Lo spirito del 1994 da recuperare presto

mercoledì 5 febbraio 2014


Recuperare lo spirito del 1994 va bene, anzi è vitale ed indispensabile, ma non bisogna dimenticare i tormentati vent’anni che sono passati tra alti e bassi (a dire la verità più bassi che alti) e trarre dagli errori commessi (e sono tanti…) insegnamenti utili per non sbagliare più. Il Cavaliere, che solitamente attribuisce ai suoi alleati An ed Udc il fallimento del suo progetto, non può più accampare scusa alcuna a condizione di far definitiva chiarezza sul progetto, che non può più vedere coinvolti partiti e personaggi che purtroppo stanno ancora in Parlamento, grazie all’interpretazione non certo cristallina della recente sentenza pronunciata dalla Corte Costituzionale (interpretazione ovviamente suggerita dal monarca Napolitano).

Se così è e non è dato trovare altra giustificazione, non riusciamo a comprendere quale debito di gratitudine Berlusconi continua ad avere nei confronti di Gianni Letta, dal quale si è fatto accompagnare nella sede del Partito Democratico per incontrare il neo-segretario del Pd, Matteo Renzi. Eppure è sotto gli occhi di tutti il fallimento del cerimoniere che non è riuscito ad evitare, nonostante la tela intessuta con il monarca, che il Cavaliere venisse spogliato della carica istituzionale a lui certamente conferita con milioni di voti dal popolo italiano e non attribuitagli come è successo per Monti da “colui” che da quasi tre anni domina la scena politica e non solo dal Colle. Stiamo veramente assistendo ad uno scempio democratico mai visto prima.

E non per colpa dei grillini che, protestatari per definizione, compiono in Parlamento gesti certamente non in sintonia con l’Istituzione, ma certamente meno gravi di quello del quale si è reso protagonista il questore Dambruoso, che ha alzato le mani contro una piccola donna (e giovane mamma) arrivata in Parlamento con l’entusiasmo di chi vorrebbe cambiare qualcosa. Ma per recuperare lo spirito del 1994 non bisogna commettere più errori come quello di nominare presidente dell’Inps il noto Mastrapasqua su suggerimento sempre di Gianni Letta, il cui figlio si dilettava a fare footing o ginnastica insieme al collettore di incarichi, mentre entrambi erano soci del Circolo Canottieri Roma.

Ma per riacquistare sempre lo spirito del 1994 bisogna individuare nella società civile le persone che, disposte a far politica, abbiano prima di tutto l’orgoglio di servire con dignità ed amor patrio l’Italia e gli italiani. A proposito, mentre il Premier Enrico Letta si dilettava ad Abu Dhabi in compagnia degli emiri, tre piccoli imprenditori si impiccavano, strangolati dalle banche e dal fisco. Ma il rampollo dichiarava in mondo visione che la crisi è ormai alle spalle e che venire ad investire in Italia è un affare. Bisogna stabilire innanzitutto che la crisi è tutt’altro che passata, se è vero come è vero che il presidente di Confindustria nelle stesse ore dichiarava che le imprese sono al collasso e che vi è la necessità di una forte scossa da parte di un Governo che viceversa è fermo, a meno che non si giova della decretazione di urgenza per favorire la banche private.

Certo che per gli arabi e per i Paesi del Medio Oriente emergenti potrebbe essere un affare investire in Italia, ma non per creare ricchezza e occupazione ma per impossessarsi dei tesori artistici e culturali del Paese più bello del mondo! L’Italia ha bisogno, lo ripeto per l’ennesima volta, di persone determinate che attraverso le tante riforme delle quali il Paese ha bisogno, prima fra tutte quella dell’Ordinamento Giudiziario, sappiano, attraverso le Istituzioni democratiche funzionanti, rendersi protagoniste di quella rivoluzione liberale ormai fallita. Ciò che temo è che il Cavaliere, sempre mal consigliato, non si faccia più incantare dalle sirene democristiane sempre pronte ad imbambolare chi appartiene all’area cosiddetta moderata, salvo poi a tradire come hanno fatto Fini, Alfano, Formigoni, Lupi, Mauro e tanti altri.

Gli italiani perdonano tante cose ma mai il tradimento, Fini è l’esempio più chiaro, e non perdonerebbero Berlusconi ove dovesse stringere alleanze ormai innaturali, utili solamente a rafforzare Renzi che ha rivitalizzato un partito con il suo decisionismo ed entusiasmo, o i grillini che avrebbero gioco facile con i disperati ed i delusi. Vi è, a mio parere, solo una formazione politica affidabile per rafforzare il progetto berlusconiano e tale compagine non può che essere Fratelli d’Italia, non fosse altro perché Giorgia Meloni non ha mai deluso le aspettative patriottiche di un popolo sempre fiero delle sue tradizioni. Aspettative tradite solo da chi dopo due anni non è stato ancora in grado di riportare a casa i marò Latorre e Girone.


di Titta Sgromo