettivamente, un rimedio molto peggiore del male.

Allora, il ragionamento e il progetto che spiego qui di seguito vuole creare dal nulla un partito che ancora non c’è (come l’isola di capitan Uncino), che chiamerò Pic (Partito dell’intelligenza creativa), che, in metafora, intende fare un’iniezione di cianuro sulla corteccia spinale di questo sistema marcio fino al midollo. Il “core” ideologico del Pic è quello di realizzare uno “Stato-piuma, al servizio di sua maestà il cittadino”. Ovvero, tutelare chi tutelato non è; chi rischia in proprio, ogni giorno, tutto quello che ha. Insomma, dare una speranza a tutti i produttori netti di ricchezza di questo Paese (“tu chiamale, se vuoi, partite Iva…”) che non campano, né in forma diretta o indiretta, di spesa o di sussidi pubblici ma, al contrario, sono messi sotto torchio, come le olive nel frantoio, per spremere dalle loro tasche quanti più soldi possibili per mantenere “questo” mostruoso Leviatano della spesa pubblica, che brucia centinaia di miliardi all’anno per auto-sostentarsi, regalando servizi pubblici da Terzo Mondo agli sfruttati.

L’obiettivo, caro Beppe, è quello di convincere tutti quelli che da te non si sono fatti convincere, o che sono in fuga dalle urne. La missione Pic parte dai dati di fatto della gigantesca crisi di questo Paese, per produrre “fatti” concreti, e non proclami o promesse politiche scritte nell’acqua (che, al contrario di certe scoperte, la memoria lunga non la possiede!). Copiando da te, Pic deve costruire una “Rete” permanente di consensi (di aderenti e simpatizzanti) che superi di molte volte l’insieme virtuale del M5S. Per questo avrà bisogno di un volontariato estremamente qualificato che operi, come si dice, “pro-bono”, mettendo assieme, per il tempo strettamente necessario, team e pool di esperti professionisti in grado di aggredire costruttivamente, con soluzioni fattibili, i punti nodali delle molte crisi in atto.

Pic sarà quindi funzionale alla difesa “politica” degli interessi dei produttori netti di ricchezza (oggi in gran parte rappresentato dai piccoli e piccolissimi imprenditori, dai professionisti, dagli autonomi, dai lavoratori in proprio e, quindi, dalle partite Iva, in termini generici), perché le loro attività dal basso sono le sole a poter creare nuova ricchezza, competitività, innovazione, rilancio della occupazione. Quindi Pic utilizza gli strumenti volontari della migliore intellighenzia di questo Paese, per affrontare, aggredire e risolvere, con azioni del tutto concrete, di portata generale e di grandissima rilevanza, i problemi di struttura, offrendo rimedi pratici per le disfunzioni, le storture legislative, ecc., attraverso iniziative che producano il risultato di un drastico arretramento della connessa burocrazia asfissiante e opprimente. Ormai abbiamo scoperto che per tagliare le unghie ai responsabili di questo disastro nazionale servono i pronunciamenti delle più alte magistrature dello Stato (Corte Costituzionale, Cassazione). Basterà attivarle, con le giuste modalità, in base alle argomentazioni avanzate dall’intelligenza creativa. Vie maestre, a tal fine, sono rappresentate dal ricorso alle Class Actions (quella contro la crescita abnorme degli interessi sulle cartelle Equitalia, ad esempio), ovvero dalla promozione di giudizi di legittimità costituzionale di determinate norme vessatorie o palesemente inique, ecc. Tali iniziative, a carattere politico-giudiziario, sono le sole oggi a poter scardinare (attraverso le pronunce dei giudici!) quel coacervo di interessi trasversali, rappresentato dalle varie tribù burocratiche e da un vasto mondo finanziario-economico (Europa compresa!), che speculano e/o sono i diretti responsabili della crisi in cui versa questo Paese!

Si immagini, ora, che taluna (o più) delle iniziative clamorose suddette vada positivamente in porto, e raggiunga gli obiettivi prefissati di tutela delle classi produttive, che si intende difendere e rappresentare. È chiaro a questo punto che, chiedendo e ottenendo dalle grandi associazioni di categoria interessate di fare le debite sinergie, diffondendo ai loro gli iscritti, con mass-mail, i brillanti risultati raggiunti, nell’interesse di tutti, si possono costruire nel territorio un numero impressionante di propagatori (penso ad almeno 100mila indirizzi Ip “fidelizzati”), in modo da controbilanciare, ad esempio, la propaganda del tuo M5S, facendole da contraltare, ma con ben altri appigli e presupposti concreti di azione politica.

In sintesi, quindi, “La Rete” da costruire è quella che fa interagire Pic con le partite Iva e tutti i lavoratori autonomi (e/o precari!) sul territorio, in modo da realizzare, in parallelo con il modello M5S, un network sempre attivo composto da un numero molto considerevole di relativi seguaci “virtuali”. Lo schema operativo è quello di prendere in considerazione un numero ristretto e molto qualificato di problematiche emergenti (tipologia dei contenziosi con Equitalia; esposizione debitoria con il sistema bancario e tutela delle imprese a rischio fallimento; rapporti conflittuali con la pubblica amministrazione; mediazione, concordato e transazione per i crediti non riscossi; ecc.), in merito ai quali, di concerto con una rappresentanza degli imprenditori interessati, i gruppi tematici di specialisti di Pic elaborano proposte operative e linee politiche fattive di intervento sul territorio nazionale. In particolare, quelle soluzioni che saranno ritenute performanti, in quanto coronate da successo, a vantaggio di liberi professionisti, imprenditori e imprese, costituiranno un “modulo-tipo” che verrà prontamente divulgato a tutti i sottoinsiemi interessati della Rete, per essere propagato e utilizzato nel territorio, agli stessi scopi.

Proprio la dimostrazione di fattività (individuazione di soluzioni tecnico-amministrative praticabili e vincenti) è da considerare il vero attrattore politico di Pic. Ovvero, non dalle parole ai fatti, ma “dai fatti ai fatti”. Occorre, infatti, creare una rottura netta con il politichese e con il linguaggio inconcludente della politica attuale. Le persone concrete si conquistano dimostrando che, politicamente, si fa qualcosa di concreto e tangibile, per i loro interessi legittimi. Risolvendo cioè i problemi del cittadino, e non ponendone di nuovi con promesse che non possono essere mantenute. Per partire, una volta enucleate le problematiche di primaria importanza per un intervento politico qualificato sul territorio, è sufficiente prendere contatti con le associazioni e le rappresentanze professionali dei vari settori (Confindustria, a livello centrale), in modo da costruire progressivamente una Rete fidelizzata di indirizzi Ip che vengano attratti, stabilizzati e consolidati, in base al principio dell’Accountability di Pic.

Alla Rete saranno affiancate quante più possibili iniziative locali, organizzate da gruppi e/o associazioni di imprenditori e liberi professionisti, per incontri con esponenti ed esperti di Pic, che avranno come obiettivo primario l’implementazione di proposte e soluzioni concrete, anche attraverso l’azione e l’attività di interfacciamento tra dirigenti di Pic e i rappresentanti di istituzioni locali/nazionali. Ovviamente, Pic deve essere finanziato solo “dal basso”, direttamente dai cittadini, in modo da evitare il rischio di partiti “padronali”. Secondo te Beppe, “se po’ fa”? Non ti scoccia, vero?


di Maurizio Bonanni