Renzi e le riforme, chi vivrà vedrà

mercoledì 19 febbraio 2014


Matteo Renzi, appena uscito dal Quirinale, ha dichiarato: “Porteremo avanti la legislatura fino al 2018, e partiremo dalle riforme e dal lavoro. Non un accenno alla diminuzione della pressione fiscale e alla disastrata Giustizia.

L’altro giorno, a bordo di un taxi che mi portava da casa allo studio, il conducente mi chiedeva, non senza prima pronunciare un epiteto non molto gradevole per i politici, che cos’ha Renzi di più o di diverso da Enrico Letta, defenestrato dal suo stesso partito, per attuare le riforme e quei provvedimenti utili per ovviare al gravissimo problema della disoccupazione. Ha forse la bacchetta magica o forti addentellati con la Merkel, utili per consentire all’Italia lo sforamento del 3%? Al tassista molto preparato, non ho risposto.

Il Renzi, vincendo le Primarie, ha imposto la sua leadership, dimostrando con il suo entusiasmo di aver avuto, se non altro, il coraggio di far tacere le vecchie, stantie voci di coloro che sono rimasti ancorati ancora al verbo del Partito comunista. Comunque ha commesso un errore che gli sarà a breve fatale e che in molti gli rimprovereranno. Quando conduceva la campagna elettorale per le Primarie, il Renzi, simpatico anche a destra, prometteva sì il rinnovamento, ma dopo essersi sottoposto alla valutazione popolare. Gli daranno del bugiardo ed a giusta ragione per aver probabilmente assorbito il diktat del monarca Napolitano che dal giugno del 2013, con il Governo Monti prima ed il Governo Letta dopo, ha ignorato per il bene del Paese (Italia è una parola che non si deve pronunciare) il principio fondamentale sul quale si regge la democrazia: il suffragio popolare. Senza la legittimazione popolare, quale maggioranza potrà sostenere il Governo Renzi se non quella formata dal chierichetto Alfano e dai seguaci della mai morta deriva democristiana, rappresentata dai traditori di Berlusconi, che pur di rimanere abbarbicati alle poltrone non esiterebbero un attimo a tradire anche il Cristo re? (figuriamoci Renzi!) Alla fine della corsa, il tassista mi ha salutato con questa espressione: “Ma chi glielo ha fatto fare!”. Comunque voglio essere positivo e starò alla finestra come tutti gli italiani per assistere a ciò che accadrà, anche se non vedo molte novità nella scelta della compagine governativa, condizionata da Napolitano che vorrebbe suoi uomini, sempre tecnici, a guidare i ministeri chiave quali l’Economia, la Giustizia, gli Interni.

Certo è che, se Renzi non vorrà perdere la faccia, non dovrà rimangiarsi l’accordo sulle riforme stipulato con Berlusconi: la riforma elettorale con lo sbarramento al 4 o 5% per i partiti minori (fra i quali non ci vuole molto ad annoverare il Nuovo Centrodestra di Alfano) e con il premio di maggioranza oltre il 37% e le altre riforme indispensabili per la salvezza dell’Italia, tra cui quella dell’ordinamento giudiziario che è la causa principale del degrado economico e sociale nel quale viviamo. Quella elettorale avrà certamente successo grazie a Berlusconi e agli “inutili idioti” che lo circondano. Molto difficile vedo la realizzazione delle altre, a causa dell’ostracismo del partito del Premier e per il continuo condizionamento dei “soliti idioti” che si opporranno nel momento in cui dovessero vedere un pericolo per le loro poltrone. Poco male, perché penso che una volta approvato l’Italicum non si può non restituire la parola agli italiani, che a quel punto premeranno per il voto.

Viceversa, il signor Renzi, quando consulterà i suoi possibili alleati di Governo, si renderà conto di due circostanze che penso già immaginerà. La prima è quella riguardante il terrore che pervade gli esponenti del Ncd di andare a votare con l’Italicum, essendo certa la loro esclusione dal Parlamento (gli Italiani perdonano tutto tranne il tradimento, come già è avvenuto con Fini e Futuro e Libertà). La seconda, quella riguardante il Pd che in questi momenti ha molti mal di pancia, mal di pancia che diverrà insopportabile ove le riforme del patto con Berlusconi venissero realizzate unitamente a quella riguardante l’ordinamento giudiziario ed il Csm. Chi vivrà vedrà!


di Titta Sgromo