Manate in Parlamento Nuvole nere sul futuro

venerdì 31 gennaio 2014


Lo spettacolo vergognoso offerto l’altro ieri in Parlamento è la prova provata che la Democrazia in Italia è in serio rischio. Se un parlamentare, ex magistrato e delegato in campo internazionale per la tutela dei Diritti civili, perde le staffe e dà uno schiaffo alla deputata grillina Lupi, vuol dire che le Istituzioni tutte, pur minate gravemente dai comportamenti spesso non in conformità con la Costituzione ancora in vigore e di chi li presiede, sono tutte davvero da rivedere e rinnovare.

Certo, la reazione smodata dei deputati del Movimento Cinque Stelle che hanno occupato con il bavaglio in bocca i seggi riservati al Governo con slogan inaccettabili, non giustifica il comportamento di un deputato, da sempre moderato, che dà una “manata” in faccia ad una rappresentante del gentil sesso, prima che deputata. Il clima politico è davvero insostenibile ed a renderlo tale non è soltanto il davvero preoccupante degrado culturale della classe politica, ma il comportamento pasticciato di un Governo certamente non voluto dal popolo italiano, ma imposto dal monarca Napolitano, che fra l’altro non perde mai occasione per intervenire là dove certamente non dovrebbe.

Il decreto legge, lo ricordo, intervento legislativo consentito al Governo solo in particolari casi di urgenza e necessità, conteneva due provvedimenti non per forza sinergici ma rappresentati in modo tale da gabbare il popolo italiano. Si dichiara l’approvazione del testo che era indispensabile per non far pagare ai cittadini la seconda rata dell’Imu, che lo ricordo era stata eliminata con un provvedimento a parte, con il reperimento di risorse economiche da parte del sistema bancario.

Come tantissimi economisti hanno da sempre sostenuto, ovviamente non quelli legati a doppia mandata all’attuale regime, le risorse economiche vanno recuperate dal taglio della spesa improduttiva non dalla ristrutturazione della Banca d’Italia, i cui azionisti, gli istituti bancari privati, avranno modo di essere compensati con l’elargizione dello Stato di ben sei miliardi di euro per il sacrificio fatto. Poverini gli istituti bancari, che dichiarano di non farcela più per le sofferenze determinate dalla mancata restituzione del danaro dai cittadini che lo hanno ricevuto al tasso del 7 o 8%, mentre la Bce lo elargisce loro allo 0.25%.

Ora saranno costretti ad aiutare lo Stato per le risorse necessarie per l’abolizione della seconda rata dell’Imu, salvo ricevere dallo Stato stesso 6 miliardi. Se le cose stanno così e non vi è motivo di dubitare che effettivamente stiano così, la protesta dell’opposizione era ed è più che giustificata solo che c’è modo e modo di protestare, senza mettere a soqquadro l’aula della Camera dei Deputati, magari imitando la piccola pattuglia di Fratelli d’Italia che, invece di usare calci e pugni, sventolava il tricolore rivendicando l’orgoglio e la dignità di un Paese che ha portato la civiltà nel mondo intero.

Ma di che cosa stiamo parlando? Di questo passo, se il duo Berlusconi-Renzi dovesse fallire sulla strategia del rinnovamento o il Cavaliere dovesse continuare, guidato dal cerimoniere Gianni Letta, a commettere i soliti errori, magari riportando all’ovile le cosiddette pecorelle smarrite, l’Italia diventerà territorio di conquista da parte di quei popoli che fino a non molto tempo fa pensavano come fare una volta nella vita per approdare a Roma per vedere il Colosseo. Per finire, voglio ricordare un episodio che non dimenticherò mai per la sua semplicità ed importanza.

Alla fine degli anni Novanta io ed il mio collega, l’avvocato Franco Coppi, ci siamo recati per motivi professionali a Brescia per assistere dinanzi la Corte di Appello un cliente. Dopo aver svolto il nostro compito ci siamo imbarcati su un aereo di linea ancora ad elica per tornare a Roma. Atterrati all’aeroporto di Fiumicino, mentre scendevamo dalla scaletta abbiamo notato che da un grande aereo scendeva a terra un nutritissimo gruppo di giapponesi. Il professor Coppi richiamò la mia attenzione su di una circostanza, rivolgendo a me queste testuali parole: “Titta hai notato tutti questi giapponesi? Appena sbarcati a Roma hanno cambiato colore!”.

Battuta straordinaria, degna del grande Coppi, ma che la dice tutta sulla grandezza della Città Eterna e dell’Italia. A distanza di vent’anni, pensate ancora che quella battuta possa essere ancora attuale? Penso proprio di no.


di Titta Sgromo