Milioni di grazie a “Mamma Rai”!

sabato 30 novembre 2013


Che sensazione di disgusto che sfocia nella rabbia si prova assistendo ai talk-show televisivi in onda sulla Rai, quando il presentatore di turno interrompe la trasmissione per dare spazio alla pubblicità dicendo che la televisione pubblica non ne può fare a meno se si vuole fornire un prodotto di qualità. Il disgusto e la successiva rabbia si provano in quanto per mantenere questo carrozzone ignobile, occupato dai soliti noti, ognuno di noi paga un canone che aumenta ogni anno che passa.

Ci si chiede, ma le televisioni private che mandano in onda spettacoli, telegiornali ed i famosi talk-show, come faranno a sostenerne i costi con i soli introiti pubblicitari? Sembra impossibile, ma ce la fanno guadagnando pure e non poco. Ciò che sembra un mistero non lo è solo se si pensa che per mandare in onda un telegiornale non bastano sessanta persone, senza tener conto del consumo di energia e dei costi delle attrezzature e strumenti altamente tecnologici.

Ma c’è di più, perché regalare milioni di euro alla falsa e mistificatrice trasmissione di Fabio Fazio senza che vi sia un ritorno di gradimento per gli italiani? Perché si regala qualche milione di euro per la mezz’ora della Annunziata, che ha avuto pure il privilegio di presiedere la tv di Stato? Perché si regala qualche milione di euro ad un conduttore di quiz che presenta uno spettacolo unico per la manifestazione quotidiana dell’ignoranza? Un giorno di qualche tempo fa assistendo per caso a tale trasmissione la domanda era la seguente: “Come si chiamava Boccaccio?”. Risposta: Francesco; “Come si chiamava Petrarca?”.

Risposta, ovviamente Giovanni. Ma quanto costa questa trasmissione? Certamente più di quella, altrettanto squallida, che va in onda alla stessa ora su Canale 5. Ma c’è una differenza, la prima costa al telespettatore, la seconda no. Per quale sana ragione bisogna regalare a CL 750mila euro per il Meeting di Rimini, se non perché non si può negare il sostegno economico all’associazione del neo ministro Lupi. Inoltre la Rai dovrebbe assicurare equilibrio e serietà nei dibattiti politici, mentre siamo costretti ad assistere a trasmissioni, e non solo sul terzo canale, completamente falsate dalla partecipazione di personaggi da tempo schierati e sempre in un’unica direzione.

Quanto costa uno spettacolo durante il quale si esibiscono squallidi personaggi che ballano, rispetto ad altri spettacoli che vedono protagonisti talenti straordinari e bambini e ragazzi dalla voce splendida, presentati da un conduttore davvero unico e dotato di quella discreta simpatia alla quale noi anziani eravamo abituati, in tempi dedicati comunque alla sana comicità ed al canto non sofferto.

Questo ultimo spettacolo non costerà mai quanto quello squallido della Rai, che deve accontentare tante bocche affamate non di cibo ma di insulso denaro. Ma il voltastomaco viene quando durante i telegiornali la notizia non viene riportata per quella che è ma sempre edulcorata se deve soddisfare i potenti di turno; fredda e gelida quando la notizia riguarda la politica, in particolare quella di destra tanto ostica ai dirigenti Rai.

Basta rilevare il modo diverso, anzi diametralmente opposto, con il quale l’annuncio della imminente manifestazione a sostegno dell’uomo che, nel bene nel male ha dominato la politica italiana, Silvio Berlusconi, è stato dato dalle reti Rai ed il modo con il quale è stato dato dalle televisioni private. Nel primo caso trattasi di avvenimento eversivo, nell’altro di avvenimento normale come può essere una manifestazione di piazza legittimata dalla Costituzione. Tra le televisioni private fa eccezione La7.

La ragione di tale differenza non sta nella necessità di assicurare un servizio per tutti, ma non si può attraverso la Rai non obbedire al monarca Napolitano né tanto meno al premier Letta, entrambi interessati alla prosecuzione dell’esperienza di governo una volta eliminato per via giudiziaria l’avversario di sempre. Ha perfettamente ragione quel grande giornalista che è Arturo Diaconale che il complotto ordito in danno del Cavaliere è anche opera dell’Europa, che nello statista italiano ha visto più vicino che mai il pericolo della fine dell’euro, moneta, ricordiamolo, che a causa dell’ingiustificato concambio voluto dal catto-comunista Prodi, ha dimezzato il potere d’acquisto della nostra storica lira. Nel mentre il Marco ed il Franco mantenevano il giusto equilibrio monetario, la Lira venne praticamente svalutata del 50% a vantaggio dei Paesi egemoni ed in danno dei Paesi del Mediterraneo afflitti dal debito pubblico accumulato negli anni pregressi.

Ma questa è ormai storia ben nota che i tantissimi, inutili giornalisti che affollano la Rai dovrebbero cominciare a narrare, invece di sostenere ipocritamente che l’Italia senza l’euro scomparirebbe dallo scenario internazionale che conta. Tutte fandonie, perché l’Italia se non è ancora scomparsa, se dovesse essere governata nel modo in cui è governata, scomparirà a breve, così come tra poco assisteremo al crollo di Pompei, abbandonata al suo destino, nonostante costituisca una delle mete preferite dai Barbari, oggi dominatori dell’Europa. Grazie Rai!


di Titta Sgromo