Non si decolla senza Giustizia

mercoledì 12 marzo 2014


Ogni tanto, anche il Cavaliere, magari in un momento di solitaria meditazione, senza i tanti “consiglieri” che gli stanno attorno, opera scelte giuste, e migliore scelta nell’individuare il soggetto che potesse rappresentare attraverso i tantissimi casi di malagiustizia il dramma di una giurisdizione allo sfascio in tutti i settori, dal Civile al Penale fino al Tributario e all’Amministrativo, non poteva fare, indicando Arturo Diaconale, prestigioso direttore di un quotidiano che tratta tutti gli argomenti del giorno, con una sola preoccupazione l’amore per l’Italia e la libertà. Io ovviamente che spesso sono ospitato su L'Opinione, darò il contributo massimo in qualità di giurista, avvocato e pubblicista, perché forse il più grande male di cui è affetto non un Paese qualsiasi, ma la grande e bella Italia, è il pessimo funzionamento della giurisdizione.

Nel momento in cui scrivo queste poche righe, non posso non ricordare il dramma nel quale vive sin dal 2005 uno dei più prestigiosi notai della Capitale, perseguitato su iniziativa della Banca di Roma all’Epoca, oggi Unicredit, che indagato prima, imputato poi ed arrestato anche per gravi reati mai commessi, dopo ben otto anni è stato assolto dal Tribunale penale di Roma con la formula ”Il fatto non sussiste”. Nel frattempo gli è stato ritirato il Sigillo e per forza di cose successivamente è andato in pensione, ammalandosi e pregiudicando la sua vita economica e di relazione. Ma di questi casi ve ne sono tantissimi, tanto da indurre la Massima Corte di Giustizia Europea ad intervenire, riconoscendo la responsabilità dello Stato per i gravissimi errori commessi da chi, per intervento divino e comunque superiore, è esente da qualsivoglia responsabilità.

L’ordinamento giudiziario comunque non si tocca, succeda quel che succeda ed il Premier di turno, divenuto tale per designazione dello stesso partito di Letta, defenestrato per volontà di coloro che si illudono che un politico giovane circondato da donne belle e altrettanto giovani, riesca a far decollare l’Italia. Nessun Paese senza Giustizia giusta potrà mai decollare, specie se coloro che devono amministrarla sono esenti da qualsivoglia controllo meritocratico. Io che ho avuto il grande onore negli anni passati di rappresentare le istituzioni forensi, romana e nazionale, conosco tanti magistrati con i quali siamo cresciuti insieme, che meriterebbero di occupare posizioni apicali e che sono viceversa costretti a svolgere il loro delicato lavoro in posti non consoni al loro valore culturale e professionale, a vantaggio di altri che quei posti apicali grazie all’appartenenza ad una corrente politicizzata dell’Anm, che a sua volta condiziona il Csm, presieduto di diritto dal monarca Napolitano, ma di fatto dal democristiano Vietti, quest'ultimo voluto anche dal Cavaliere che non poteva dire di no al temporaneo alleato Casini.

Pur felice per la designazione di Arturo Diaconale, voglio congratularmi con la giovane ed aitante Giorgia Meloni che vorrei tanto conoscere, ma pare sia impossibile, per il grande rigurgito di italianità con il quale ha concluso il Congresso di Fratelli d’Italia in quel di Fiuggi, ricordando che ormai si deve concludere la stagione dei “colpi di Stato”, come li definisce il Cavaliere, e che il Popolo sovrano deve impadronirsi del potere che la Costituzione, pur vecchia e da riscrivere, ancora gli dà.


di Titta Sgromo