I Cinque Stelle, tanta tanta puzza!

sabato 5 aprile 2014


Non ce ne vorranno gli esponenti (almeno quelli rimasti) di “Grillology” (copyright Pierluigi Battista), ma ci sembra che dentro il Movimento Cinque Stelle stia prendendo vita un terremoto che rischia di recare con sé un devastante tsunami. E non ci si riferisce, in questa sede, alle varie fuoriuscite di deputati e senatori, alle espulsioni per motivi chiari solo ai due guru della setta, alle discussioni sviluppatesi intorno al discutibilissimo meccanismo messo in piedi on-line per la scelta dei candidati alle consultazioni elettorali.

Stiamo più attenti, invece, a seguire le ultime uscite dei due “santoni”. Casaleggio fa sapere all’intero mondo che, ai suoi danni, stanno preparando dei dossier che riguarderebbero la sua famiglia e la sua società e invita, nel contempo, “i professionisti del fango a non perdere il loro tempo e di non farlo perdere a me con delle querele. Alla Camera di commercio di Milano sono acquisibili i bilanci pubblici della mia società”.

Nessuno saprà giammai chi sarebbero questi professionisti del fango, a cosa si riferirebbero nelle loro diffamatorie inchieste, né se la presunta vittima del dossieraggio in corso sia in realtà ben conscio di avere qualche “punto debole” da nascondere (e allora ha ritenuto opportuno mettere le mani avanti anticipando eventuali inchieste sul suo conto). Ci si consenta, però, di evidenziare che tale fumosa affermazione pubblica - se non seguita dalla logica denuncia alla magistratura contro i diffamatori - puzza, e pure parecchio.

Poi, l’altro giorno, a pagina 11 de “La Repubblica”, Tommaso Ciriaco firma un’intervista all’altro capo del M5S, noto giullare genovese, il quale, tramite il suo blog e con un post scriptum, rende nota la smentita a quanto pubblicato dal quotidiano romano: “Non ho rilasciato, né intendo mai rilasciare interviste ad alcun giornalista de La Repubblica di De Benedetti. Possono solo rosicchiarla come topi dalle mie dichiarazioni pubbliche”. Il che (vien da sé) significa che il “Mangiafuoco genovese”, comunque, non smentisce il contenuto delle dichiarazioni a lui attribuite tra le quali la seguente: “Stavolta bisogna che la gente capisca che dobbiamo fare un culo così a tutti. Perché su una cosa non ho dubbi: o vinciamo, o stavolta davvero me ne vado a casa. E non scherzo”.

L’opinione pubblica intera ne dovrebbe prendere atto: Beppe Grillo minaccia di ritornarsene a casa se non vince! E stronzo (tanto per usare un linguaggio consono al personaggio) chi dovesse gioire per tale eventualità. Però non è ancora chiaro cosa dovrebbe rappresentare la vittoria per il M5S (e la puzza di cui sopra aumenta): arrivare secondi o addirittura primi nei consensi espressi in Italia? Non scomparire? Perdere con una percentuale inferiore al 5% rispetto alle ultime consultazioni?

Insomma, e in altre parole, in quale caso Grillo se ne andrebbe a casa senza scherzare? Si abbia il coraggio di mettere nero su bianco almeno sugli obiettivi elettorali, soprattutto quando si afferma, come fa lui, di non voler essere eletto ma sostenendo nel contempo di rappresentare 9 milioni di elettori: strano concetto della democrazia da quelle parti…

Comunque noi ci accontenteremmo anche di una risposta sull’argomento da parte di Paola Taverna (o, quanto meno, da un qualsiasi produttore di scatolette di tonno di area…): la stessa che a Servizio Pubblico ha affermato che la crisi l’ha “costretta ad entrare in politica”. Altro che puzza…


di Gianluca Perricone