mercoledì 26 febbraio 2014
Dopo aver ascoltato per un’ora e mezzo il giovane Renzi, circondato dallo stuolo - a dir la verità, pittoresco - dei ministri scelti e nominati con la benedizione del monarca Napolitano, ho avuto la netta sensazione del nulla motivato dal solito entusiasmo e decisionismo che caratterizza da sempre il rottamatore.
L’unica vera novità è stata rappresentata dalla presenza di alcune giovani donne che per la loro bellezza e fascino non sembrano appartenere ad un partito, il Pd, erede del Pci, che ha annoverato tra le sue fila sempre donne brutte, tranne un’eccezione che all’epoca fece scalpore, la giovane Anna Finocchiaro, oggi rottamata. Non le voglio neanche ricordare, perché insieme alla mancanza di grazia e bellezza brillavano per acidità e cattiveria. Valga per tutte un solo esempio: Rosy Bindi.
Fatta questa notazione, i contenuti di un discorso (fra l’altro fatto a braccio e con la mano nella tasca del pantalone) si possono riassumere nelle promesse da sempre sbandierate ai quattro venti, quali gli interventi sul lavoro, sul cuneo fiscale e sulla riduzione della tassazione anche sulle famiglie, nonché in ultima analisi sulle riforme, ancorando, quella elettorale, per non scontentare il Ncd, alle altre riforme, il Titolo V ed il Senato.
Comunque il suo discorso alle Camere è stato ancora una volta la prova provata che il signor Matteo Renzi è un gran bugiardo. Ricordate quando rassicurava tutti, ivi compreso il suo compagno di partito, Enrico Letta, al quale prometteva sostegno e lealtà, sulla necessità di attuare le riforme, prima fra tutte quella elettorale, per andare a votare al massimo nel 2005? Tutto ciò nello spazio di un mattino è stato clamorosamente smentito, tanto che ha brutalmente defenestrato il suo compagno di partito, e con il concorso di Napolitano ha fatto cadere il Governo al quale assicurava sostegno e lealtà, ottenuto l’incarico di formare il nuovo Esecutivo alleandosi con gli stessi soggetti che avevano sostenuto il precedente. Mentre di riforma elettorale non se ne parlerà se non in seguito e con le richieste aperture volute dal chierichetto Alfano, che con l’Italicum avrebbe fatto la stessa fine del rinnegato signor Fini.
Sì, caro Renzi, sei un gran bugiardo assetato di potere come ogni catto- comunista, e voglia Iddio che tu possa riuscire ad attuare nei tempi rapidi promessi almeno qualcuna delle promesse fatte, perché altrimenti la tua immagine sarà ricordata per dirla in dialetto toscano come quella del pifferaio che andò per suonare e fu sonoramente suonato. Ma noto all’orizzonte un pericolo, l’arrendevolezza del Cavaliere che nonostante tutto è speranzoso e crede nel dinamismo del giovane Renzi da un canto e nella possibilità di riportare all’ovile i traditori e non solo, dall’altro; vedi il sempiterno Casini, che qualche giorno fa aveva dichiarato di essere disposto ad allearsi con Forza Italia e in occasione della fiducia al Governo Renzi non ha esitato un attimo a votarla dopo aver mercanteggiato l’ingresso nella compagine governativa del fido Galletti.
No caro Cavaliere, adesso la battaglia si fa dura e seria e se commetterà, come penso, gli errori di sempre, credendo fra l’altro nella riforma della Giustizia, che con questa Gente non sarà mai attuata, a scomparire dalla scena politica sarà proprio lei, vanificando l’unica speranza degli italiani. Sto ammirando ogni giorno che passa la davvero encomiabile iniziativa di Giorgia Meloni, che non perde occasione per ricordare che l’Italia non è un Paese qualunque e che le sue ricchissime tradizioni artistico- culturali non hanno pari al Mondo, insieme alla genialità degli italiani che ogni giorno, per motivi economici e di sopravvivenza, va ad arricchire quei Paesi che non più di qualche secolo fa venivano additati ancora quali “barbari”. Senonché i barbari hanno capito tutto e rubando fantasia e genialità fanno sì che l’Italia sia subalterna ad essi, con grande gioia della signora Merkel che fino alla caduta del Muro di Berlino viveva nella Germania dell’Est.
Tra qualche settimana i due poveri marò saranno condannati da una giustizia tribale e l’Italia guidata da Renzi con la giovane ministra degli Esteri al suo fianco starà ancora a guardare come dice l’ambasciatore Terzi, ministro degli Esteri dimissionario del disastroso primo Governo Monti.
di Titta Sgromo