Decadenza del Cav, la “giovane” analisi

mercoledì 4 dicembre 2013


Gentile direttore, non è affatto vero che la democrazia in Italia si identifica soltanto in Silvio Berlusconi, non lo abbiamo mai detto contrariamente a quanto affermano e ci accreditano la sinistra ed il suo giornalismo, accusandoci di adulazione del leader, di estremismo, piuttosto che di voler sottomettere lo Stato alla persona Berlusconi od addirittura di pretendere che si affermino concetti di impunità o superiorità del “capo” rispetto alla legge.

Nessuna di queste ragioni è fondata, realistica e tantomeno raffigurativa del nostro malessere politico e civile, purtroppo le nostre argomentazioni serie e valide, nonostante l’importanza e la delicatezza del tema, anche in quest’occasione sono state storpiate ed utilizzate strumentalmente per tacciarci di non avere credibilità politica. Non ci arrenderemo, nessuno se ne illuda, perché credibilità e coerenza per noi sono sinonimi e la nostra lotta in difesa della libertà e della democrazia non finirà oggi come non finirà mai e va oltre qualsiasi individuo e caso di specie.

Noi denunciamo una situazione e l’evoluzione negativa per il Paese del suo carattere democratico, denunciamo semmai la malattia del sistema, denunciamo il carattere terroristico di alcuni poteri, denunciamo la vittoria della magistratura politicante e militante sul Parlamento, denunciamo l’influenza dei leader europei rispetto ad una sovranità nazionale violentata assieme ai cittadini, denunciamo lo strapotere di molti e la condizione di sudditanza a cui è stato costretto il popolo, che secondo la “sacra” Costituzione della Repubblica italiana è sovrano. Denunciamo infine i crimini, le anomalie e le inconsuetudini giudiziarie, burocratiche ed ideologiche che hanno portato all’allontanamento del Presidente Berlusconi dalle istituzioni repubblicane e dal Parlamento.

C’è qualcosa di antidemocratico, di illiberale, di illegittimo, di estremo, di impensabile, di lontano dal buonsenso nel nostro pensiero? Io credo proprio di no, ma anche qualora così fosse, non me ne fregherebbe nulla, perché nessuno potrà mai limitarlo. La strada che sta percorrendo l’Italia in tema di libertà e diritti civili e politici è quella che porta a tentare di limitare le libertà di stampa, manifestazione, espressione del libero pensiero e tutte le libertà fondamentali dell’Uomo. La frustrazione dei poteri di non riuscir ad eliminare legittimamente Silvio Berlusconi, sta per trasformarsi in isteria ed il voto del Senato ne è stata la prova, ma per loro sfortuna tutte le libertà si possono calpestare eccetto che quella del pensare.

La sinistra inconsapevolmente sta facendo passare la fine della democrazia parlamentare come un mero passaggio di routine sulla decadenza di un senatore. Non è così e prima o dopo tutti se ne accorgeranno. Con la decadenza di Berlusconi non è decaduto un senatore della Repubblica, ma l’intero Senato, è stato sancito il passaggio da Repubblica democratica parlamentare a Repubblica giudiziaria. Il Senato con la decadenza di un senatore sì è assoggettato definitivamente alla magistratura. Mi spiego meglio, il 27 novembre 2013 alle ore 17,43 finisce una stagione per l’Italia, la forma dello Stato passa da democratico parlamentare a giudiziario.

D’ora in avanti la magistratura è consapevole di poter fare il bello e il cattivo tempo senza ostruzionismo alcuno, di poter addirittura dettare la linea politica al Parlamento e lo potrà fare grazie al Parlamento stesso. Siamo all’assurdo, il potere apparterrebbe al popolo, che elegge il potere legislativo (il Parlamento), potere che a sua volta genera quello esecutivo (il Governo); dal 27 novembre non è più così, perché il clima persecutorio nei confronti di Silvio Berlusconi innescato quasi vent’anni fa dalla Procura di Milano e poi portato avanti ininterrottamente da decine di procure italiane, dove stranamente la presenza dei magistrati appartenenti a Magistratura Democratica era predominante; questo clima persecutorio è divenuto intimidatorio nei confronti dei senatori che mercoledì scorso si sono dovuti esprimere sulla decadenza attraverso il voto palese e non con voto segreto, com’era consueto in questi casi.

Un voto obbligato quindi dall’appartenenza agli schieramenti e dal terrore di essere poi aggrediti per la propria scelta in dissenso. Un voto che non è stato meditato in coscienza, ma ha dovuto seguire gli schemi. È questo il clima che regnerà d’ora innanzi durante le votazioni in Parlamento, è questo il mutamento. La complicità dei tanti poteri politici interessati soltanto ad eliminare il Presidente Berlusconi dalla scena politica, poiché scomodo ostacolo insormontabile, ha prodotto nella loro inconsapevolezza, soltanto un risultato totalmente diverso da quello atteso, aver svuotato, svilito, macchiato e piegato il Parlamento, oggi più debole che mai, e aver reso vulnerabile ogni tipo di volontà politica.

