venerdì 15 novembre 2013
Penso che neppure il peggior democristiano della storia, Oscar Luigi Scalfaro, sarebbe stato capace di raggiungere il grado di ipocrisia del chierichetto Alfano, il quale, mentre sta per fare la festa al suo benefattore Silvio Berlusconi, dichiara spudoratamente che domani il Cavaliere non rovinerà la festa.
Ma di quale festa si tratta, la sua, che, cresciuto e pasciuto in qualche oratorio democristiano, senza arte né parte (essere avvocato è una cosa , fare l’avvocato è un’altra) seguendo Berlusconi come fa un cane con il suo padrone, è riuscito a diventare ministro e vicepremier, o quella del Cavaliere che, disarcionato dal cavallo, scomparirà definitivamente dalla scena politica per far posto ai ben noti mestieranti pronti come sempre a riciclarsi in un’altra formazione politica?
Si parla tanto ed in tutte le sedi della distinzione fra falchi e colombe per porre in evidenza il travaglio del centrodestra, ma si bypassa in modo demenziale l’unico problema che in questi giorni assilla gli italiani, la maggior parte dei quali è stufa di veder l’uno contro l’altro armati, coloro che senza Berlusconi in ogni caso vivrebbero nel perfetto anonimato per la loro inconsistenza culturale e morale. In ogni caso, perché definire falchi coloro che riconoscenti al proprio leader e consapevoli della loro unica virtù, la lealtà, si battono per far sì che si finisca una volta per tutte nel letame costruito dagli avversari storici di Berlusconi che alleati di Governo, non vedono l’ora di eliminare dalla scena politica l’unico ostacolo all’esercizio del potere?
E perché definire colombe coloro che, incuranti delle conseguenze negative per il loro leader scaturenti dal voto palese sulla sua decadenza da senatore, in nome della compattezza del partito, pretendono che il Cavaliere non rovini la loro festa che è la festa di Letta e compagnia? La colomba è un uccello associato alla purezza incontaminata ed alla pace del cuore e dello spirito. Perché offenderla quotidianamente associandola ai personaggi davvero squallidi che costellano il panorama politico, con il chiaro riferimento a quei personaggi che ipocritamente si identificano con il progetto berlusconiano e nel contempo, non vedono l’ora di toglierselo da torno per proseguire nella disastrosa strategia di Governo che non consentirà nel prossimo Natale agli italiani neanche di allestire l’albero o il tradizionale Presepe?
Che cosa hanno di puro personaggi quali Gianni Letta, lo stratega fallito, o suo nipote Enrico che non perde mai occasione per ribadire l’indipendenza del suo Governo rispetto ai problemi di Berlusconi, o il chierichetto Alfano, che minacciando la scissione costringerà il Cavaliere alla resa e alla contemporanea perdita di dignità ed onore, o il mestierante Cicchitto che, ben conscio della sua personale debolezza, non vuole togliere l’appoggio al governicchio, unica garanzia per non andare a votare, o la De Girolamo che sa bene che qualora si andasse alle elezioni senza la presenza di Berlusconi, si dovrebbe dedicare alla funzione materna, invidiando il marito che candidato con il Pd, sarebbe rieletto senatore?
Quanti errori Cavaliere e quanti danni dovranno subire ancora gli italiani se l’andazzo dovesse essere quello tanto agognato dalle false colombe. Io non offenderei più né il nobile falco né la tenera e pura colomba, ma andrei all’attacco dimostrando agli italiani che non tutto è ancora perduto.
di Titta Sgromo