Il clima persecutorio, minaccioso e le prove di forza di una parte della magistratura hanno avuto la meglio e d’ora innanzi l’avranno sempre. Nessuna traccia invece dei danni politici che volevano arrecare a Berlusconi, che ora è palesemente una vittima e non dovremo nemmeno più faticare a spiegarlo; nello stesso istante che è divenuto martire è risorto, con un volto nuovo, quello dell’Uomo vittima del sistema e quindi antisistema alla Grillo, ma avvantaggiato dal dato di fatto di essere più forte e più credibile in questa veste. Ancora una volta nella nostra storia moderna la sinistra parlamentare fallisce lasciando scena e potere a quella extraparlamentare, in questo caso dei tribunali, e all’Europa delle banche.

Quindi mi spiace deludere i molti speranzosi di aver raggiunto lo scopo, ma oltre al danno avete anche la beffa, non ci avete eliminato e avete lasciato vincere questa battaglia ad altri, rafforzando il loro pericoloso potere. Aggiungo un piccolo elemento ulteriore, Berlusconi è stato fatto fuori dal Senato, grazie ad una legge che aveva lui stesso votato, ma che la sinistra “ad personam” ha voluto applicare retroattivamente (contro il parere del Presidente Violante, guru di loro riferimento), il Cavaliere è stato quindi espulso dal Senato perché ha votato una legge “contra personam”, quindi crolla anche il castello delle leggi personali che avrebbe voluto in questi anni per salvarsi, balle grossolane.

Mentre la sinistra assieme ai suoi giornali restava occupata con le vicende di Ruby e di Berlusconi, facendo del moralismo (questo sì) ad personam, il Paese soffre la crisi e l’ordine costituzionale cambia, gli equilibri tra i poteri cambiano a svantaggio di tutti e non soltanto di una parte o di un ex senatore della Repubblica. Piccola parentesi, anche a fare i moralisti ci vorrebbe un briciolo di coerenza, è impensabile che mentre incensavate Pasolini, che andava con i suoi allievi minorenni, chiedevate le dimissioni del Presidente del Consiglio Berlusconi per l’immoralità dei suoi festini colorati che la magistratura ha ipotizzato od inventato. Io torno ad occuparmi dei poteri dello Stato, nonché del potere che la gente non ha più, ma che hanno altri.

Montesquieu arrossirebbe a veder così stravolta la separazione dei poteri da lui teorizzata, disse che uno Stato dove non vi è quest’ultima non potrà mai definirsi ed essere democratico o giusto. Resterebbe incredulo nel vedere che qui è il potere giudiziario ad aver sopraffatto quello politico e non viceversa come di consueto. Non oserei nemmeno immaginare, cosa farebbe Cesare Beccaria, ma di certo rinnegherebbe la sua Patria nel vedere che un imputato sia stato condannato prima da più tribunali e poi da un ramo del Parlamento senza che vi sia stata prova di colpevolezza al di sopra di ogni ragionevole dubbio. Dal 27 novembre viviamo in un Paese nuovo, ma peggiore, dove Berlusconi è soltanto la vittima designata di un sistema di poteri che ci hanno fatto capire con chiarezza che possono spingersi oltre ogni limite, senza timore alcuno.

Il Parlamento ha messo il Paese nelle mani di magistrati che ridono degli imputati che devono giudicare e che ancora prima di giudicarli su qualsivoglia fatto hanno già deciso la loro colpevolezza. Silvio Berlusconi è il simbolo e presto l’eroe della sconfitta degli italiani, del loro poter decidere ed essere sovrani, nonché della cessione della sovranità nazionale dell’Italia. È la vittima designata dell’Europa che ovviamente voleva eliminare un Premier che faceva gli interessi del suo Paese e non accettava di sottometterlo agli altri, come testimonia l’ex Premier spagnolo Zapatero nel suo ultimo libro, in cui dice che Berlusconi era stato preso di mira dalle cancellerie europee sin dal 2011 e che già al G8 di allora si parlava di Monti.

Si parlava di sostituire l’uomo più votato dagli italiani nella storia con qualcuno che potesse completare il disegno europeo ed ecco che con la complicità del presidente Napolitano i leader stranieri sono riusciti ad imporre Monti; “così come fanno i burattinai con i burattini ne guideranno l’azione di Governo, contro gli interessi dell’Italia e fregando gli Italiani”, sono parole dell’eurodeputato britannico Nigel Farage. Non ho trattato la vicenda umana dell’uomo Berlusconi che ho conosciuto, perché non voglio che noi si venga sempre tacciati di una partigianeria che non ci appartiene, ma quella umana è altresì drammatica oltre ogni limite pensabile.

È però grazie alla vicenda politica e personale del Presidente Silvio Berlusconi che in Italia abbiamo potuto capire che è necessaria e vitale una rivoluzione liberale di cui io auspico noi giovani saremo promotori e grazie alla quale si potrà cambiare in bene il Paese e guardare con serenità al futuro delle istituzioni e dell’economia. Io non mi tirerò indietro e sono certo di non essere solo. Forza Italia, forza italiani!


di Alessandro Bertoldi